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Euro 24: Watkins ribalta Olanda, Inghilterra è in finale

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Ancora un finale, di un match apertissimo e avvincente, che sorride all’Inghilterra che sfiderà la Spagna domenica a Berlino. Dopo un fantastico primo tempo terminato 1-1 con il bolide in avvio targato Simons pareggiato dal rigore realizzato da Kane, nella ripresa la partita di addormenta e mentre i supplementari sembravano inevitabili al minuto 91 ecco il super gol di Watkins (per il definitivo 2-1) che catapulta la Nazionale dei Tre Leoni a Berlino dove affronterà le Furie Rosse nella finalissima dell’Olypiastadion del 14 luglio. Nello stadio, quello del Borussia Dortmund, che aveva vissuto l’esordio vittorioso dell’Italia contro l’Albania e dove prima del via si era scatenato l’ennesimo diluvio, Koeman sceglie Malen con Simons e Gakpo alle spalle di Depay. Southgate gioca con la difesa a tre, Trippier torna a sinistra, Foden e Bellingham alle spalle di Kane.

Un solo cambiamento rispetto alla formazione dei Three Lions schierata contro la Svizzera nei quarti di finale: Guéhi è rientrato dalla squalifica e torna in squadra al posto di Konsa. Parte forte l’Olanda che dopo solo sette minuti dal fischio di inizio passa in vantaggio: grandissimo gol di Xavi Simons che ruba palla sulla trequarti a Rice e dai trenta metri in zona centrale, quasi in caduta lascia partire un gran destro in diagonale che si infila sotto l’incrocio dei pali alla destra di Pickford. Il vantaggio dell’Olanda non dura molto grazie alla pronta reazione dell’Inghilterra che rimette il match in equilibrio grazie ad un rigore concesso dal Var e realizzato da Harry Kane che aveva subito il fallo dall’interista Dumfries. Subito dopo il laterale campione d’Italia si riscatta salvando sulla linea il possibile del del 2-1 inglese su tiro di Foden. Poi sempre il giocatore dell’Inter è protagonista cogliendo la traversa su colpo di testa. La partita è bella con capovolgimenti continui di fronte e arriva un altro palo, questa volta da parte dell’Inghilterra con un tracciante terra aria di Foden, in serata di grazia.

Alla mezz’ora gli Orange perdono Depay per un problema muscolare: Koeman decide però di cambiare modulo, con Malen che giocherà in zona centrale e Veerman entrato dalla panchina a fare maggiore densità a centrocampo. In avvio di ripresa Southgate cambia: Shaw entra in campo al posto di Trippier, sulla sinistra l’Inghilterra ora può spingere di più. Con l’uscita di Depay all’Olanda mancava un riferimento centrale: Malen cede il posto ad un centravanti di ruolo come Weghorst. Rispetto ai primi 45′ scoppiettanti la partita sembra addormentarsi con entrambe le squadre che faticano a trovare spazi in avanti. Ci vogliono almeno 20 minuti per assistere ad una palla gol.

A sfiorare il vantaggio sono gli Orange: da un calcio di punizione laterale, palla in mezzo, colpisce Van Dijk e Pickford si supera deviando in angolo. Vola alto il coro dei tifosi olandesi in un BVB Stadion quasi tutto arancione con la squadra di Koeman più viva rispetto a quella dei Tre Leoni. Come un lampo al ciel sereno arriva il gol dell’Inghilterra con Saka che viene, però, annullato per fuorigioco. Entrano Palmer e Watkins per Foden e Kane. Ci prova anche l’Inghilterra che, mentre il match sembra avviarsi ai supplementari, trova il gol che le regala la finalissima a Berlino contro la Spagna. Palmer riceve un pallone sporco sulla trequarti, l’esterno si gira e serve il taglio di Watkins dentro l’area, controllo e destro in diagonale del numero 19 inglese che passa proprio tra le gambe di De Vrij e finisce in rete. E’ l’apoteosi per gli inglesi a Dortmund che ammutolisce la marea orange e fa impazzire Kane e compagni e tutta l’Inghilterra in festa Oltre Manica.

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Americas Cup, Luna Rossa batte American Magic e sfiderà Ineos per accedere alla finale contro New Zealand

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Luna Rossa si è qualificata per la finale della Louis Vuitton Cup, dove affronterà Ineos Britannia.

L’equipaggio italiano del team Prada Pirelli ha ottenuto il punto decisivo contro American Magic nell’ottava regata della semifinale, chiudendo la serie con un punteggio di 5-3. Nonostante un iniziale vantaggio di 4-0, Luna Rossa ha visto un parziale recupero da parte degli statunitensi, che si sono portati sul 4-3, prima della reazione decisiva degli italiani. La finale contro Ineos Britannia si giocherà al meglio delle 13 regate a partire dal 26 settembre, e decreterà chi sfiderà Team New Zealand nell’America’s Cup, che si terrà dal 12 ottobre.

