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Sinner si allena a Us Open, occhi puntati sul numero 1

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La prima cosa da verificare sarà la reazione del pubblico, quando Jannik Sinner scenderà in campo contro il giocatore di casa Mckenzie MacDonald nel primo turno degli Us Open, dopo l’emergere della positività a due controlli antidoping cinque mesi fa, che non ha però comportato squalifica per l’azzurro. La seconda saranno la tenuta, il rendimento del diretto interessato. Il numero uno del tennis mondiale – e quindi prima testa di serie dell’ultimo torneo dello slam della stagione – viene dalla vittoria nel Masters 1000 di Cincinnati e il sorteggio gli ha messo di fronte il 140/esimo del ranking Atp. Sulla carta non un avversario che possa impensierirlo; l’azzurro dovrebbe avere anche migliorato la condizione fisica rispetto all’ultimo torneo che pure ha vinto negli Usa.

Dal suo lato del tabellone c’è Carlos Alcaraz e ai quarti potrebbe incontrare Daniil Medvedev. Nell’altra metà si va verso un potenziale scontro fra Sasha Zverev e Nole Djokovic. Insomma si torna a giocare in attesa che l’agenzia antidoping internazionale sciolga la riserva sulla presentazione o meno del ricorso contro la sentenza di un tribunale indipendente, Sports Resolution, che ha creduto alla versione di Sinner: la quantità molto bassa di Clostebol – uno steroide, sostanza proibita – è finita nell’organismo dell’altoatesino in modo involontario, per uno spray usato dal suo fisioterapista nel curare una propria ferita al dito. Di conseguenza nessuna squalifica, ma 400 punti di penalizzazione, quelli conquistati grazie alla semifinale a Indian Wells – torneo del test positivo -, con restituzione dei 300 mila dollari guadagnati in quel torneo.

La sentenza assolutoria ha provocato polemiche e suscitato dubbi sulla stampa internazionale, oltre alle prese di posizione di alcuni giocatori e di atleti ed ex atleti anche di altri sport, fermati in passato per doping, che hanno lamentato un trattamento troppo morbido nei confronti di Sinner rispetto a quello toccato a loro. Normale che ora tutti gli occhi siano puntati sull’italiano arrivato a 23 anni al vertice del tennis mondiale. E che a New York comincia allenandosi con il bulgaro Grigor Dimitrov. Agli Us Open saranno in gara anche altri 8 azzurri nel tabellone maschile e 5 in quello femminile. Tra gli uomini, la testa di serie numero 18 Lorenzo Musetti se la vedrà con lo statunitense Reilly Opelka, la 30 Matteo Arnaldi con un altro americano, Zachary Svajda, la 31 Flavio Cobolli giocherà contro l’australiano James Duckworth . Gli altri incontri degli italiani sono Lorenzo Sonego-Tommy Paul (statunitense, testa di serie 14), Fabio Fognini-Tomas Machac (Repubblica Ceca), Matteo Berrettini-Albert Ramos-Vinolas (Spagna), Luciano Darderi-Sebastian Baez (argentino, testa di serie 21), Luca Nardi-Roberto Bautista Agut (Spagna). Tra le donne la testa di serie numero 5 Jasmine Paolini giocherà con la canadese Bianca Andreescu. Quindi le altre azzurre in tabellone al primo turno: Cocciaretto-Baindl, Errani-Bucsa, Trevisan-Townsend e Bronzetti-Sun.

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Champions, il Milan battuto dal Liverpool e contestato a San Siro

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Una serata difficile per il Milan a San Siro, dove i rossoneri sono stati sconfitti 3-1 dal Liverpool. Nonostante l’iniziale vantaggio firmato da Pulisic dopo soli 3 minuti su assist di Morata, gli uomini di Fonseca hanno ceduto alla pressione degli inglesi, complici gravi errori difensivi e un calo progressivo nella prestazione.

Il Liverpool ha sfruttato due calci piazzati per ribaltare il risultato: prima Konaté di testa su punizione, poi Van Dijk su corner, chiudendo il primo tempo in vantaggio. Nel secondo tempo, Szoboszlai ha inferto il colpo decisivo, rendendo vano il tentativo del Milan di tornare in partita.

 

La difesa rossonera, con Tomori e Calabria in campo, non è riuscita a contenere l’attacco dei Reds, mentre Maignan ha alternato buoni interventi ad errori, uscendo infine per infortunio. A sostituirlo, il 19enne Lorenzo Torriani, a cui è toccato il difficile compito di difendere la porta contro i campioni inglesi.

