Un intenso sciame sismico, culminato con una scossa di magnitudo 2.6 e con epicentro a 2.7 km di profondità nella zona Astroni-Pisciarelli di Pozzuoli, ha scosso ieri l’intera area flegrea. Alle 11:59, in concomitanza con lo sciame, un pezzo di roccia si è staccato da un costone a Monte di Procida, sul lato di Miliscola, provocando una frana e una grande nube di polvere. I bagnanti della vicina Miliscola hanno ripreso l’evento con gli smartphone, alimentando timori e speculazioni sui social media.
Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Mauro Antonio Di Vito, ha chiarito che non c’è alcuna relazione tra lo sciame sismico e la frana, spiegando che lo sciame è stato composto da almeno quattro scosse di magnitudo superiore a 0.5 e una superiore a magnitudo 1.5, anche se solo una è stata percepita dalla popolazione.
L’area colpita dalla frana, situata in zona Torrefumo, è interdetta dal 1984 a causa di precedenti smottamenti, l’ultimo dei quali, nel dicembre 2022, ha portato alla chiusura definitiva di tutti gli chalet nella zona. Gli esperti hanno spiegato che si è trattato di un piccolo distacco di materiali sabbiosi, erosi e alimentati dal vento, evento frequente nella zona. I tecnici dell’Ufficio tecnico comunale e la polizia municipale, attivati dal COC, sono intervenuti subito dopo la frana per valutare la situazione.
Il presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania, Egidio Grasso, ha sottolineato l’importanza di valutare la vulnerabilità degli edifici non solo dal punto di vista sismico, ma anche della stabilità idrogeologica. “La valutazione della vulnerabilità di un fabbricato deve includere la stabilità del terreno e il rischio di frane,” ha dichiarato Grasso, aggiungendo che l’evento di ieri dimostra come l’interazione tra fenomeni sismici e aree a rischio idrogeologico possa avere conseguenze disastrose.
Per garantire la sicurezza delle costruzioni e delle persone, è necessario un approccio integrato che includa l’analisi sismica, la stabilità idrogeologica e una pianificazione territoriale adeguata. In seguito allo sciame sismico e alla frana, il prefetto di Napoli ha convocato una riunione del Centro di Coordinamento dei Soccorsi, coinvolgendo vari enti e istituzioni, tra cui i sindaci di Monte di Procida e Bacoli, la Capitaneria di Porto, la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco, la Regione Campania e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Il neo sindaco di Monte di Procida, Salvatore Scotto di Santolo, ha lanciato un appello per la messa in sicurezza dei costoni, richiedendo un finanziamento già formalizzato nell’ottobre 2023 e inserito nella delibera regionale del gennaio 2024. Scotto di Santolo ha sottolineato l’urgenza di intervenire per il consolidamento del costone interessato dalla frana, coinvolgendo anche il territorio contiguo del comune di Bacoli, e ha ribadito l’importanza di considerare la sismicità nell’analisi della fragilità del costone.
Nonostante la mancanza di correlazione diretta tra lo sciame sismico e la frana, gli eventi recenti hanno evidenziato la necessità di un’azione immediata e coordinata per prevenire ulteriori rischi e garantire la sicurezza della popolazione.