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Sinwar si protegge con 22 ostaggi come scudi umani

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Per non farsi uccidere da Israele, il leader di Hamas Yahya Sinwar non farebbe un passo tra i tunnel di Gaza dove si nasconde da 327 giorni senza avere con sé ventidue ostaggi vivi e ammanettati che usa come scudi umani. Tanto che, secondo informazioni di intelligence ottenute dal Jewish Chronicle, l’Idf sarebbe stato più volte a un passo dal prenderlo ma non ha avuto l’ok dal gabinetto per procedere nel timore che venisse messa in pericolo la vita dei rapiti. L’unica speranza per loro è che stando vicino al capo delle milizie ricevano più cibo e siano tenuti in condizioni migliori di Qaid Farhan al-Qadi, l’ostaggio della comunità beduina di Rahat trovato ieri dalle truppe in un cunicolo profondo 25 metri.

Farhan è stato dimesso dall’ospedale e riportato a casa con i mezzi della sicurezza israeliana che sventolavano la bandiera dello Stato ebraico. Ad attenderlo tutta la comunità beduina in festa. Parenti, amici e autorità lo hanno riabbracciato in una tenda della loro tradizione. “Sembra morto, è tutto ossa, è spaventoso. Ha perso 20 chili”, ha detto uno dei fratelli che ha trascorso tutta la notte con lui all’ospedale Soroka di Beersheva. “E’ stato tutto il tempo al buio, senza distinguere il giorno dalla notte”. Era solo quando è stato trovato dall’esercito, ma al sindaco della sua cittadina ha raccontato che durante i primi due mesi aveva un compagno, un altro ostaggio morto a dicembre “spezzandogli il cuore”.

Quando Farhan ha lasciato l’ospedale, il personale si è assiepato lungo i corridoi applaudendo e stringendogli la mano. Incontrando finalmente i parenti nella tenda beduina, Farhan non ha trattenuto l’emozione dopo oltre dieci mesi di sofferenze: “Non importa se è arabo o ebreo, ogni rapito ha una famiglia che lo aspetta, deve esserci una fine a questa cosa. Sono stato così tanto nell’oscurità che ora mi godo ogni minuto della luce e della famiglia”, ha detto. Poi si è affrettato a riabbracciare la madre di 90 anni che lo ha aspettato con angoscia per 326 giorni, tenendo due radio sul cuscino del letto per ascoltare le notizie. Lui le ha baciato i piedi. “Abbiamo attraversato l’inferno, tutti i rapiti dovrebbero tornare”, ha scandito.

“Non auguro a nessuno di essere nel posto in cui ero io. Fate manifestazioni e fate ciò che è necessario per riportare a casa tutti i rapiti”. Delle altre persone rapite il 7 ottobre a questo punto, secondo le fonti di intelligence che hanno parlato con il Jewish Chronicle, si sa che sono effettivamente in vita solo quella ventina di ostaggi che Sinwar si tiene vicino. Gli altri sono prigionieri di piccoli gruppi di terroristi che avrebbero interrotto i rapporti con il capo di Hamas ribellandosi agli ordini per disaccordi sull’identità e il numero di detenuti palestinesi da rilasciare in un’eventuale intesa con Israele. Questi gruppi di terroristi avrebbero addirittura pianificato per molti mesi una sorta di “colpo di stato a Gaza” per prendere il controllo della leadership. Proprio queste frizioni interne rappresenterebbero un ostacolo sulla strada di un accordo: non ci sono i nomi da scrivere sulla lista dei rapiti da restituire e l’intransigenza dei miliziani avrebbe fatto infuriare persino Sinwar.

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New York Times: Israele dietro all’attacco con i cercapersone

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Israele ha messo l’esplosivo nei cercapersone venduti a Hezbollah. Lo riporta il New York Times, citando alcune fonti americane. L’esplosivo sarebbe stato posizionato vicino alla batteria di ogni dispositivo e attivato tramite un messaggino.

I cercapersone che Hezbollah aveva ordinato alla taiwanese Gold Apollo sarebbero stati manomessi prima di raggiungere il Libano, riporta il quotidiano americano. La maggior parte dei cercapersone era del modello AP924, anche se nella spedizione erano inclusi anche altri tre modelli. I dispositivi erano programmati per emettere un segnale acustico di diversi secondi prima di esplodere. Alla Gold Apollo sono stati ordinati più di 3.000 cercapersone. Non è chiaro né quando sono stati ordinati né quando sono arrivati in Libano.