Non sono mancate le polemiche, con il Milan che ha protestato per un presunto tocco di mano in area di Gakpo nel secondo tempo, ignorato dall’arbitro e dal VAR. In tribuna Zlatan Ibrahimovic, che ha rilasciato dichiarazioni pungenti nel prepartita, ha ribadito il suo ruolo di leader dentro e fuori dal campo.

Ora Fonseca dovrà trovare una reazione veloce, poiché all’orizzonte si profila il derby, una sfida fondamentale per la stagione del Milan, che finora ha raccolto solo una vittoria in cinque partite.

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L’Inter di Inzaghi sfida il City: serve gara gigantesca

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Rialzarsi subito dopo il pareggio di Monza, partire al meglio in Champions League e provare a vendicare (seppur in minima parte vista la differenza di importanza) la sconfitta nella finale di Istanbul. L’Inter si presenta al cospetto del Manchester City di Pep Guardiola con un triplice obiettivo, alla ricerca inoltre anche di conferme a livello continentale dopo quanto mostrato in coppa nelle ultime stagioni ma senza anche dimenticare che all’orizzonte c’è pure il derby col Milan in campionato di domenica sera. Per tenere testa al City però servirà una prestazione da vera big europea, anche perché di fronte ci sarà una delle principali candidate ad alzare il trofeo a fine stagione. Una squadra di campioni, da Haaland a De Bruyne, che nelle ultime 30 partite europee in casa ha ottenuto 28 vittorie e due pareggi. Servirà quindi ben altra Inter rispetto a quella vista a Monza, non solo nei nomi ma soprattutto nella prestazione, nell’intensità e nella fame.

“Non c’è bisogno che presenti io il Manchester City, non perdono in casa dal 2018. Sappiamo cosa dobbiamo fare, dobbiamo fare una partita gigantesca. Corsa, aggressività, determinazione, tante componenti per fare un’ottima gara”, ha spiegato Inzaghi nella conferenza stampa della vigilia. “A Monza siamo stati sottoritmo. Con l’Atalanta è stata un’altra partita. Ma avevo tanti giocatori in giro per il mondo. Sappiamo bene che domani dovremo avere un altro ritmo e un’altra intensità. In Europa il livello si alza ancora di più”, ha aggiunto. Sottolineando poi come per lui non si tratti di una rivincita per Istanbul: “Non è una partita di rivincita, per quella partita non ho rimpianti. Questa è una partita di prima fase ed è tutto diverso, perché devi preparare otto squadre diverse, prima preparavi le partite contro tre squadre”.

Il tecnico deve fare i conti anche con le assenze, visto che il problema muscolare accusato nel finale della gara con il Monza ha costretto Federico Dimarco a rimanere a Milano, così come Marko Arnautovic alle prese con la febbre. Ma è soprattutto il forfait dell’esterno italiano ad essere pesante, considerando l’importanza nello scacchiere tattico di Inzaghi e le sue capacità balistiche che in una partita del genere potrebbero fare comodo. A sostituirlo sulla fascia sinistra dal 1′ sarà Carlos Augusto, mentre rispetto alla sfida in Brianza di domenica torneranno nella formazione titolare i vari Acerbi, Bastoni, Barella e Calhanoglu. In attacco la coppia sarà formata ancora da Thuram e da capitan Lautaro Martinez, a caccia del gol per sbloccarsi (in nerazzurro ha segnato una solo rete dal marzo scorso). “Caso Lautaro? Assolutamente no”, spiega Inzaghi sorridendo alla domanda. “Sarà sempre una soluzione, mai un problema”, ha concluso.

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Ibra: al Milan sono il boss, comando io, tutti lavorano per me

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“Il mio ruolo è semplice, tanti parlano. Comando io, sono io il boss e tutti lavorano per me. Si lavora in silenzio”: lo dice il senior advisor di RedBird Zlatan Ibrahimovic a Sky Sport rivolgendosi anche a Zvonimir Boban negli studi. E sulla sua assenza che ha destato qualche polemica nell’ambiente, Ibra risponde: “Quando leone va via, i gatti si avvicinano. Quando il leone torna, i gatti spariscono. E non sto parlando della squadra, ma di chi è fuori. Tutto quel che si dice, il livello è troppo basso. Mi sto concentrando sul lavoro, sono stato via per qualche giorno per motivi personali, sono presente. Si lavora, si pedala”.

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