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Bollino rosso in 22 città, salgono ricoveri degli anziani

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Non si allenta la morsa del caldo sull’Italia. La settimana di Ferragosto si preannuncia bollente, con temperature, specie sulle regioni tirreniche e sulle due Isole Maggiori, diffusamente oltre i 36-38°C e picchi di oltre 40 gradi in alcune aree della Sardegna. A rendere ancora più insopportabile il caldo ci penserà anche l’afa che caratterizzerà i prossimi giorni. Il sistema di monitoraggio del ministero della Salute ha già segnalato un’impennata dei bollini rossi: oggi se ne contano 17 ad indicare il massimo livello di allerta e 5 arancioni, che saliranno a 19 rossi e 3 arancioni il 13 agosto. Mercoledì 14 agosto la colonnina di mercurio salirà ancora e si conteranno 22 città a bollino rosso e 5 gialle. In queste condizioni, i rischi di effetti negativi sulla salute si estendono anche alle persone sane, ricorda il ministero della Salute. A rischiare di più, però, sono soprattutto i sottogruppi a rischio, come gli anziani, i bambini molto piccoli e le persone affette da malattie croniche.

“Penso a quei pazienti con scompenso cardiaco, malattia renale cronica, insufficienza respiratoria o diabete”, spiega Dario Manfellotto presidente Fondazione Federazione delle Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti (Fadoi). Non è però solo la malattia ad aumentare i rischi in condizioni di caldo estremo. Le condizioni sociali possono rappresentare un fattore ulteriore. “In certi casi, il nucleo familiare può venire meno. Gli anziani, rimasti soli, non vengono spronati. Molti hanno anche una certa dipendenza a svolgere attività quotidiane, tipo fare la spesa, lavarsi, prendere le medicine, o ricordarsi di bere”, sottolinea Manfellotto.

“Non dimentichiamo poi che chi vive condizioni di povertà e disagio, che è soggetto più facilmente a scompensi”. La solitudine può incidere anche sui tempi di dimissione. “L’anziano ricoverato e solo, d’estate ha meno possibilità di ritornare a domicilio. Purtroppo però l’aumento dei giorni di ricovero è associato anche a un aumentato tasso di complicanze”, aggiunge Francesco Dentali, presidente della Società Scientifica Fadoi. In ogni caso, occorre rivolgersi al pronto soccorso solo se strettamente necessario, raccomanda il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici Filippo Anelli. “L’accesso va riservato nei casi in cui serve un approfondimento specialistico”, dichiara Anelli.

Anche per evitare i rischi connessi a Covid-19, visto che “siamo in una fase in cui il Covid sembra rialzare la testa”. Inoltre, per i sintomi associati al caldo il più delle volte “bastano poche terapie, come l’assunzione di paracetamolo o una buona idratazione”, senza dover recarsi in ospedale, aggiunge Anelli, che consiglia di rivolgersi al medico di famiglia in caso di malessere legato alle alte temperature. Intanto, uno studio coordinato dall’Instituto de Salud Global de Barcelona pubblicato su Nature Medicine ha stilato un bilancio dei decessi connessi al caldo in Europa durante l’estate del 2023, l’anno più caldo mai registrato. Sono stati 47.690 e quasi 1 su 4 (12.743) si è verificato in Italia; solo dietro Spagna (8.352) e Germania (6.376)

. La cifra, però, che sarebbe potuta essere dell’80% più alta senza l’adozione di misure di contrasto delle ondate di calore. “Siamo meno vulnerabili al caldo rispetto all’inizio del secolo, probabilmente come risultato del progresso socioeconomico generale, del miglioramento dei comportamenti individuali e delle misure di salute pubblica, come i piani di prevenzione del caldo attuati dopo l’estate da record del 2003”, ha affermato la prima firmataria dello studio, Elisa Gallo.

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Riesame conferma il carcere anche per ex bodyguard di Fedez

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Il Tribunale del Riesame di Milano ha confermato le ordinanze di custodia cautelare in carcere per due ultrà milanisti Christian Rosiello, anche noto come ex bodyguard di Fedez, e Riccardo Bonissi, entrambi arrestati, assieme ad altre 17 persone, tra cui i vertici delle curve Nord e Sud di San Siro, lo scorso 30 settembre, nell’inchiesta di Polizia e Gdf, coordinata dai pm Paolo Storari e Sara Ombra. I giudici hanno respinto il ricorso delle difese dei due ultras, così come nei giorni scorsi lo stesso Riesame aveva confermato il carcere per Mauro Nepi, ultrà interista anche lui arrestato nell’inchiesta milanese con al centro le curve, i presunti traffici illeciti, le violenze e le infiltrazioni della ‘ndrangheta.

