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Us Open: Musetti “risorge” contro Kecmanovic,va al 3/o turno

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Il bronzo olimpico di Parigi lo ha trasformato, gli ha regalato quella serenità e, forse, quella consapevolezza in se stesso che ora gli permettono di affrontare con semplicità maratone tennistIche e vincerle. Lorenzo Musetti si è qualificato al terzo turno degli Us Open. E’ la seconda volta nella sua brevissima carriera ed arriva al termine di una battaglia con l’amico Miomir Kecmanovic, durata quattro ore sul cemento di Flushing Meadows e risolta soltanto al quinto set nel corso del quale il carrarino ha anche dovuto annullare due match point all’avversario. E’ la tenuta psicologia dell’italiano che ha meravigliato. D’altronde le sue doti tecniche sono apprezzate anche dai colleghi e amata dai tifosi che, di qualsiasi nazionalità, impazziscono per quel rovescio ad una mano che è ormai una rarità nel tennis moderno. La partita è stata combattuta ed è terminata con il punteggio di 3-6, 6-4, 6-4, 2-6, 7-5. Come si sussurra nel circus, Lorenzo è finalmente “on fire”.

Finalmente perché le attesi nei suoi confronti sono sempre state altissime. Giovanissimo talento e promessa del tennis mondiale, era quasi rimasto schiacciato da questa pressione, come se essere tra i primi 30 al mondo mondo non fosse già un successo. La colpa è stata di quegli Australian Open Junior vinti nel 2019, all’età di 16 anni e 10 mesi, che lo trasformarono nell’italiano più giovane di sempre a essersi aggiudicato uno Slam Under-18. Poi l’ascesa di Jannik Sinner, di cui è grande amico, ha indirettamente distolto le attenzioni su di lui, ex numero 1 al mondo Unfer 18. La svolta pochi mesi fa: l’ingresso di Corrado Barazzutti nel suo team coach al fianco di Simone Tarantini e, soprattutto, la nascita del figlio a inizio gennaio.

Una maturazione che emerge dalla sue parole dopo il match di oggi: “Mi sono rimboccato le maniche, ho lottato e ho sofferto – Lui a metà quinto set stava giocando molto bene e meritava di essere in quella situazione. Ma io ho trovato in qualche modo una strada per uscirne. Non riuscivo a far girare la palla e, cosa per me insolita, ho commesso molti doppi falli. Non avevo a disposizione il mio miglior tennis, parlando di parte tecnica, ma a livello mentale e fisico ho fatto un grande lavoro”. Nel terzo turno l’italiano, attualmente 18/o della classifia mondiale, se la vedrà con lo statunitense Brandon Nakashima (n.50 Atp) che nei match precedenti ha eliminato Holger Rune al primo turno e Arthur Cazaux al secondo. Non ci sarà invece Matteo Berrettini, battuto da Taylor Fritz per 6-3, 7-6, 6-1 in poco più di due ore di gioco.

“Adesso sto bene, ma è stato un peccato non esser riuscito ad allenarmi e a giocare qualche torneo prima di arrivare qui – il commento del tennista romano -. Ho avuto una flebite a una vena del polpaccio: mancava nella lista! Non sapevo neanche cosa fosse, mi si è indurito e pensavo fosse il muscolo. Ovviamente non ho perso per questo motivo, ma allenarsi poco in vista di uno Slam non è mai la cosa ideale”.

Ma Berrettini non demorde: “Sono iscritto in tutti i tornei in Cina e a Tokyo. Ho tanta voglia di giocare. Se dovessi essere convocato per la Davis sarei contentissimo di rappresentare l’Italia, altrimenti andrò subito in Cina”.

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Americas Cup, Luna Rossa batte American Magic e sfiderà Ineos per accedere alla finale contro New Zealand

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Luna Rossa si è qualificata per la finale della Louis Vuitton Cup, dove affronterà Ineos Britannia.

L’equipaggio italiano del team Prada Pirelli ha ottenuto il punto decisivo contro American Magic nell’ottava regata della semifinale, chiudendo la serie con un punteggio di 5-3. Nonostante un iniziale vantaggio di 4-0, Luna Rossa ha visto un parziale recupero da parte degli statunitensi, che si sono portati sul 4-3, prima della reazione decisiva degli italiani. La finale contro Ineos Britannia si giocherà al meglio delle 13 regate a partire dal 26 settembre, e decreterà chi sfiderà Team New Zealand nell’America’s Cup, che si terrà dal 12 ottobre.

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Attesa per Juve-Napoli, per Conte è un ritorno a casa: nessuno potrà cancellare mia storia

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Ritorno nella sua storia, quella che ha scritto prima in campo e poi in panchina e che “nessuno potrà mai cancellare”. Antonio Conte ha presentato, in conferenza stampa, la sfida che il suo Napoli giocherà contro la Juventus all’Allianz Stadium sabato. Gli azzurri arrivano al match dopo il sorpasso in classifica della settimana scorsa, un +1 che ha caricato l’ambiente partenopeo per quella che è sempre stata e sempre sarà la partita. Prima di ogni ragionamento, però, Conte ha voluto ricordare Totò Schillaci con cui ha condiviso i suoi primi passi proprio alla Juventus: “A soli 59 anni ci viene a mancare una persona che per noi del Sud è stato un emblema, una persona che ce l’aveva fatta. Sono veramente molto rattristato e dispiaciuto – ha detto Conte -. Un pensiero alla famiglia per la perdita di un’ottima persona”.

