Una storia oscura e intricata emerge dalla tranquilla cittadina di Parabiago, a trenta chilometri da Milano, dove il 9 agosto Fabio Ravasio è stato travolto e ucciso da un’auto pirata lungo la provinciale Parabiago-Casorezzo. Quattro giorni dopo la sua morte, la compagna Adilma Pereira Carneiro pubblicava sui social una foto di Ravasio con la didascalia “Love of my life”. Ma ciò che inizialmente sembrava essere un tragico incidente si è presto rivelato una vicenda di omicidio premeditato, con Adilma al centro delle indagini.
Adilma Pereira Carneiro, 49 anni, sacerdotessa della religione afrobrasiliana candomblè, è stata arrestata con l’accusa di omicidio volontario premeditato. Le indagini, condotte dai carabinieri di Legnano sotto la direzione del pm Ciro Caramore della Procura di Busto Arsizio, hanno rivelato un piano elaborato per uccidere il suo compagno, orchestrato con l’aiuto di almeno sette complici. Tra questi, figurano l’attuale marito di Adilma, Marcello Trifone, da cui non era ancora legalmente separata, e diversi ex amanti, tutti coinvolti in un complesso intreccio di relazioni e manipolazioni.
Il gruppo, secondo gli inquirenti, era legato ad Adilma da un mix di amore, soggiogamento psicologico attraverso riti di magia nera e promesse di ricchezze. Il piano per uccidere Ravasio era stato accuratamente preparato da almeno tre mesi. La sera dell’omicidio, mentre alcuni membri della banda investivano Ravasio, un altro complice, il marocchino Mohammed Dhaibi, doveva inscenare un malore per bloccare il traffico e facilitare la fuga.
L’indagine si è allargata rapidamente, portando all’arresto di altri complici e sollevando sospetti anche su una delle figlie di Adilma, che potrebbe aver partecipato all’occultamento dell’auto utilizzata per l’omicidio. Non solo, si sta indagando anche su un vigile locale, sospettato di aver fornito informazioni sulle telecamere di sorveglianza della zona.
Ma le ombre sulla vita di Adilma non si fermano qui. La Procura sta esaminando anche le morti sospette di due ex mariti della donna. Il primo, un uomo noto solo come “Paulo”, fu assassinato in Brasile in circostanze misteriose, lasciando ad Adilma un’eredità di proprietà. Il secondo, Michele Della Malva, legato ai clan mafiosi di Vieste, morì per un presunto infarto mentre si trovava in permesso premio a casa di Adilma. Anche in questo caso, Adilma ha ereditato diverse proprietà, tra cui una villa a Mentone, in Francia.
Della Malva, che stava scontando una pena di 29 anni per due omicidi, avrebbe introdotto Adilma nel mondo criminale. I due si erano conosciuti in carcere, dove lei si trovava per una condanna legata al traffico di droga, dopo essere stata arrestata a Malpensa con 13,7 chili di cocaina.
Le testimonianze raccolte dagli inquirenti dipingono Adilma come una figura carismatica e manipolatrice, capace di esercitare un controllo totale sui suoi seguaci attraverso pratiche di magia nera. Uno dei suoi amanti, Massimo Ferretti, ha descritto in dettaglio i riti a cui ha assistito, inclusi sacrifici animali e “macumbe” dirette contro persone specifiche, tra cui la stessa vittima, Fabio Ravasio.
Mentre le indagini continuano e si approfondiscono ulteriori sospetti, una cosa è certa: la storia di Adilma Pereira Carneiro e del suo presunto ruolo nell’omicidio di Fabio Ravasio ha sconvolto l’opinione pubblica, rivelando un mondo di segreti, rituali e crimini che va ben oltre l’apparente normalità della vita quotidiana.