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Cronache

Castiglione, un gioiello di Capri ora nelle mani di Amelia Grimaldi

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Castiglione, una dimora storica incastonata sulla scogliera di Capri, ha recentemente cambiato proprietà. In un’asta molto attesa, questo magnifico immobile è stato aggiudicato ad Amelia Grimaldi, una dei quattro fratelli soci del prestigioso gruppo armatoriale Grimaldi.

La famiglia Grimaldi ha forti legami con l’isola azzurra, e questa acquisizione rappresenta una sicurezza per il futuro di uno degli immobili più prestigiosi di Capri. Dopo l’annuncio della messa all’asta, c’era il timore che la dimora, un ex fortino militare, potesse finire nelle mani di un fondo straniero o, peggio, di uno speculatore. Fortunatamente, questi timori sono stati scongiurati.

La vendita di Castiglione è avvenuta attraverso un’esecuzione immobiliare post legge 80, dopo un’espropriazione forzata. L’asta senza incanto dell’unico lotto si è celebrata ieri al Tribunale di Napoli, con offerte per la piena proprietà a partire da poco più di 22 milioni di euro, per un prezzo base di 29,5 milioni di euro. L’asta è stata vinta da Amelia Grimaldi con un’offerta di 18,1 milioni di euro.

Un tempo, la villa era di proprietà del finanziere venezuelano De Mase, amico dell’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone. Successivamente, fu messa in vendita per una cifra considerevole di 40 milioni di euro. Negli ultimi anni, è stata affittata alla famiglia Manfredi Ceglia, proprietaria dell’hotel Punta Tragara, che ha mantenuto alta la reputazione di questa dimora esclusiva.

L’acquisto da parte di Amelia Grimaldi è una mossa strategica di grande rilievo. La scelta di investire in una proprietà così prestigiosa e ricca di storia testimonia la volontà della famiglia Grimaldi di consolidare il proprio legame con Capri. Castiglione si estende su un’area di 30.000 metri quadri, con giardini curatissimi e terrazze panoramiche che offrono una vista mozzafiato sui Faraglioni e sul golfo di Napoli. Al centro di questo paradiso si trova una piscina che sembra sospesa nel vuoto.

Gli interni di Castiglione sono un perfetto connubio tra eleganza e maestosità. Mille metri quadri di puro lusso, con un grande salone dotato di ampie vetrate che incorniciano il panorama marino e un imponente camino in ceramica. La villa è stata completamente ristrutturata e arredata nel 2021, coniugando il fascino della storia con il comfort e le tecnologie più moderne.

Castiglione ha una storia che risale a duemila anni fa, quando pare esistesse un tempio greco alla sommità del Monte Castiglione. L’imperatore Tiberio ne fece una fortezza, e dopo il decadimento dell’età imperiale, furono aggiunte mura fortificate e torri durante il periodo medievale. Nel 1955, il principe Roberto Caracciolo di San Vito costruì una villa sui resti del rudere romano e del castello medievale. La proprietà passò poi al magnate americano Gerber, noto per gli omogeneizzati, che trasformò Castiglione in un gioiello prima di cederla ai De Mase.

Nel 2014, Villa Castiglione fu eletta dai lettori del «Wall Street Journal» come la «casa» più bella d’Europa. Ora, con la nuova proprietà di Amelia Grimaldi, Castiglione continuerà a essere un simbolo di lusso e storia, mantenendo la sua eredità e bellezza intatte per le generazioni future.

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Cronache

Deteneva 12 kg droga, armi e munizioni, arrestato 32enne di Acerra a Lecce

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Più di dodici chili di droga, hashish, marijuana e cocaina, tre pistole pronte all’uso, centinaia di proiettili, una lanciarazzi e circa 5mila euro in contanti ritenuti il provento dello spaccio. È questo il bilancio del sequestro effettuato nel corso di una operazione messa a segno dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, che hanno arrestato un pregiudicato 32enne della zona. L’uomo, Antonio Baldassarre 32enne di Acerra (Napoli) ma residente a Lecce, aveva nascosto l’ingente quantitativo di droga e le armi all’interno di due garage nella sua disponibilità. Il nervosismo mostrato durante il controllo ha insospettito i militari. Dopo aver consegnato ai carabinieri un sacchetto contenente 2 kg e mezzo di hashish occultato sotto il sellino della moto, i militari hanno fatto scattare la perquisizione nei due garage di pertinenza dove poi è stato scoperto l’ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.