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Morti 4 militari Israele a Gaza, anche prima soldatessa

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Quattro soldati israeliani sono stati uccisi e diversi altri sono rimasti feriti durante i combattimenti di ieri a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo hanno annunciato stamattina le Forze di difesa israeliane (Idf). Tra le vittime risulta anche la 20enne Agam Naim, sergente paramedico. Le Idf specificano che si stratta della prima soldatessa a morire nell’offensiva di terra contro Hamas, il cui bilancio sale a 348 vittime.

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Il mogul del rap Sean Combs incriminato, resta in cella

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Il miliardario del rap Sean ‘P. Diddy’ Combs, arrestato lunedi’ sera da agenti dell’Homeland Security in un albergo del centro di Manhattan, è stato incriminato da un gran giurì per oltre un decennio di reati sessuali. Pioniere dell’hip hop mondiale, Combs si e’ dichiarato non colpevole e resterà in carcere in attesa di un processo per il quale l’impresario rischia da 15 anni di carcere all’ergastolo. Combs è il secondo vip della musica recentemente incriminato per reati di sesso dopo R.Kelly, il cantante R&B condannato a oltre 30 anni per pedofilia a New York e Chicago.

Noto anche come Puff Daddy, Combs si era trasferito “volontariamente” la scorsa settimana al centralissimo Park Hyatt sulla 57/a strada per negoziare i termini dell’arresto. Mezz’ora prima di essere ammanettato, era stato visto in strada con il figlio Christian King, concedendo ai fan che lo avevano riconosciuto l’opportunità di qualche selfie con lui. “Non è perfetto ma in questo caso è innocente”, ha detto l’avvocato Marc Agnifilo proponendo alla giudice Robyn Tarnofsky di rimettere in liberta’ Combs dietro il pagamento di una cauzione di 50 milioni di dollari garantita da proprieta’ immobiliari a Miami.

“E’ a rischio di fuga”, ha stabilito invece la giudice minimizzando il rischio che l’impresario faccia in carcere la fine di Jeffrey Epstein, il finanziere pedofilo trovato morto in attesa di processo nella prigione di Rikers Island. L’incriminazione di 14 pagine si legge come un dossier a luci rosse. Menziona gli ormai tristemente famosi “freak parties”, definendoli “elaborate performance sessuali” organizzate da Combs che poi filmava la scena.

Afferma inoltre che l’impresario adescava donne con la lusinga di una relazione e poi usava la forza e le minacce per fargli fare per giorni sesso con prostituti. Dallo scorso inverno Combs è stato al centro di ripetute accuse di violenze da parte di donne e uomini con cui aveva avuto relazioni personali e professionali. In totale sono nove le denunce contro il rapper dal novembre 2023: la prima denuncia “patteggiata” nell’arco di 24 ore era stata della cantante R&B Cassie (Casandra Ventura), che Combs aveva messo sotto contratto con la sua etichetta Bad Boy e che per anni era stata la sua compagna.

Era stata lei la prima a raccontare che “Diddy” l’avrebbe picchiata, drogata e costretta a fare sesso per giorni con prostituti maschi, mentre lui filmava gli incontri in hotel di lusso a New York, Los Angeles, Miami e Atlanta. Combs ha 54 anni e negli anni ’90, lavorando con star come Notorious B.I.G. e Mary J. Blige, è stato il motore per la commercializzazione dell’hip-hop. L’impresario è ricchissimo, con una fortuna stimata a un miliardo di dollari ma dalle incriminazioni è uscito come un uomo violento, perverso e moralmente corrotto. In marzo agenti dell’Homeland Security avevano fatto irruzione nelle sue ville di Miami e Los Angeles in cerca di prove: avevano trovato fucili d’assalto, droghe e 1000 bottiglie olii e lubrificanti intimi.

Era quindi uscito in maggio un video choc in cui si vede Combs seminudo che picchia selvaggiamente Cassie nel corridoio di un hotel di Los Angeles mentre lei tenta disperatamente di raggiungere un ascensore per scappare dalle sue grinfie. L’impresario aveva allora fatto mea culpa: “Non ho scusanti. Sono disgustato oggi come lo ero allora per quel che ho fatto”.

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