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Attesa per Juve-Napoli, per Conte è un ritorno a casa: nessuno potrà cancellare mia storia

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Ritorno nella sua storia, quella che ha scritto prima in campo e poi in panchina e che “nessuno potrà mai cancellare”. Antonio Conte ha presentato, in conferenza stampa, la sfida che il suo Napoli giocherà contro la Juventus all’Allianz Stadium sabato. Gli azzurri arrivano al match dopo il sorpasso in classifica della settimana scorsa, un +1 che ha caricato l’ambiente partenopeo per quella che è sempre stata e sempre sarà la partita. Prima di ogni ragionamento, però, Conte ha voluto ricordare Totò Schillaci con cui ha condiviso i suoi primi passi proprio alla Juventus: “A soli 59 anni ci viene a mancare una persona che per noi del Sud è stato un emblema, una persona che ce l’aveva fatta. Sono veramente molto rattristato e dispiaciuto – ha detto Conte -. Un pensiero alla famiglia per la perdita di un’ottima persona”.

Schillaci nel cuore, la Juventus nella testa: “La mia storia parla di 13 anni trascorsi alla Juve da calciatore dove sono stato capitano e abbiamo vinto tutto. Ho avuto la possibilità di fare l’allenatore e di aprire un ciclo che è durato 9 nove anni. Faccio parte della storia della Juventus e nessuno me la potrà cancellare”, ha affermato Conte che non ha poi nascosto che per lui “sarà una grande emozione” tornare in uno ‘Stadium’ pieno. La prima volta che il tecnico salentino, infatti era tornato a Torino da allenatore, ai tempi dell’Inter, quando arrivò con lo scudetto appena conquistato sul petto, gli spalti erano vuoti a causa delle restrizioni imposte dal Covid: “Ci saranno i tifosi”, ha aggiunto Conte, che ha poi evidenziato che la partita arriva in una “fase di assestamento per le squadre”. Non un match scudetto, al momento, ma una partita da “tre punti”. Un test da affrontare “in modo serio”.

Per quanto riguarda l’avversario Conte si è detto sicuro: “Siamo su due piani diversi, ma credo che entrambe abbiamo voglia di rivalsa. La Juve non si può accontentare del terzo posto dell’anno scorso, noi dell’anno scorso”. Poi un pensiero su Thiago Motta: “È stato un mio calciatore, è un ragazzo molto serio, bravo – ha affermato Conte -. A Bologna ha fatto benissimo, gli auguro il meglio, ma non nelle partite contro di noi. L’eredità che raccoglie è un’eredità pesante, perché Allegri ha scritto parecchie pagine di storia. Allenare la Juve non è mai banale, perché la richiesta è sempre la vittoria”. Quella vittoria che è il centro del lavoro quotidiano di Conte, un lavoro che quest’anno può proseguire liscio perché non ci sono coppe europee. Un vantaggio? Conte ha analizzato le due facce della medaglia: “Non giocare le coppe dà il vantaggio di poter lavorare di più e quando arrivi in un nuovo club hai bisogno di tempo per lavorare sulle tue idee. Se avessimo dovuto giocare tante partite eravamo fregati – ha affermato Conte -. Lo svantaggio è che la rosa non è competitiva come quella di una squadra costruita per fare le coppe”.

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Champions: l’Inter argina il City, 0-0 all’Etihad Stadium

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L’avventura dell’Inter nella nuova Champions League inizia con un pareggio in casa del Manchester City. All’Etihad Stadium finisce 0-0 tra sofferenza e qualche potenziale occasione non sfruttata da parte dei nerazzurri, autori comunque di una bella prestazione a livello caratteriale.

Una gara quasi tutta d’attesa e ripartenze da parte degli uomini di Simone Inzaghi, costretti a serrare le linee per arginare nel miglior modo possibile i citizens, stranamente poco freddi sotto porta in diverse situazioni molto interessanti. Dopo le fatiche d’Europa ora l’Inter sara’ attesa dal delicato derby contro il Milan in campionato. In avvio gli inglesi provano subito a portare grande pressione nella meta’ campo avversaria, cercando il varco per far male ai nerazzurri. Gli uomini di Inzaghi serrano le linee, restano in attesa e appena recuperano palla tentano un paio di discese in contropiede potenzialmente pericolose, ma sempre innocue. Al 24′ la prima vera chance per il City capita sul mancino di Savinho dopo un cross da sinistra, ma il brasiliano impatta male e indirizza sul fondo.

Una decina di minuti piu’ tardi, invece, e’ Haaland a sfiorare il palo alla sinistra di Sommer con un diagonale strozzato dal limite dell’area. La risposta interista e’ affidata prima a Thuram, che al 42′ sbaglia la mira con un destro di prima intenzione su una palla messa al centro da sinistra, poi allo scadere del primo tempo e’ Carlos Augusto ad impegnare Ederson con un mancino da posizione ravvicinata.

Nella ripresa la squadra di Guardiola torna a fare la partita e al 69′ crea una palla gol gigante per il vantaggio: Grealish e Gundogan liberano Foden al tiro dopo un bellissimo scambio nello stretto, il giovane inglese pero’ non riesce ad angolare il destro e viene bloccato da Sommer. L’Inter soffre ma resta viva, tornando a farsi vedere in avanti al 76′ ancora grazie ad una ripartenza conclusa dai neo entrati Dumfries e Mkhitaryan: l’olandese scappa a destra e mette al centro dove arriva l’armeno che calcia alto da posizione invitante. Nel finale gli inglesi premono a caccia del gol vittoria, ma le due ultime chances capitate sulla testa di Gundogan non vanno a buon fine.

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