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Incidente sull’esodo da bollino nero, feriti e code su A4

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La seconda giornata da bollino nero d’agosto è stata contrassegnata da un incidente avvenuto sull’autostrada A4 nel tratto veneziano, tra Meolo e San Donà in direzione Trieste, che ha costretto alla chiusura del tratto per circa tre ore, in mattinata. In precedenza, intorno alle 7, sulla A16 Napoli-Canosa per un incidente tra Grottaminarda e Lacedonia, in Irpinia, si erano formati 9 chilometri di coda. Sulla A4, invece, nell’incidente, fortunatamente più spettacolare che grave, sono occorse tre ore per normalizzare la situazione: nove auto coinvolte e nove feriti (due dei quali gravi, portati in ospedale in elicottero), e i vigili del fuoco intervenuti per estrarre dalle lamiere gli automobilisti rimasti intrappolati. L’incidente ha aggravato i consueti disagi di una giornata da bollino nero, con tanti veicoli provenienti da Austria, Germania e varie regioni italiane, diretti in Slovenia e Croazia per le vacanze. Insieme con coloro che avevano per destinazione le tradizionali mete balneari della Bassa friulana e del vicino Veneto. Gli operatori di Autostrade Alto Adriatico hanno distribuito acqua agli automobilisti in coda.

La sperimentata sinergia tra Autostrada AA, Polizia Stradale e soccorritori, ha risolto il nodo in breve tempo nonostante si fossero formate code di alcuni chilometri nella zona che sono arrivate a tre chilometri di media alla barriera Lisert di Trieste (dove confluiscono anche i lavoratori di rientro nell’Est Europa). Altrettanti si sono registrati alla barriera di Cordignano (Treviso) e in direzione Portogruaro. Code anche a Villa San Giovanni fino a tre ore per imbarcarsi per la Sicilia, poi attesa scesa a un’ora. In Calabria traffico intenso ma regolare sulle Statali 18 e 106 che portano alle località balneari ma nessuna criticità. Rallentamenti sull’Autostrada dei due mari A2 tra Salerno e Battipaglia e tra Campagna e Sicignano, in Campania. Dall’altro capo dell’Italia, tempi lunghi ma dimezzati per chi deve ‘traghettare’ dalla Francia all’ Italia e viceversa attraverso il traforo del Monte Bianco: attese di un’ora e 30 minuti in entrambe le direzioni.

Tanto traffico e tanti incidenti. Morti due motociclisti: uno, di 57 anni, perché ha investito un cinghiale nell’ Aretino la notte scorsa sulla E45; l’altro, di 53, perché, nel ragusano, ha perso il controllo della moto ed è finito a terra. Sempre in Sicilia, marito e moglie sono morti sulla A-20 Palermo-Messina, in un incidente dalla dinamica ancora incerta. Come incerta è quella di un altro incidente in cui è morta una giovane a Carbonia; un uomo e un bimbo di 3 anni sono rimasti feriti. Tragedia sfiorata per una donna, di 48 anni, sbalzata fuori dall’auto su un pendio, mentre la vettura precipitava per 200 metri, nel Pesarese. E a Civita Castellana due morti in un grave incidente. E sull’esodo insiste l’afa: le 9 città oggi ‘rosse’ secondo il ministero della Salute, domani diventeranno 14.

Il caldo non allenterà la morsa nemmeno con il buio: si prevedono notti ‘tropicali’, in particolare in tutta la Liguria, a Massa, Messina, Reggio Calabria e Treviso, con minime intorno ai 25°C. Il termometro salirà tra domenica e lunedì fino a 27-29°C (Genova, Savona, La Spezia, Massa e Messina; ancora oltre i 25°C di minima da Trieste in giù, da Gorizia a Palermo passando perNapoli, Pisa e Rimini). Per non parlare delle massime torride. Una per tutte: in Alto Adige temperature superiori ai 35 gradi.

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Cronache

Deteneva 12 kg droga, armi e munizioni, arrestato 32enne di Acerra a Lecce

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Più di dodici chili di droga, hashish, marijuana e cocaina, tre pistole pronte all’uso, centinaia di proiettili, una lanciarazzi e circa 5mila euro in contanti ritenuti il provento dello spaccio. È questo il bilancio del sequestro effettuato nel corso di una operazione messa a segno dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, che hanno arrestato un pregiudicato 32enne della zona. L’uomo, Antonio Baldassarre 32enne di Acerra (Napoli) ma residente a Lecce, aveva nascosto l’ingente quantitativo di droga e le armi all’interno di due garage nella sua disponibilità. Il nervosismo mostrato durante il controllo ha insospettito i militari. Dopo aver consegnato ai carabinieri un sacchetto contenente 2 kg e mezzo di hashish occultato sotto il sellino della moto, i militari hanno fatto scattare la perquisizione nei due garage di pertinenza dove poi è stato scoperto l’ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.

