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Esteri

Zelensky apre alla Russia al prossimo summit di pace

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Far sedere la Russia al tavolo di un summit di pace entro l’anno: è la proposta che arriva dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, certo di poter arrivare al traguardo di un vertice negoziale a novembre. A ridosso dunque del voto negli Stati Uniti che indicherà chi sarà l’inquilino della Casa Bianca per i prossimi 4 anni. E se dovesse essere Donald Trump, come sembrano indicare i numerosi sondaggi delle ultime ore, Kiev “non ha preoccupazioni”, perché “la gran parte dei repubblicani ci appoggia”, ha detto il leader ucraino in una lunga conferenza stampa a Kiev.

“Lavoreremo insieme. Non sono preoccupato per questo”, ha assicurato Zelensky riferendosi al tycoon, che ha promesso di porre fine alla guerra anche prima dell’eventuale insediamento, a gennaio del 2025. Il summit di pace aperto alla Russia sarà preceduto da ulteriori tre appuntamenti internazionali: “A fine luglio o inizio agosto ci sarà un primo incontro a livello di ministri e consiglieri per la sicurezza nazionale”, ha annunciato Zelensky. Il tema del vertice è quello della sicurezza energetica e si svolgerà “molto probabilmente” a Doha, in Qatar. Ad agosto poi il piano prevede un incontro in Turchia su “libertà di navigazione e sicurezza alimentare”. A settembre infine, in Canada, si metteranno sul tavolo lo scambio prigionieri e il ritorno dei bambini ucraini finiti in Russia, “rapiti” secondo Kiev, “messi in sicurezza” secondo la versione di Mosca.

Se questi tre appuntamenti porteranno a risultati, ha detto il leader ucraino, si potrà procedere all’elaborazione di un piano in dieci punti, e avviare la preparazione “di un secondo summit di pace, al quale penso che debbano partecipare i rappresentanti russi”. Mosca, per ora, tace. Il primo vertice per la pace voluto da Kiev si è tenuto a metà giugno in Svizzera, senza i russi.

La dichiarazione finale non è stata firmata da un nutrito gruppo di invitati, dall’Armenia al Brasile, passando tra gli altri per India, Giordania, Messico, Emirati Arabi, Vaticano e anche Arabia Saudita. E forse significativamente in questo quadro, il secondo summit – secondo la stampa ucraina – si dovrebbe celebre proprio a Riad. Sul terreno intanto prosegue un conflitto dai tratti ultramoderni, segnato dall’uso massiccio di droni e missili di nuova generazione, ma al contempo vetusto, caratterizzato da sortite e ritirate della fanteria con le contrapposte artiglierie a farla da padrone.

Nelle ultime 24 ore sono continuate le schermaglie attorno a Kharkiv, dove però il fronte nord – ha detto Zelensky – è ora un “ostacolo insormontabile” per i russi, costretti ad agire su più direttrici a causa delle difese rafforzate in tutto il settore. I combattimenti odierni più pesanti si registrano nella regione del Donetsk, obiettivo primario delle truppe del Cremlino: una ventina gli attacchi respinti in direzione di Pokrovsky, afferma la Difesa di Kiev, sui quasi 70 registrati fino a metà giornata.

Non è chiaro quante migliaia di soldati siano attualmente schierati in prima linea. Mosca sbandiera il reclutamento nella leva di primavera di 150mila russi, che già da metà aprile sono nei centri di addestramento. Kiev invece, sempre per bocca del suo presidente, assicura che il piano per rimpolpare la forza armata chiamando alle armi 250mila soldati “procede come stabilito”, e anzi ora è necessario “costruire nuovi centri di addestramento, perché quelli che ci sono non bastano”. Un obiettivo al quale contribuirà la Polonia, ha detto Zelensky.

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Breton: von der Leyen non mi voleva, gestione dubbia

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Il francese Thierry Breton accusa Ursula von der Leyen di aver chiesto a Parigi di sostituire il suo nome nel quadro dei negoziati per la formazione della nuova Commissione Ue. Sviluppi che “testimoniano ulteriormente una governance dubbia” e che lo hanno portato alle dimissioni. “Lei ha chiesto alla Francia di ritirare il mio nome – per ragioni personali che in nessun caso lei ha discusso con me direttamente – e ha offerto alla Francia, come scambio politico, un portafoglio che sarebbe più influente. Le sarà ora proposto un altro candidato”, si legge nella lettera di dimissioni di Breton indirizzata a von der Leyen.

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Kiev invita Onu e Croce Rossa nella zona occupata del Kursk

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Il nuovo ministro degli Esteri dell’Ucraina, Andriy Sybiha, ha invitato le Nazioni Unite e il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) a visitare la porzione della regione russa di Kursk che le truppe di Kiev occupano. “L’Ucraina è pronta a facilitarne il lavoro ed a provare che rispetta il diritto umanitario internazionale” in quel territorio russo, ha scritto Sybiha su X.

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Comore, il presidente Assoumani accoltellato: è fuori pericolo

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Il presidente delle Comore, Azali Assoumani, è “fuori pericolo” dopo essere stato ferito venerdì in un attacco con coltello da parte di un poliziotto di 24 anni che è stato trovato morto nella sua cella il giorno dopo. Lo rendono noto le autorità dello Stato africano insulare, citate dai media internazionali. L’attentato è avvenuto intorno alle 14 ora locale a Salimani Itsandra, subito a nord della capitale Moroni. “Il presidente sta bene. Non ha problemi di salute, è fuori pericolo. Gli sono stati dati alcuni punti di sutura”, ha detto ieri sera il ministro dell’Energia comoriano Aboubacar Said Anli in una conferenza stampa. Azali è stato aggredito mentre partecipava a un funerale. Il movente dell’attacco non è stato ancora determinato.

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