Mercato immobiliare in crisi, ma le vendite della sola nuda proprietà invece corrono. A segnalare il fenomeno è Confedilizia che, citando i dati dell’Agenzia delle Entrate, evidenzia come tra il 2022 e il 2023, il mercato delle compravendite della nuda proprietà è cresciuto dell’1,7%, in netto contrasto con il calo del 9,7% delle compravendite generali di tutte le abitazioni. Nei capoluoghi di provincia e nelle città metropolitane l’aumento sale al 2,9% e tocca il +9% nei comuni del Nord-Est e del 9,1% nelle Isole. Chi vende la nuda proprietà si solito lo fa per dividere la liquidità fra i figli e aiutarli ad acquistare una casa loro.

Questo il motivo principale in passato ma negli ultimi anni la spinta maggiore è data piuttosto dalla necessità per i pensionati di mantenere lo stesso tenore di vita di quando avevano uno stipendio che adesso magari la pensione non riesce più a garantire. “La vendita della nuda proprietà con usufrutto vitalizio, in tempi di crisi è diventata sempre più popolare tra gli anziani, soprattutto se la pensione non è sufficiente al proprio sostentamento” si legge sul sito della Cisl Pensionati dove fa sapere che “In Italia vi sono però circa 1,3-1,4 milioni di famiglie di anziani che hanno reddito basso e posseggono una casa di valore medio-alto. Il 21% delle famiglie di anziani ha risparmi bassi o nulli, sebbene più di un terzo di questi nuclei viva in una casa che vale oltre 200mila euro”.

Per come è strutturato il contratto, la compravendita della “nuda proprietà” è scelta per lo più da proprietari anziani. Il valore delle sole “mura” aumenta infatti all’aumentare dell’età del venditore alla cui morte l’acquirente potrà consolidare, senza costi aggiuntivi, l’usufrutto vitalizio che si estingue. L’usufruttuario che ha ceduto la nuda proprietà, dovrà pagare le spese ordinarie dell’immobile (le straordinarie spettano al nudo proprietario) le spese condominiali e le tasse legate al godimento della casa (Irpef, Imu Tari). Potrà anche affittare l’immobile o cedere il proprio usufrutto ad altri. Queste ultime possibilità però finiscono per rendere la “nuda proprietà” poco allettante per chi l’acquista. Si possono però prevedere altri accordi nel contatto e optare per il semplice “diritto di abitazione” che esclude la possibilità di affittare o cedere ad altri il diritto che riguarda solo il titolare e i membri della sua famiglia (moglie e figli). Anche il diritto di abitazione come l’usufrutto decade con la morte del titolare.