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Musk sfida Lula, ora anche Starlink rischia lo stop

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E’ Starlink il nuovo terreno di scontro tra il magnate sudafricano Elon Musk che sfida il Brasile di Lula. Ore dopo la conferma della Corte suprema della messa al bando di X per il mancato adempimento delle disposizioni del giudice Alexandre de Moraes, il governo del leader progressista ha fatto sapere che anche il sistema di internet satellitare del tycoon, è in bilico. Se non rispetterà l’ordine di oscurare il social, come tutti gli altri provider, arriveranno nuove sanzioni, col rischio di una revoca della concessione necessaria per operare nel Paese. Inaccettabile per il miliardario, che sogna di vedere Moraes “presto in carcere” e Lula ridotto in miseria “sulla base di un sequestro reciproco dei beni”, costretto a spostarsi “con apparecchi di linea” perché non avrà più a disposizione nemmeno un aereo per i voli di Stato.

D’altra parte, secondo Musk, Moraes “è uno pseudo giudice non eletto che sta distruggendo la libertà di parola in Brasile per motivi politici”. Una narrativa che – tra contestazioni e plausi – asseconda le forze di destra che proprio nel magistrato identificano il più acerrimo nemico dell’ex presidente sovranista Jair Bolsonaro, in un Paese politicamente spaccato a metà, che si prepara ad affrontare un’importante tornata elettorale, con le amministrative di ottobre. A sorridere è invece il presidente brasiliano, che brinda “soddisfatto” alla decisione della Corte suprema su X. “Il nostro sistema giudiziario – afferma Lula – potrebbe aver dato un segnale importante. Il mondo non è obbligato a sopportare il vale tutto dell’estrema destra di Musk solo perché è ricco”. Quanto avvenuto qui – evidenzia – può servire da esempio per altri Paesi che soffrono di fake news e “dell’ingerenza e la militanza politica” del magnate.

Intanto la nuova tegola per Musk, con l’avvertimento di un possibile spegnimento di Starlink, è arrivata dal presidente dell’Agenzia brasiliana per le telecomunicazioni (Anatel), Carlos Baigorri. Domenica la società di connessione satellitare aveva comunicato che non avrebbe rispettato l’ordine di bloccare la piattaforma X. Per tutta risposta, il capo dell’Authority ha fatto sapere che si stanno conducendo verifiche, e nel caso di un eventuale mancato adempimento, verrà aperta una causa amministrativa, con conseguenti segnalazioni al giudice Moraes, per provvedimenti aggiuntivi. E’ dalla settimana passata che anche Starlink naviga in cattive acque in Brasile, cioè da quando è stato ordinato il congelamento di tutte le sue risorse finanziarie, impedendone le transazioni nel Paese.

Un modo per fissare una garanzia per gli oltre tre milioni di dollari di multe a carico di X. I legali della società hanno presentato ricorso. Affermano che la decisione di bloccare i conti per pagare le ammende potrebbe influire sui servizi e sul pagamento delle tasse. “Non esistono disposizioni di legge che autorizzino il blocco della proprietà privata di qualcuno che non è parte di un procedimento”, insistono. “Prima deve essere garantito un giusto processo”.

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Medjugorje, il Vaticano oggi fornirà una valutazione sulle presunte “apparizioni” della Vergine Maria

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Il Vaticano sta per fornire la sua attesa valutazione sulle presunte “apparizioni” della Vergine Maria nel villaggio di Medjugorje, situato nel sud della Bosnia. Dopo quasi 15 anni di studi, giovedì il cardinale Víctor Manuel Fernández, a capo dell’ufficio dottrinale del Vaticano, terrà una conferenza stampa sull’argomento, che il Vaticano ha definito “l’esperienza spirituale di Medjugorje”.

Dal 1981, sei bambini e adolescenti affermano di aver avuto visioni della Madonna, visioni che, secondo alcuni di loro, continuano regolarmente. Questo ha reso Medjugorje una meta di pellegrinaggio per milioni di credenti cristiani. Tuttavia, le apparizioni non sono mai state riconosciute ufficialmente dal Vaticano, che ha più volte espresso dubbi sulla loro autenticità.

Papa Francesco ha dichiarato che, pur avendo dubbi sulle visioni attuali, non si può negare l’impatto spirituale di Medjugorje sui pellegrini. Nonostante ciò, il Vaticano ha chiarito che non dichiarerà l’autenticità delle visioni, ma fornirà un orientamento dottrinale che permetta ai fedeli di esprimere la loro devozione senza contraddire la fede.

L’annuncio del Vaticano avrà un impatto significativo su Medjugorje, un luogo che dipende fortemente dal turismo religioso, con il 2024 previsto come un anno record di visite.

