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Persano, a fuoco migliaia di ecoballe: rischio disastro ambientale

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Un denso e minaccioso fumo nero ha invaso l’area militare di Persano nel comune di Serre, Salerno, a seguito di un vasto incendio che ha coinvolto migliaia di ecoballe di rifiuti. L’incidente, verificatosi nel tardo pomeriggio, rappresenta un grave rischio di disastro ambientale in una zona rinomata per le sue eccellenze agricole.

L’incendio è scoppiato per cause ancora da accertare tra le decine di migliaia di ecoballe stoccate da anni all’interno del comprensorio militare. La colonna di fumo nero, visibile a chilometri di distanza, ha allarmato le comunità locali e le autorità. Sul posto sono intervenute quattro squadre dei vigili del fuoco, impegnate nelle difficili operazioni di spegnimento delle fiamme. Fra i commenti degli abitanti della zona il sentimento diffuco è: “volevamo far sparire quelle ecoballe ma non così”…

Il sito, sebbene isolato, non è immune dalle preoccupazioni per la salute pubblica. Il timore principale riguarda le esalazioni tossiche provenienti dai rifiuti, che potrebbero raggiungere i centri abitati vicini, mettendo a rischio la popolazione locale.

In particolare, il sindaco del comune limitrofo di Eboli, Mario Conte, ha prontamente emesso un’ordinanza precauzionale. L’ordinanza dispone che tutti i residenti mantengano chiuse porte e finestre delle abitazioni, delle attività commerciali, industriali e di servizio fino a cessato allarme, al fine di prevenire il possibile passaggio di inquinanti.

L’incendio rappresenta una minaccia diretta anche per l’agricoltura locale. Il sindaco Conte ha ordinato il monitoraggio e la verifica dell’assenza di residui di fumo sui prodotti ortofrutticoli coltivati in campo aperto nelle zone di S. Cecilia, Tavernanova e Foce Sele, prima di procedere alla raccolta, vendita e consumo degli stessi. Questa misura preventiva resterà in vigore per almeno due giorni, in attesa dei risultati delle indagini dell’Arpac.

L’incendio a Persano

A complicare ulteriormente la situazione, si segnala che a Persano sono stoccati rifiuti al centro di un’inchiesta della procura di Salerno. Questi rifiuti erano stati spediti nel 2020 in Tunisia all’interno di 70 container e poi riportati in Campania a seguito della scoperta di alcune irregolarità. L’incendio di Persano è un grave monito sulla gestione dei rifiuti e la sicurezza ambientale. Mentre le autorità lavorano per spegnere le fiamme e mitigare l’impatto dell’incidente, l’attenzione resta alta per prevenire ulteriori conseguenze sulla salute pubblica e sull’economia agricola della regione.

Per foto e video si ringrazia il collega Guido Carione e i Vigili del Fuoco di Salerno

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Ritirati 12 bambini da scuola, ‘troppi stranieri in classe’

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Dopo appena quattro giorni dall’inizio delle lezioni, i genitori di 12 alunni di prima elementare di nazionalità italiana, iscritti all’istituto comprensivo ‘Aspri’ di Fondi (Latina), hanno portato i loro figli in altri istituti della città. Le famiglie – scrive Repubblica – non hanno accettato che quella classe fosse composta per oltre il 50% (14-16 alunni) da bambini di nazionalità indiana, pakistana e albanese.

“Questo è razzismo”, hanno denunciato le famiglie di nazionalità indiana, una comunità numerosa, che nella città che ospita il più grande mercato ortofrutticolo d’Italia, il Mof, manda avanti le decine di aziende agricole. Le famiglie italiane – spiega inoltre l’articolo – hanno deciso di allontanare i bambini dai compagni di altre nazionalità.

“Restano indietro, non possono portare avanti il programma con tutti quegli alunni che non parlano neppure italiano”, hanno detto. Le famiglie di nazionalità indiana, sostenute dal presidente della comunità indiana del Lazio, Gurmuk Singh, denunciano una forma di discriminazione nei confronti dei loro figli e stanno valutando se ritirare anche loro i bambini dall’ ‘Aspri’.