Schillaci nel cuore, la Juventus nella testa: “La mia storia parla di 13 anni trascorsi alla Juve da calciatore dove sono stato capitano e abbiamo vinto tutto. Ho avuto la possibilità di fare l’allenatore e di aprire un ciclo che è durato 9 nove anni. Faccio parte della storia della Juventus e nessuno me la potrà cancellare”, ha affermato Conte che non ha poi nascosto che per lui “sarà una grande emozione” tornare in uno ‘Stadium’ pieno. La prima volta che il tecnico salentino, infatti era tornato a Torino da allenatore, ai tempi dell’Inter, quando arrivò con lo scudetto appena conquistato sul petto, gli spalti erano vuoti a causa delle restrizioni imposte dal Covid: “Ci saranno i tifosi”, ha aggiunto Conte, che ha poi evidenziato che la partita arriva in una “fase di assestamento per le squadre”. Non un match scudetto, al momento, ma una partita da “tre punti”. Un test da affrontare “in modo serio”.

Per quanto riguarda l’avversario Conte si è detto sicuro: “Siamo su due piani diversi, ma credo che entrambe abbiamo voglia di rivalsa. La Juve non si può accontentare del terzo posto dell’anno scorso, noi dell’anno scorso”. Poi un pensiero su Thiago Motta: “È stato un mio calciatore, è un ragazzo molto serio, bravo – ha affermato Conte -. A Bologna ha fatto benissimo, gli auguro il meglio, ma non nelle partite contro di noi. L’eredità che raccoglie è un’eredità pesante, perché Allegri ha scritto parecchie pagine di storia. Allenare la Juve non è mai banale, perché la richiesta è sempre la vittoria”. Quella vittoria che è il centro del lavoro quotidiano di Conte, un lavoro che quest’anno può proseguire liscio perché non ci sono coppe europee. Un vantaggio? Conte ha analizzato le due facce della medaglia: “Non giocare le coppe dà il vantaggio di poter lavorare di più e quando arrivi in un nuovo club hai bisogno di tempo per lavorare sulle tue idee. Se avessimo dovuto giocare tante partite eravamo fregati – ha affermato Conte -. Lo svantaggio è che la rosa non è competitiva come quella di una squadra costruita per fare le coppe”.

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Champions: l’Inter argina il City, 0-0 all’Etihad Stadium

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L’avventura dell’Inter nella nuova Champions League inizia con un pareggio in casa del Manchester City. All’Etihad Stadium finisce 0-0 tra sofferenza e qualche potenziale occasione non sfruttata da parte dei nerazzurri, autori comunque di una bella prestazione a livello caratteriale.

Una gara quasi tutta d’attesa e ripartenze da parte degli uomini di Simone Inzaghi, costretti a serrare le linee per arginare nel miglior modo possibile i citizens, stranamente poco freddi sotto porta in diverse situazioni molto interessanti. Dopo le fatiche d’Europa ora l’Inter sara’ attesa dal delicato derby contro il Milan in campionato. In avvio gli inglesi provano subito a portare grande pressione nella meta’ campo avversaria, cercando il varco per far male ai nerazzurri. Gli uomini di Inzaghi serrano le linee, restano in attesa e appena recuperano palla tentano un paio di discese in contropiede potenzialmente pericolose, ma sempre innocue. Al 24′ la prima vera chance per il City capita sul mancino di Savinho dopo un cross da sinistra, ma il brasiliano impatta male e indirizza sul fondo.

Una decina di minuti piu’ tardi, invece, e’ Haaland a sfiorare il palo alla sinistra di Sommer con un diagonale strozzato dal limite dell’area. La risposta interista e’ affidata prima a Thuram, che al 42′ sbaglia la mira con un destro di prima intenzione su una palla messa al centro da sinistra, poi allo scadere del primo tempo e’ Carlos Augusto ad impegnare Ederson con un mancino da posizione ravvicinata.

Nella ripresa la squadra di Guardiola torna a fare la partita e al 69′ crea una palla gol gigante per il vantaggio: Grealish e Gundogan liberano Foden al tiro dopo un bellissimo scambio nello stretto, il giovane inglese pero’ non riesce ad angolare il destro e viene bloccato da Sommer. L’Inter soffre ma resta viva, tornando a farsi vedere in avanti al 76′ ancora grazie ad una ripartenza conclusa dai neo entrati Dumfries e Mkhitaryan: l’olandese scappa a destra e mette al centro dove arriva l’armeno che calcia alto da posizione invitante. Nel finale gli inglesi premono a caccia del gol vittoria, ma le due ultime chances capitate sulla testa di Gundogan non vanno a buon fine.

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