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Hezbollah sotto attacco, un colpo strategico senza precedenti del Mossad e delle Israel Defense Forces

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Le esplosioni che hanno recentemente colpito Hezbollah tra Libano e Siria hanno inflitto un durissimo colpo al “Partito di Dio”. Migliaia di feriti, una milizia disorientata e la catena di comando vulnerabile: questo è il quadro che emerge dalle operazioni orchestrate dall’intelligence israeliana, che ha ottenuto un risultato devastante senza ricorrere a un singolo attacco convenzionale. In pochi minuti, il Mossad e i servizi delle Israel Defense Forces (IDF) hanno messo in ginocchio la milizia guidata da Hassan Nasrallah, un risultato che in una guerra tradizionale sarebbe stato possibile solo dopo una lunga e costosa serie di attacchi.

Gli esperti sottolineano come questo attacco abbia reso temporaneamente inabili al combattimento migliaia di miliziani di Hezbollah, con ospedali e basi libanesi sovraffollati di feriti. Le esplosioni non hanno causato un elevato numero di morti, ma i danni fisici riportati dai membri della milizia sono stati gravi: ferite profonde, amputazioni, perdita della vista e dell’udito. Molti di questi combattenti non torneranno operativi prima di alcune settimane o mesi, mentre altri non saranno più in grado di combattere.

Un attacco non letale ma devastante

Le esplosioni, pur non essendo mortali, hanno causato danni significativi alle capacità operative di Hezbollah. Le testimonianze riportano ferite devastanti: mani esplose dopo aver afferrato i cercapersone, mutilazioni, e gravi traumi fisici che segneranno questi miliziani per tutta la vita. Questo non solo riduce il numero di combattenti pronti all’azione, ma li rende facilmente identificabili per le forze di intelligence israeliane, aumentando il rischio per Hezbollah.

La crisi della leadership e l’incubo logistico

Per Nasrallah, questo attacco rappresenta un vero incubo. La difficoltà nel rimpiazzare rapidamente i feriti, mantenendo un livello operativo efficiente, è una delle principali preoccupazioni. A differenza di altre organizzazioni, Hezbollah non può semplicemente reclutare chiunque: ha bisogno di combattenti addestrati, molti dei quali hanno già partecipato alle operazioni in Siria o hanno lanciato missili contro Israele. Inoltre, la base di reclutamento è limitata alla comunità sciita, in particolare ai fedeli di Nasrallah, escludendo il movimento Amal, complicando ulteriormente il processo di rimpiazzo.

Un colpo alla comunicazione: l’offensiva digitale

Uno degli effetti più gravi di questo attacco è la paralisi delle comunicazioni all’interno del movimento. Hezbollah, nel tentativo di evitare cyberattacchi, aveva recentemente abbandonato l’uso dei cellulari in favore dei cercapersone (pager), considerati più sicuri. Tuttavia, questo sistema si è rivelato vulnerabile, e ora l’organizzazione si trova in difficoltà. Senza cercapersone, dovrà tornare a utilizzare vecchi sistemi di comunicazione, come linee telefoniche obsolete, che sono facilmente intercettabili da Israele e da altri avversari.

La sfida per Hezbollah è dunque doppia: da un lato, gestire una crisi umanitaria e militare senza precedenti; dall’altro, trovare nuovi metodi di comunicazione sicuri e immediati. Questo scenario di paralisi inquieta i vertici del movimento, soprattutto in vista di un possibile attacco terrestre da parte di Israele.

Questo attacco non convenzionale ha dimostrato la potenza strategica dell’intelligence israeliana, capace di infliggere un duro colpo a Hezbollah senza entrare direttamente in conflitto armato. Il “Partito di Dio” si trova ora in una posizione estremamente vulnerabile, e la capacità di reagire sarà cruciale per il suo futuro.

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Venezuela, El Pais: saccheggiati 4 miliardi di petrolio

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La compagnia pubblica Petroleos del Venezuela S.A. (PDVSA) sarebbe al centro di uno dei maggiori scandali di corruzione nel Paese. Secondo un’inchiesta pubblicata dal quotidiano spagnolo El País, un gruppo di ex gerarchi chavisti e imprenditori ha saccheggiato circa 4,2 miliardi di dollari (oltre 3,7 miliardi di euro) alla compagnia. Questo colossale furto non ha solo colpito le finanze dell’azienda, ma ha anche avuto un impatto devastante sull’economia venezuelana, sostiene il quotidiano.

Lo schema di corruzione è stato operativo tra il 2007 e il 2012, durante i governi dell’ex presidente Hugo Chávez. I coinvolti, tra cui alti funzionari di PDVSA e imprenditori legati al regime, hanno utilizzato una complessa rete di tangenti e commissioni illegali per dirottare fondi. Aziende, principalmente cinesi, pagavano commissioni fino a un 10% per aggiudicarsi contratti milionari con la compagnia statale Uno dei personaggi chiave in questo intrigo è Diego Salazar, cugino dell’ex ministro di Energia ed ex presidente di PVDSA, Rafael Ramírez. La rete di corruzione non includeva solo funzionari e impresari: tra di loro c’erano regine di bellezza, ambasciatori, attrici e avvocati.

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