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Cronache

Uccide la moglie e si presenta ai carabinieri

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Femminicidio a Sestri Levante questa mattina. Un uomo di 74 anni, Giampaolo Bregante, ha sparato alla moglie, Cristina Marini. Dopo l’omicidio si è presentato dai carabinieri e ha confessato. Secondo le prime informazioni l’uomo ha detto di avere ucciso la moglie per “porre fine alla sua depressione e visto che la moglie si rifiutava di prendere le medicine per le cure”. Sul posto sono arrivati i medici del 118 e i carabinieri del nucleo investigativo. I militari sono coordinati dal pm Stefano Puppo.

Comandante di lungo corso, Giampaolo Brigante è conosciuto come una persona tranquilla, amante del mare. Ieri era con alcuni suoi amici a giocare a pinnacolo, come tutti i giorni. “Amava raccontare le sue avventure per mare sui traghetti – raccontano gli amici – Era preoccupato solo per la depressione della moglie ma non faceva trapelare nulla”. Il primo ad accorrere sul luogo dell’omicidio è stato il figlio Righel avvisato dal padre dopo che aveva sparato alla moglie, assieme ai carabinieri che avevano ricevuto la telefonata da parte dell’omicida. Il corpo di Cristina Marini si trovava riverso in cucina. Giampaolo Bregante è stato quindi condotto nella caserma di via Val di Canepa a disposizione del magistrato di turno.

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San Gennaro fa il miracolo e il Cardinale chiede giustizia sociale per Napoli

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Questa mattina, alle 10 in punto, il miracolo di San Gennaro si è ripetuto nel Duomo di Napoli, portando con sé un profondo significato religioso e sociale. Come da tradizione, l’annuncio della liquefazione del sangue del santo Patrono è stato dato dall’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, ai fedeli che gremivano la cattedrale. Il sangue, contenuto nella famosa ampolla, era già sciolto al momento in cui è stato portato sull’altare maggiore, trasportato dai seminaristi. La celebrazione eucaristica, come sempre, ha attirato numerosi fedeli e personalità illustri, tra cui il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il governatore Vincenzo De Luca, il principe Carlo di Borbone, il principe Emanuele Filiberto di Savoia e l’attrice Marisa Laurito.

La tradizione del miracolo di San Gennaro, atteso tre volte l’anno – il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre – è un momento di grande devozione per i napoletani, che vedono in questo evento un segno di protezione e speranza.

Durante la sua omelia, l’arcivescovo Battaglia ha collegato il miracolo del sangue con la sofferenza e le difficoltà vissute dalla città. “Questo sangue si mescola sempre con il sangue dei poveri, degli ultimi, con il sangue versato a causa della violenza e del degrado sociale”, ha dichiarato, ricordando tragedie recenti come il crollo di Scampia e l’esplosione di Forcella. Con queste parole, Battaglia ha voluto sottolineare la necessità di una risposta collettiva e solidale alle sfide che Napoli affronta quotidianamente.

L’arcivescovo ha proseguito il suo discorso ponendo l’accento sull’importanza di affrontare le emergenze sociali come opportunità per costruire un futuro di giustizia e pace. Ha menzionato l’emergenza educativa e abitativa come priorità che richiedono interventi immediati, ma che al tempo stesso offrono la possibilità di disegnare una nuova traiettoria per la città. “Occorre avere il coraggio di superare la logica della competizione ad oltranza per abbracciare quella della cooperazione”, ha esortato Battaglia, invitando la comunità a riscoprire il valore della solidarietà e della cura reciproca.

Napoli, città dalle profonde contraddizioni ma anche dalle grandi risorse umane, è stata al centro di un appello accorato a ripartire da quei gesti semplici ma fondamentali che la sorreggono ogni giorno: “Ricorda sempre di custodire con tutto te stessa e ripartire ogni giorno dalle poche cose che contano”, ha detto Battaglia, invitando i napoletani a non voltare mai lo sguardo di fronte alla sofferenza altrui e a lottare per una città più giusta e pacifica.

Il miracolo di San Gennaro, dunque, non è solo un evento religioso, ma un invito a riscoprire la dimensione della solidarietà, della cooperazione e della speranza, elementi essenziali per costruire una Napoli migliore e più equa. Concludendo, l’arcivescovo ha invocato la protezione del santo Patrono affinché il segno del suo sangue “ravvivi sempre in noi il desiderio di realizzare per la nostra terra e per il mondo intero il sogno di Dio”.

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