In Italia la criminalità organizzata continua a intrufolarsi nelle attività economiche legali e si porta a casa fondi dell’entità di qualche punto di Pil. A lanciare l’allarme è stato oggi il direttore generale della Uif, l’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, Enzo Serata, che ha parlato davanti alla commissione bicamerale di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere. “L’esperienza maturata dalla Uif in questi anni, basata sulla complessa e delicata attività di intelligence finanziaria svolta – ha detto ai parlamentari riuniti in un’audizione su criminalità organizzata ed economia legale il responsabile dell’unità che fa capo, anche se con piena autonomia, a Bankitalia – evidenzia la persistenza del pericolo di contaminazione dell’economia legale da parte della criminalità organizzata”.
A parlare chiaramente sono i numeri: le stime della Uif vedono infatti un valore del riciclaggio in Italia per il periodo 2018-2022 “attorno all’1,5-2,0% del Pil, corrispondenti a circa 25-35 miliardi di euro”. Un danno perpetrato da un numero di soggetti piuttosto elevato: secondo uno studio della Uif, ad esempio, nel periodo 2005-2020 ben 106.000 aziende, pari a circa il 2% del totale di quelle iscritte al Registro delle imprese nel periodo, sono risultate potenzialmente prossime a contesti di criminalità organizzata. Serata ha ricordato anche che il Paese “vive una fase storica cruciale”: le risorse messe a disposizione dal Pnrr sono infatti “un’occasione straordinaria di sviluppo e di crescita” ma al tempo stesso offrono “ulteriori opportunità alle organizzazioni criminali, interessate a inserirsi nei settori che più beneficiano di commesse pubbliche e a condizionare, tramite varie forme di corruzione, l’attività delle amministrazioni pubbliche”.
Le consorterie mafiose confermano un grande interesse al settore dei giochi e delle scommesse, con circa il 5% delle SOS a rischio criminalità organizzata riconducibile al settore del gaming. Da segnalare anche la partecipazione a bandi di gara per la concessione di beni demaniali, e la corruzione, che resta uno dei mezzi attraverso cui la criminalità si infiltra nel mondo politico e amministrativo, condizionandone le scelte. Nel 2023 la Uif ha ricevuto poco più di 150.000 SOS classificate come potenzialmente riconducibili a contesti di criminalità organizzata, con un calo del 3% rispetto all’anno precedente.
Il 18% delle segnalazioni ha riguardato la Lombardia, seguita da Campania (14,5%), Lazio (12,6%) e Sicilia (6,3%); si osserva inoltre un considerevole incremento dell’operatività online (9,3% rispetto al 3,7% del 2022). Tra le grandi città, Roma (10,3%), Milano (9,8%) e Napoli (9,7%) sono le prime tre province in valore assoluto per concentrazione di volumi di operatività astrattamente ascrivibili a contesti di criminalità organizzata. Serata ha assicurato comunque che negli ultimi anni, grazie al contributo dei vari attori coinvolti, l’apparato antiriciclaggio “ha prodotto risultati significativi”. Ma, ha aggiunto, occorre comunque “continuare a investire in strumenti tecnologici e in competenze, come pure assicurare forme sempre più intense di collaborazione tra tutti gli attori del sistema di prevenzione”.