”L’amor che move il sole e l’altre stelle”: cerimonia di chiusura in grande stile alle Olimpiadi di Parigi 2024, con Imane Khelif che sventola la bandiera algerina e morde il suo oro, e l’Italia che ha sfilato davanti agli 80.000 spettatori dello Stade de France con i portabandiera tricolori, Rossella Fiamingo e Gregorio Paltrinieri, la coppia azzurra perfetta, che nella capitale olimpica ha conquistato due medaglie a solo un quarto d’ora di distanza. Nella stessa serata di martedì 30 luglio, lui vinceva il bronzo nella finale degli 800 metri stile libero, mentre lei portava a casa il primo storico oro della Spada femminile a squadre al Grand Palais, un successo condiviso con le sue compagne di scherma, Alberta Santuccio, Giulia Rizzi e Mara Navarria nonché una delle più grandi emozioni azzurre di questa XXXIII/a Olimpiade.
“Lo spirito di pace e’ il messaggio che le Olimpiadi lasciano al mondo”, ha detto il presidente Cio, prima che la bandiera olimpica passasse nella mani di Los Angeles per il 2028 e i Giochi fossero dichiarati chiusi. “La Francia si e’ ritrovata”, ha invece detto Tony Estanguet, celebrando i luoghi di gara prima degli atleti (e Bach gli ha fatto sponda, definend i Giochi ‘Seine-sanzionali, un gioco di parole sulla Senna).
Nello Stade de France gremito, la cerimonia di chiusura è cominciata puntuale, alle 21, con il presidente Emmanuel Macron e la moglie Brigitte, che hanno fatto gli onori di casa in tribuna autorità insieme al presidente del Cio, Thomas Bach, che ha resto omaggio alla “Città delle Luci” che ha vibrato al ritmo olimpico e che a fine agosto continuerà a farlo con i giochi Paralimpici. Oggi, per fortuna, nessun problema di pioggia a rovinare lo show, anzi, la serata è cominciata con uno dei brani più celebri di Edith Piaff, ‘Sous le Ciel de Paris’, appunto, interpretato sotto alla mongolfiera dorata con la fiamma olimpica che per quindici ha brillato nei Giardini delle Tuileries, conquistando autoctoni e turisti.
Più breve della mega-sfilata sulla Senna coronata dall’Inno all’amore di Céline Dion sulla Tour Eiffel, il 26 luglio, gran finale è cominciato con il ”ritorno” degli atleti allo stadio, seguito da uno show di 40 minuti, che ha reso omaggio alla Grecia classica, poi conclusosi con un festeggiamento in musica. Per una strana ironia della sorte, più o meno nello stesso momento, le autorità elleniche ordinavano l’evacuazione della storica città di Maratona, vicino ad Atene, minacciata dagli incendi.
Nel palco da 2.800 metri quadri, in una cerimonia stavolta nel segno della tradizione e senza ‘trasgressioni’, i padroni di casa sono stati Air e Phoenix, le due band punte di diamante della cosiddetta ‘French Touch’, la corrente electro-pop d’Otralpe che assieme agli ormai disciolti Daft Punk ha conquistato il pianeta. Fulcro dello show nella nuova Atene di Francia, una specie di opera battezzata ”Records’ (che in inglese significa anche ‘archivi’), misto di rievocazioni passate ed immaginario futurista.
Sono seguiti i discorsi di ringraziamento di Bach e del presidente del comitato organizzativo dei Giochi, Thomas Estanguet. Poi il passaggio di testimone a LA, come un omaggio ai due Paesi. Fu infatti il marchese di La Fayette a combattere per l’indipendenza a stelle e strisce e lungo la Senna, ancora oggi, svetta una copia in miniatura della Statua della Libertà, concepita dallo scultore e patriota francese Frédéric-Auguste Bartholdi. Il colpo di scena finale, Tom Cruise calato dall’alto come Mission Impossible.