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Uccide la moglie e si presenta ai carabinieri

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Femminicidio a Sestri Levante questa mattina. Un uomo di 74 anni, Giampaolo Bregante, ha sparato alla moglie, Cristina Marini. Dopo l’omicidio si è presentato dai carabinieri e ha confessato. Secondo le prime informazioni l’uomo ha detto di avere ucciso la moglie per “porre fine alla sua depressione e visto che la moglie si rifiutava di prendere le medicine per le cure”. Sul posto sono arrivati i medici del 118 e i carabinieri del nucleo investigativo. I militari sono coordinati dal pm Stefano Puppo.

Comandante di lungo corso, Giampaolo Brigante è conosciuto come una persona tranquilla, amante del mare. Ieri era con alcuni suoi amici a giocare a pinnacolo, come tutti i giorni. “Amava raccontare le sue avventure per mare sui traghetti – raccontano gli amici – Era preoccupato solo per la depressione della moglie ma non faceva trapelare nulla”. Il primo ad accorrere sul luogo dell’omicidio è stato il figlio Righel avvisato dal padre dopo che aveva sparato alla moglie, assieme ai carabinieri che avevano ricevuto la telefonata da parte dell’omicida. Il corpo di Cristina Marini si trovava riverso in cucina. Giampaolo Bregante è stato quindi condotto nella caserma di via Val di Canepa a disposizione del magistrato di turno.

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San Gennaro fa il miracolo e il Cardinale chiede giustizia sociale per Napoli

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Questa mattina, alle 10 in punto, il miracolo di San Gennaro si è ripetuto nel Duomo di Napoli, portando con sé un profondo significato religioso e sociale. Come da tradizione, l’annuncio della liquefazione del sangue del santo Patrono è stato dato dall’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, ai fedeli che gremivano la cattedrale. Il sangue, contenuto nella famosa ampolla, era già sciolto al momento in cui è stato portato sull’altare maggiore, trasportato dai seminaristi. La celebrazione eucaristica, come sempre, ha attirato numerosi fedeli e personalità illustri, tra cui il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il governatore Vincenzo De Luca, il principe Carlo di Borbone, il principe Emanuele Filiberto di Savoia e l’attrice Marisa Laurito.

La tradizione del miracolo di San Gennaro, atteso tre volte l’anno – il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre – è un momento di grande devozione per i napoletani, che vedono in questo evento un segno di protezione e speranza.

Durante la sua omelia, l’arcivescovo Battaglia ha collegato il miracolo del sangue con la sofferenza e le difficoltà vissute dalla città. “Questo sangue si mescola sempre con il sangue dei poveri, degli ultimi, con il sangue versato a causa della violenza e del degrado sociale”, ha dichiarato, ricordando tragedie recenti come il crollo di Scampia e l’esplosione di Forcella. Con queste parole, Battaglia ha voluto sottolineare la necessità di una risposta collettiva e solidale alle sfide che Napoli affronta quotidianamente.

L’arcivescovo ha proseguito il suo discorso ponendo l’accento sull’importanza di affrontare le emergenze sociali come opportunità per costruire un futuro di giustizia e pace. Ha menzionato l’emergenza educativa e abitativa come priorità che richiedono interventi immediati, ma che al tempo stesso offrono la possibilità di disegnare una nuova traiettoria per la città. “Occorre avere il coraggio di superare la logica della competizione ad oltranza per abbracciare quella della cooperazione”, ha esortato Battaglia, invitando la comunità a riscoprire il valore della solidarietà e della cura reciproca.

Napoli, città dalle profonde contraddizioni ma anche dalle grandi risorse umane, è stata al centro di un appello accorato a ripartire da quei gesti semplici ma fondamentali che la sorreggono ogni giorno: “Ricorda sempre di custodire con tutto te stessa e ripartire ogni giorno dalle poche cose che contano”, ha detto Battaglia, invitando i napoletani a non voltare mai lo sguardo di fronte alla sofferenza altrui e a lottare per una città più giusta e pacifica.

Il miracolo di San Gennaro, dunque, non è solo un evento religioso, ma un invito a riscoprire la dimensione della solidarietà, della cooperazione e della speranza, elementi essenziali per costruire una Napoli migliore e più equa. Concludendo, l’arcivescovo ha invocato la protezione del santo Patrono affinché il segno del suo sangue “ravvivi sempre in noi il desiderio di realizzare per la nostra terra e per il mondo intero il sogno di Dio”.

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