Avrebbe costretto tre giovanissime allieve, tra gli 8 e i 12 anni, a subire atti sessuali durante gli allenamenti: con l’accusa di violenza sessuale un 68enne maestro di arti marziali è stato arrestato, e messo ai domiciliari, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Salerno. La misura cautelare, disposta dal gip Giandomenico D’Agostino su richiesta dell’ufficio inquirente diretto da Giuseppe Borrelli, è stata eseguita dalla Polizia postale, Sezione sicurezza cibernetica. I fatti contestati dalla procura (le indagini sono coordiante dal sostituto procuratore Gianpaolo Nuzzo) sono avvenuti nel Salernitano e risalgono al luglio 2023, quando le tre bambine sarebbero state oggetto delle molestie del maestro, in particolare durante lo stretching. L’inchiesta nasce dalle denunce presentate dai genitori di due delle tre piccole vittime.
Dopo la notifica della misura cautelare la polizia ha perquisito l’abitazione dell’indagato. Sottoposti a controllo anche il telefono cellulare e il computer del maestro di arti marziali, che nelle prossime ore dovrebbe essere ascoltato dal gip. Quello su cui indaga la procura di Salerno è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi di abusi avvenuti nel mondo dello sport minorile. Un fenomeno, quello più in generale della violenza in ambito sportivo, sul quale solo pochi mesi fa il presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, aveva lanciato l’allarme, sottolineando che quello dello sport “è ancora un mondo troppo chiuso” e che “le denunce di reato sono scarse… perchè c’è una scarsa sensibilizzazione complessiva verso la tematica”.
Quello che è accertato, diceva Roia, è che le forme di violenza si realizzano “dove c’è una posizione di dominanza, che può condizionare la vita dell’atleta come un allenatore, un dirigente, e una posizione di fragilità che è rappresentata dall’atleta”. Uno schema che “si innesta in una situazione ad oggi molto chiusa” e che ritroviamo nei numerosi precedenti di cui si sono occupati in tempi recenti le cronache.
Solo per citare alcuni esempi, c’è il caso dell’allenatore di calcio giovanile, trentacinquenne, indagato dalla procura di Ivrea per molestie a quattro ragazzini durante un campus estivo, oppure del 52enne allenatore di tennis condannato a quattro anni e mezzo, nella stessa città piemontese, per violenza sessuale e maltrattamenti ai danni di una giovane tennista. Per molestie su baby-calciatori e detenzione di immagini pedopornografiche è invece stato rinviato a giudizio a Firenze un allenatore di 34 anni, mentre una condanna pesantissima – dieci anni – è stata inflitta a Trieste ad un altro ex allenatore di calcio del settore giovanile che avrebbe compiuto abusi su 15 giocatori della squadra.