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Cronache

La parole del padre a Turetta e le polemiche per le intercettazioni diventate pubbliche

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“Hai fatto qualcosa, però non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza. Non sei un terrorista”. Così, intercettato, diceva Nicola Turetta nel primo colloquio con il figlio Filippo il 3 dicembre scorso, nella casa di reclusione di Montorio. Parole che scavano un baratro umano tra la famiglia della vittima, Giulia Cecchettin, e quella del reo confesso dell’omicidio. E la sorella di Giulia, Elena, nelle stories su Instagram sembra replicare a quelle parole rifiutando “ogni normalizzazione del femminicidio”. La conversazione, intercettata dagli investigatori, fa esplodere la polemica sulla diffusione di quelle parole: le Camere Penali giudicano il fatto “grave perchè non aggiunge nulla alle indagini né alla cronaca, si tratta solo di voyeurismo fuori luogo”, dice il segretario, Rinaldo Romanelli. Condanna anche da parte del capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia a Palazzo Madama, Pierantonio Zanettin che sollecita Nordio a “iniziative ispettive per verificare possibili violazioni di legge”.

Il 3 dicembre, giorno del colloquio intercettato, è una data cruciale: Nicola Turetta ed Elisabetta Martini incontrano Filippo per la prima volta da quel sabato 10 novembre nel quale il 22enne è uscito di casa con la sua Fiat Punto determinato a porre fine alla vita dell’ex fidanzata, Giulia. Filippo è ristretto in carcere dal 25 novembre, dopo essere stato preso in Germania al termine della lunga fuga che ha concluso il suo piano criminoso. Anche i suoi genitori hanno vissuto settimane terribili, nel dubbio che il figlio si potesse essere suicidato. Ma Filippo non c’è riuscito, non ha avuto il coraggio per farlo. Almeno così ha raccontato agli inquirenti. A Nicola Turetta escono così queste frasi, mentre Filippo si guarda intorno nella saletta del parlatorio del carcere, forse sospettando di essere intercettato.

“Devi farti forza. Non sei l’unico… Ci sono stati parecchi altri… Però ti devi laureare”. Filippo si preoccupa per il papà, gli chiede se a causa del clamore della vicenda sia stato licenziato dal lavoro, per colpa sua. “Ci sono altri 200 femminicidi! – risponde il padre – Poi avrai i permessi per uscire, per andare al lavoro, la libertà condizionale. Non sei stato te, non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti”. Affermazioni che, lette oggi, scavano una distanza siderale con le parole di dolore e cordoglio che Nicola Turetta aveva indirizzato Gino Cecchettin e i fratelli di Giulia, implorandoli del perdono. Parole che spingono Elena Cecchettin a una nuova presa di posizione: “continuiamo a fare rumore, a rompere questo silenzio omertoso -scrive su Instagram- Per Giulia, per tutti gli altri ‘duecento’ femminicidi, nessuna vittima resti solo statistica”.

Vittime non di mostri, ribadisce, “ma di una normalizzazione sistematica della violenza”. Pur inserite nel fascicolo, queste intercettazioni non avranno probabilmente alcun peso nel processo in Corte d’Assise che si aprirà per Filippo il 23 settembre a Venezia. Negli spezzoni pubblicati non ci sarebbe però tutto: agli atti dell’inchiesta figurano altri stralci nei quali il tono di Nicola Turetta è ben diverso, e non nasconde nulla della gravità del fatto di cui il figlio si è macchiato. Il genitore lo invita poi a “dire tutto” agli avvocati difensori, a non tacere niente. Questo dopo che Filippo dice di temere che il suo legale, il professor Giovanni Caruso, affiancato dall’avvocato Monica Cornaviera, lo possa abbandonare, perchè “magari non ce la faccio a riferirgli tutto”. Ma l’avvocato Caruso, in occasione dell’interrogatorio-fiume dell’1 dicembre 2023 aveva sottolineato come Turetta fosse stato “del tutto veridico e completo”.

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A Napoli fiaccolata per Chiara, “Perdonaci”

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Centinaia di persone hanno preso parte a Napoli alla fiaccolata organizzata in serata in memoria di Chiara Jaconis, la giovane padovana morta dopo essere stata colpita in testa da un vaso domenica scorsa mentre passeggiava nei Quartieri Spagnoli. Dalla gente del quartiere si è più volte levato il grido “perdonateci” rivolto ai familiari della 30enne veneta. “Napoli forse non è la città più bella del mondo ma ha la popolazione più bella del mondo”, ha detto Gianfranco Jaconis, il padre di Chiara presente con la sorella della ragazza, Roberta. Centinaia i cittadini dei Quartieri Spagnoli che lo attendevano con in mano candele accese e palloncini bianchi, tanti lo hanno abbracciato.

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Cronache

Turista morta a Napoli, video dell’incidente acquisito dalla Ps

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Su delega della Procura di Napoli è stato acquisito dalla Polizia il video registrato da un sistema di videosorveglianza che ritrae il momento in cui la statuetta colpisce al capo Chiara Jaconis, la turista padovana di 30 anni deceduta in ospedale a Napoli a causa delle gravi ferite riportate nell’incidente avvenuto domenica pomeriggio nel cuore dei Quartieri Spagnoli. Le immagini – confluite nel fascicolo aperto dagli inquirenti che, al momento, potizzato l’omicidio colposo – ritraggono le fasi immediatamente precedenti la tragedia e l’esatto momento in cui la statuina, frantumatasi in pesanti schegge nell’impatto con un balcone, colpisce la giovane al capo.

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Cronache

Auto contro guardrail in A15, un morto

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Un uomo di 81 anni, originario della Campania, è morto in un incidente stradale avvenuto oggi pomeriggio lungo l’autostrada A15 nel tratto tra Pontremoli (Massa Carrara) verso Berceto, nel Parmense. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo, al volante di un’auto di grossa cilindrata, ha improvvisamente impattato il veicolo contro il guardrail. L’impatto violento ha costretto la chiusura temporanea del tratto stradale interessato, in particolare l’autostrada della Cisa, tra i caselli di Pontremoli e Berceto. Il personale di soccorso giunto sul posto non ha potuto fare altro che constatare il decesso del 61enne.

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