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Cronache

Muore 28enne in schianto in moto, caccia ad auto pirata

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Ancora sangue sulle strade della Capitale. L’ultima vittima è un ragazzo di soli 28 anni morto nella notte nel quadrante sud della città: viaggiava a bordo della sua moto quando a un incrocio di via di Saponara, ad Acilia, si è verificato lo schianto. Un incidente in cui sarebbe coinvolta anche una macchina che, dopo essersi fermata qualche istante, si sarebbe poi allontanata. E ora è caccia all’auto pirata. La polizia locale, intervenuta per i rilievi, ha avviato indagini per risalire al conducente del veicolo visto scappare.

Raccolte alcune testimonianze e sequestrati sull’asfalto dei frammenti persi durante l’impatto. Al vaglio degli agenti del Gruppo XII Monteverde le immagini delle telecamere ad ampio raggio. Intanto in queste ore sui social è partito un tam tam per rintracciare testimoni che potrebbero fornire elementi utili a risalire alle due persone viste a bordo dell’auto scappata dal luogo dell’incidente. Parenti e amici della vittima, sgomenti, sui social invitano chiunque abbia visto qualcosa a rivolgersi alle forze dell’ordine.

“Questa notte verso le ore 3 una macchina (utilitaria nera) con a bordo presumibilmente due persone che si sono fermate e poi scappate hanno ucciso mio cognato Giuseppe Bernabucci di soli 28 anni – scrive su Facebook Umberto Niscola, che è vicesindaco di San Vincenzo Valle Roveto – Sono importati le testimonianze e chi a quell’ora tramite la propria telecamera possa dare giustizia a questa notizia tragica”.

Mentre nei tantissimi post di cordoglio si chiede giustizia per il ragazzo. “Ciao Giuseppe anima pura, non doveva andare così – scrive un’amica – che almeno i colpevoli di questo abominio possano essere puniti”. “Spero che possano trovare i colpevoli di questa terribile tragedia” sottolinea un altro. E Giuseppe non è l’unica vittima sulle strade nelle ultime ore. Nel Lodigiano, sempre nella notte, una donna di 47 anni è morta investita mentre cercava di segnalare la sua auto in panne. L’investimento è avvenuto lungo la provinciale 115 all’altezza di Salerano Sul Lambro. Mariachiara Bossi era appena scesa dal veicolo quando è stata travolta da un automobilista di passaggio.

Al volante un uomo di 60 anni che si è subito fermato e ha allertato i soccorsi. Inutile per lei la corsa in ospedale, dov’è morta poco dopo il suo arrivo. E anche in Emilia-Romagna si contano due gravissimi incidenti avvenuti ieri. Un uomo di 87 anni è stato travolto e ucciso mentre con la sua bicicletta pedalava a Pontelagoscuro, in provincia di Ferrara. E’ stato centrato in pieno da una macchina guidata da una donna. E’ invece ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Maggiore di Bologna, dove è stato trasportato in elicottero, un ragazzo di 17 anni che, a bordo di una moto, si è scontrato con una macchina. Illesa la ragazza che viaggiava insieme a lui.

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Cronache

Deteneva 12 kg droga, armi e munizioni, arrestato 32enne di Acerra a Lecce

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Più di dodici chili di droga, hashish, marijuana e cocaina, tre pistole pronte all’uso, centinaia di proiettili, una lanciarazzi e circa 5mila euro in contanti ritenuti il provento dello spaccio. È questo il bilancio del sequestro effettuato nel corso di una operazione messa a segno dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, che hanno arrestato un pregiudicato 32enne della zona. L’uomo, Antonio Baldassarre 32enne di Acerra (Napoli) ma residente a Lecce, aveva nascosto l’ingente quantitativo di droga e le armi all’interno di due garage nella sua disponibilità. Il nervosismo mostrato durante il controllo ha insospettito i militari. Dopo aver consegnato ai carabinieri un sacchetto contenente 2 kg e mezzo di hashish occultato sotto il sellino della moto, i militari hanno fatto scattare la perquisizione nei due garage di pertinenza dove poi è stato scoperto l’ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.