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Il mistero della statua egizia, indagini in corso dopo l’incidente nei Quartieri Spagnoli: Chiara è grave

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Nessuno l’aveva mai notata prima di domenica pomeriggio, quella piccola statua che riproduceva un animale stilizzato secondo l’antica arte egiziana. Eppure, per qualche inspiegabile ragione, si trovava lì, in un punto indefinito, fuori dal raggio visivo degli abitanti di un antico edificio nei Quartieri Spagnoli di Napoli. Un oggetto nero, lungo una ventina di centimetri, dal peso considerevole di circa dieci chili, sconosciuto a tutti fino a quando, in un tragico attimo, è caduto colpendo una turista di Padova, Chiara Jaconis.

L’incidente è avvenuto in via Santa Teresa agli Spagnoli, all’angolo con Vico Storto Sant’Anna di Palazzo. La polizia è già tornata due volte sul luogo dell’incidente, guidata dalle ipotesi investigative del pubblico ministero Gloria Sanseverino, sotto la direzione degli aggiunti Pierpaolo Filippelli e Simona Di Monte. Le accuse principali ruotano intorno alla mancata manutenzione o sicurezza e alle lesioni colpose. Le ipotesi sono due: la statua sacra, forse un elefante, era posizionata in modo inadeguato su un balcone, oppure qualcuno l’ha maneggiata imprudentemente, provocandone la caduta.

Un video, fornito da un gestore di bed and breakfast, ha immortalato l’esatto momento del crollo. La traiettoria verticale sembra escludere l’ipotesi di un lancio intenzionale dalla parte opposta della strada. La polizia ha condotto un sopralluogo minuzioso nell’edificio al civico 4, ispezionando balconi, terrazzi e raccogliendo frammenti della statua.

Nonostante gli interrogatori, nessuno degli abitanti sembra riconoscere la statua. Nessuno l’ha mai vista, eppure quella figura egizia è caduta, provocando un impatto drammatico. Alcuni residenti suggeriscono di controllare gli edifici di fronte, avanzando l’ipotesi di un rimbalzo. Tuttavia, le geometrie non sembrano avvalorare questa teoria.

Resta un mistero. In un palazzo dove si svolge la vita quotidiana, nessuno sembra sapere da dove sia arrivata quella statua. Nessuno ha fornito informazioni utili, e intanto le indagini continuano a concentrarsi sulla tragica vicenda di Chiara, vittima di un oggetto dall’origine sconosciuta, che ha lasciato tutti con una domanda: chi è il responsabile?

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Strage in famiglia: 17enne rivede i nonni in carcere

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A distanza di poco più di due settimane dalla strage di Paderno Dugnano, nel Milanese, avvenuta nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre, il 17enne, che ha ucciso a coltellate padre, madre e fratello di 12 anni, oggi ha incontrato nel carcere minorile Beccaria i nonni. Nonni che da giorni avevano chiesto di vederlo perché, comunque, malgrado ciò che è successo e che resta senza una vera spiegazione, hanno deciso di non abbandonare il nipote e di “sostenerlo”. Cinque giorni fa il Tribunale per i minorenni di Milano aveva autorizzato, su richiesta della difesa, il colloquio, dopo che sia il 17enne che i nonni, così come gli altri familiari, avevano manifestato la loro disponibilità. I nonni, ma allo stesso modo gli zii del ragazzo, hanno più volte ripetuto, infatti, che vogliono rimanergli vicino e vogliono aiutarlo nel suo percorso giudiziario. E oggi si è trattato ovviamente, da quanto si è saputo, di un incontro toccante, fatto di lacrime, parole e silenzi.

“Volevo proprio cancellare tutta la mia vita di prima”, aveva messo a verbale, interrogato, il ragazzo parlando di un suo “malessere” che durava da tempo, ma che si era acuito in estate, e dicendo di sentirsi “estraneo” rispetto al mondo. E aveva spiegato, però, che non ce l’aveva con la sua famiglia nello specifico e non aveva, dunque, fornito un movente preciso per la strage. La difesa, con legale Amedeo Rizza, intanto, punta su una consulenza psichiatrica affidata ad un esperto per una successiva richiesta di perizia, affinché venga accertato se al momento dei fatti il giovane avesse o meno un vizio di mente. Per la difesa, inoltre, non può reggere nel procedimento l’aggravante della premeditazione, contestata, invece, dalla procuratrice facente funzione per i minori di Milano, Sabrina Ditaranto, e dalla pm Elisa Salatino nell’accusa di triplice omicidio. Aggravante riconosciuta dalla gip Laura Pietrasanta nella misura cautelare.

Il ragazzo, dopo l’incontro con i nonni di oggi, è stato poi trasferito, da quanto si è saputo, dal carcere minorile Beccaria di Milano a quello di Firenze.

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