Christian Rosiello, 41 anni, è accusato, assieme al capo ultrà rossonero Luca Lucci ed altri, di estorsione sulla vendita di birre in curva e di associazione per delinquere, sempre con Lucci e altri, tra cui Bonissi, anche per aver preso parte ad una serie di aggressioni. Tra queste pure quella della notte tra il 21 e il 22 aprile scorso ai danni del personal trainer Cristiano Iovino. A quest’ultima avrebbe partecipato anche il rapper Fedez, indagato in un’inchiesta autonoma su questo fatto, ma non iscritto nell’inchiesta sulle curve. Nei giorni scorsi era arrivata anche la conferma degli arresti domiciliari, sempre da parte dei giudici del Riesame, per Gherardo Zaccagni, accusato di fabbricazione di documenti falsi e accesso abusivo a sistema informatico, nonché gestore di parcheggi fuori dallo stadio. Zaccagni, secondo le indagini, avrebbe dovuto versare, attraverso Giuseppe Caminiti, accusato di concorso esterno nell’associazione per delinquere con aggravante mafiosa, 4mila euro al mese ai capi curva nerazzurri. Zaccagni, tra l’altro, nei giorni scorsi è stato interrogato dai pm in Procura. In un’altra tranche autonoma dell’inchiesta milanese è indagato per corruzione tra privati Manfredi Palmeri, consigliere regionale lombardo, per i suoi presunti rapporti, secondo l’accusa, con l’imprenditore interessato, come si leggeva nell’ordinanza del gip, a “garantirsi l’aggiudicazione dell’appalto” per i parcheggi dello stadio di San Siro.

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“Il quadro fu rubato e taroccato”, chiusa l’inchiesta su Sgarbi

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E’ stata chiusa l’inchiesta della procura di Macerata sulla vicenda del quadro del pittore del Seicento senese Rutilio Manetti, che vede indagato l’ex sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. Lo scrive il Fatto quotidiano ,secondo cui Sgarbi sarebbe ora imputato per riciclaggio, autoriciclaggio e contraffazione di opere d’arte e rischierebbe per questo una condanna da 4 a 12 anni di carcere.

A dare il via all’indagine giudiziaria è stata proprio un’inchiesta giornalista del Fatto e di Report sulla tela rubata nel 2013 da un castello di Buriasco e che poi sarebbe riapparsa del tutto identica nove anni dopo a Lucca nella Mostra ” I pittori della luce”curata da Sgarbi , come opera di sua proprietà”, salvo il dettaglio di una torcia in alto a sinistra. Secondo il Fatto nelle conclusioni dei pm sarebbe stata decisiva la perizia sul quadro fatta eseguire dalla procura sulla tela che Sgarbi sostiene aver trovato così com’è nella soffitta della sua villa in provincia di Viterbo.

Perizia che avrebbe concluso che il dipinto in possesso del critico e da gennaio sotto sequestro “sia lo stesso provento di furto e oggetto di denuncia il 14 febbraio 2013” . E a carico di Sgarbi peserebbe anche la confessione di quello che il quotidiano definisce il “pittore-falsario” Pasquale Frongia, che con gli inquirenti avrebbe ammesso:” la torcia nell’originale non c’era, fu lui a chiedermi di aggiungerla”.

E’ sempre il caso di ricordare a chi ci legge che chiunque è da considerarsi innocente sino a sentenza definitiva perchè nel nostro Paese vige il principio di innocenza e non quello di colpevolezza. La colpevolezza la accertano i giudici e una sentenza è definitiva quando viene pronunciata in ultima istanza dalla Cassazione.

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Elena Cecchettin, non sarò in aula, da 11 mesi ho incubi

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“Oggi e lunedì 28 ottobre non sarò presente in aula. Non per disinteresse, ma per prendermi cura di me stessa. Sono più di 11 mesi che continuo ad avere incubi, 11 mesi che il mio sonno è inesistente o irrequieto. La mia salute mentale e soprattutto quella fisica ne hanno risentito. Ho perso il conto delle visite mediche che ho dovuto fare nell’ultimo anno”. Lo scrive oggi Elena Cecchettin, in una storia su Instagram, a proposito dell’udienza che vede oggi Filippo Turetta in aula a Venezia. “Seguirò a distanza anche tramite i miei legali, tuttavia non parteciperò”, aggiunge.

“Sarebbe per me una fonte di stress enorme – prosegue il messaggio di Elena – e dovrei rivivere nuovamente tutto quello che ho provato a novembre dell’anno scorso. Semplicemente non ne sono in grado. Voglio condividere questo, perché penso sia giusto proteggersi quando ne abbiamo bisogno. Sono umana, e come tutti non sono invincibile”. Elena Cecchettin esprime infine “massima solidarietà alle persone che in questi mesi ci sono state vicine e si sono occupate di Giulia, grazie per prendervi cura anche di lei. Grazie a Gabriella, Nicodemo, Stefano e Francesco (i legali della famiglia, ndr), e tutte le altre persone del team”.

Nella foto in evidenza Giulia Cecchettin, la ragazza assassinata

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