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Uccide la moglie e si presenta ai carabinieri

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Femminicidio a Sestri Levante questa mattina. Un uomo di 74 anni, Giampaolo Bregante, ha sparato alla moglie, Cristina Marini. Dopo l’omicidio si è presentato dai carabinieri e ha confessato. Secondo le prime informazioni l’uomo ha detto di avere ucciso la moglie per “porre fine alla sua depressione e visto che la moglie si rifiutava di prendere le medicine per le cure”. Sul posto sono arrivati i medici del 118 e i carabinieri del nucleo investigativo. I militari sono coordinati dal pm Stefano Puppo.

Comandante di lungo corso, Giampaolo Brigante è conosciuto come una persona tranquilla, amante del mare. Ieri era con alcuni suoi amici a giocare a pinnacolo, come tutti i giorni. “Amava raccontare le sue avventure per mare sui traghetti – raccontano gli amici – Era preoccupato solo per la depressione della moglie ma non faceva trapelare nulla”. Il primo ad accorrere sul luogo dell’omicidio è stato il figlio Righel avvisato dal padre dopo che aveva sparato alla moglie, assieme ai carabinieri che avevano ricevuto la telefonata da parte dell’omicida. Il corpo di Cristina Marini si trovava riverso in cucina. Giampaolo Bregante è stato quindi condotto nella caserma di via Val di Canepa a disposizione del magistrato di turno.

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San Gennaro fa il miracolo e il Cardinale chiede giustizia sociale per Napoli

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Questa mattina, alle 10 in punto, il miracolo di San Gennaro si è ripetuto nel Duomo di Napoli, portando con sé un profondo significato religioso e sociale. Come da tradizione, l’annuncio della liquefazione del sangue del santo Patrono è stato dato dall’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, ai fedeli che gremivano la cattedrale. Il sangue, contenuto nella famosa ampolla, era già sciolto al momento in cui è stato portato sull’altare maggiore, trasportato dai seminaristi. La celebrazione eucaristica, come sempre, ha attirato numerosi fedeli e personalità illustri, tra cui il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il governatore Vincenzo De Luca, il principe Carlo di Borbone, il principe Emanuele Filiberto di Savoia e l’attrice Marisa Laurito.

La tradizione del miracolo di San Gennaro, atteso tre volte l’anno – il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre – è un momento di grande devozione per i napoletani, che vedono in questo evento un segno di protezione e speranza.

Durante la sua omelia, l’arcivescovo Battaglia ha collegato il miracolo del sangue con la sofferenza e le difficoltà vissute dalla città. “Questo sangue si mescola sempre con il sangue dei poveri, degli ultimi, con il sangue versato a causa della violenza e del degrado sociale”, ha dichiarato, ricordando tragedie recenti come il crollo di Scampia e l’esplosione di Forcella. Con queste parole, Battaglia ha voluto sottolineare la necessità di una risposta collettiva e solidale alle sfide che Napoli affronta quotidianamente.

L’arcivescovo ha proseguito il suo discorso ponendo l’accento sull’importanza di affrontare le emergenze sociali come opportunità per costruire un futuro di giustizia e pace. Ha menzionato l’emergenza educativa e abitativa come priorità che richiedono interventi immediati, ma che al tempo stesso offrono la possibilità di disegnare una nuova traiettoria per la città. “Occorre avere il coraggio di superare la logica della competizione ad oltranza per abbracciare quella della cooperazione”, ha esortato Battaglia, invitando la comunità a riscoprire il valore della solidarietà e della cura reciproca.

Napoli, città dalle profonde contraddizioni ma anche dalle grandi risorse umane, è stata al centro di un appello accorato a ripartire da quei gesti semplici ma fondamentali che la sorreggono ogni giorno: “Ricorda sempre di custodire con tutto te stessa e ripartire ogni giorno dalle poche cose che contano”, ha detto Battaglia, invitando i napoletani a non voltare mai lo sguardo di fronte alla sofferenza altrui e a lottare per una città più giusta e pacifica.

Il miracolo di San Gennaro, dunque, non è solo un evento religioso, ma un invito a riscoprire la dimensione della solidarietà, della cooperazione e della speranza, elementi essenziali per costruire una Napoli migliore e più equa. Concludendo, l’arcivescovo ha invocato la protezione del santo Patrono affinché il segno del suo sangue “ravvivi sempre in noi il desiderio di realizzare per la nostra terra e per il mondo intero il sogno di Dio”.

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