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Cronache

‘É provato’.Il comandante del Bayesian non risponde a Pm

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La sua ricostruzione di quei terrificanti minuti in mare mentre il veliero affondava trascinando sette corpi a 50 metri di profondità, il comandante del Bayesian, James Cutfield, l’aveva fornita agli inquirenti quando è stato interrogato come persona informata dei fatti; da indagato per naufragio colposo e omicidio colposo plurimo, invece, non ha risposto alle domande del pm di Termini Imerese, Raffaele Cammarano. I suoi legali, Giovanni Rizzuti e Aldo Mordiglia, spiegano che il comandante “si è avvalso della facoltà di non rispondere per due fondamentali ragioni: primo perché è molto provato”, poi “perché noi siamo stati nominati ieri e per articolare una linea difensiva compiuta, completa e corretta abbiamo bisogno di acquisire una serie di dati che al momento non possediamo”. Inoltre, “al momento non sappiamo se ci sono altri indagati”, dice l’avvocato Rizzuti.

In ogni caso, le ulteriori iscrizioni dovranno esser formalizzate quando verrà affidato l’incarico per l’autopsia, per dare il modo degli indagati di nominare periti e consulenti per gli accertamenti irripetibili. Tra loro potrebbe esserci il primo ufficiale Tijs Koopman e il marinaio che era di guardia la notte del naufragio. E non è escluso che valutazioni saranno fatta anche per quanto riguarda la società armatrice e su quella che gestiva l’imbarcazione. I magistrati stanno acquisendo elementi utili per potere chiarire cosa sia successo quella notte del 19 agosto, quando quel veliero di 56 metri si è inabissato in un quarto d’ora mentre imperversava una violenta tromba d’aria che l’imbarcazione olandese Sir Robert Baden Powell, a pochi metri dallo yacht britannico, invece è riuscita a governare andando poi a salvare le 15 persone cadute in mare: nove componenti dell’equipaggio e sei passeggeri, compresa Angela Barcares, titolare della società armatrice del Bayesian, e moglie del tycoon Mike Lynch, morto assieme alla figlia Hannah di 18 anni. A non credere all’ipotesi del portellone lasciato aperto, errore che sarebbe imputabile all’equipaggio, è Stephen Edwards, al comando del Bayesian dal 2015 al 2020.

Per lui il portellone sul lato sinistro “al 100% non era aperto”. Il Bayesian, ne è convinto, “è andato oltre i suoi limiti operativi”. Che lo yacht si sia ritrovato al centro di un fenomeno meteorologico di straordinaria violenza, definito downburst, lo conferma l’Istituto di scienze marine del consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar) sulla base della registrazione di un simile evento avvenuto nel luglio del 2008 nell’alto Adriatico e misurato dalla piattaforma oceanografica. Lo studio, pubblicato nel 2012, dimostra che a seguito di un temporale il vento è passato in pochi minuti da una velocità di 3 metri al secondo a una velocità di 30 metri al secondo (pari a 108 chilometri orari), con le raffiche che per 15 minuti sono andate ben oltre il massimo rilevabile dallo strumento (40 metri al secondo). In parallelo all’inchiesta della Procura va avanti un’altra indagine, altrettanto delicata, quella del monitoraggio del relitto col suo carico di 18 mila litri di carburante in fondo al mare.

A condurla è la guardia costiera. I sommozzatori stanno prelevando campioni sulla colonna d’acqua in prossimità del relitto, con l’ausilio dei Rov e l’impiego di specifiche sonde parametriche per l’analisi qualitativa delle acque, in collaborazione con il personale dell’Arpa Sicilia. E al momento non si registrano perdite dai serbatoi. Su questo fronte la società Camper & Nicholsons, “yacht management” del Bayesian, sottolinea di non essere “coinvolta nelle operazioni di estrazione del carburante” e “di recupero del relitto” e che la “la priorità della società è supportare i superstiti e fornire assistenza ai membri dell’equipaggio per garantire il ritorno in patria e alle loro famiglie”.

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Cronache

A Napoli fiaccolata per Chiara, “Perdonaci”

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Centinaia di persone hanno preso parte a Napoli alla fiaccolata organizzata in serata in memoria di Chiara Jaconis, la giovane padovana morta dopo essere stata colpita in testa da un vaso domenica scorsa mentre passeggiava nei Quartieri Spagnoli. Dalla gente del quartiere si è più volte levato il grido “perdonateci” rivolto ai familiari della 30enne veneta. “Napoli forse non è la città più bella del mondo ma ha la popolazione più bella del mondo”, ha detto Gianfranco Jaconis, il padre di Chiara presente con la sorella della ragazza, Roberta. Centinaia i cittadini dei Quartieri Spagnoli che lo attendevano con in mano candele accese e palloncini bianchi, tanti lo hanno abbracciato.

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Cronache

Turista morta a Napoli, video dell’incidente acquisito dalla Ps

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Su delega della Procura di Napoli è stato acquisito dalla Polizia il video registrato da un sistema di videosorveglianza che ritrae il momento in cui la statuetta colpisce al capo Chiara Jaconis, la turista padovana di 30 anni deceduta in ospedale a Napoli a causa delle gravi ferite riportate nell’incidente avvenuto domenica pomeriggio nel cuore dei Quartieri Spagnoli. Le immagini – confluite nel fascicolo aperto dagli inquirenti che, al momento, potizzato l’omicidio colposo – ritraggono le fasi immediatamente precedenti la tragedia e l’esatto momento in cui la statuina, frantumatasi in pesanti schegge nell’impatto con un balcone, colpisce la giovane al capo.

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Cronache

Auto contro guardrail in A15, un morto

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Un uomo di 81 anni, originario della Campania, è morto in un incidente stradale avvenuto oggi pomeriggio lungo l’autostrada A15 nel tratto tra Pontremoli (Massa Carrara) verso Berceto, nel Parmense. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo, al volante di un’auto di grossa cilindrata, ha improvvisamente impattato il veicolo contro il guardrail. L’impatto violento ha costretto la chiusura temporanea del tratto stradale interessato, in particolare l’autostrada della Cisa, tra i caselli di Pontremoli e Berceto. Il personale di soccorso giunto sul posto non ha potuto fare altro che constatare il decesso del 61enne.

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