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Carla Bruni seduce Spoleto, finalmente canto in Italia

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Seducente: con pantaloni di pelle neri attillati e una camicia di seta Carla Bruni è salita sul palco del teatro romano di Spoleto per ‘una serata acustica’. Niente effetti speciali (anche per qualche difficoltà tecnica che non ha fatto partire il computer) ma una band di tre musicisti: chitarra, basso e pianoforte ad accompagnarla in un viaggio fra cover e suoi brani. “Finalmente canto in Italia” ha detto al pubblico all’inizio di questa tournée che include, oltre alla tappa al festival di Spoleto, il teatro Dal Verme di Milano, poi date in Spagna, Finlandia e Grecia.

Al suo fianco il marito Nicholas Sarkozy, attentissimo, pronto a battere le mani e scattare in piedi per la standing ovation finale. Una vicinanza e un sostegno che lei apprezza, riconoscendo la sua capacità di “togliere l’ansia”. Per lui Carla, quando lo ha incontrato, ha scritto L’amoureuse che ha cantato stasera. Come ha sedotto lui, ha cercato di sedurre anche il pubblico con voce quasi sussurrata, muovendosi sul palco come ha fatto per anni in passerella.

Ma Carla non è tanto, o solo, una cantante e lo hanno dimostrato gli applausi del pubblico e soprattutto l’attenzione mediatica che ha creato la sua presenza. L’ex première dame ha iniziato con la ballata Quelque chose, e la cover di Crazy di Patsy Cline, Voglio l’amore – sorta di rap scritto durante il Covid e inciso con la sorella Valeria Bruni Tedeschi – e la versione che ha realizzato in italiano di Douce France di Charles Trenet, seguita da Il cielo in una stanza fatta iniziata in francese e continuata in italiano. Una versione che ha avuto la benedizione di Gino Paoli e che lei ha cantato anche al Jova Beach Party con Jovanotti e Morandi.

Poi due delle sue cover preferite: Moon River e The Winner Takes It All degli Abba “una canzone che parla della soddisfazione di vincere e mi fa pensare a quanto amo chi sa perdere, perché se vinci non impari nulla”. ‘Je suis le plus beau du quartier’ è una brano scritto venti anni fa “su una ragazza travestita da ragazzo, quindi è la prima canzone transgender” ha scherzato. Ha ringraziato più volte Spoleto di averla invitata e gli spettatori. E ha presentato ‘Rien que l’extase’ “una canzone allegra, sulla morte”, un brano che ha scritto quattro anni fa quando ha scoperto di avere un cancro e che è servito per affrontare la paura.

“Ho trovato il modo di combattere la morte: con l’amore”. A questo punto ha preso lei stessa la chitarra per il suo brano più conosciuto ‘Quelc’un m’a dit’ e ha invitato il pubblico ad alzarsi in piedi e ballare Miss You dei Rolling Stones, ultimo brano prima di concedere un bis ancora alla chitarra ‘Your Lady’ dal suo ultimo album. “Finalmente a 56 anni ho cantato in Italia. Non sono precoce – ha scherzato poi intervistata da Rai News – Era un sogno. Per me è stata una meraviglia”.

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Amadeus e la sfida del Nove: ascolti flop, ora si spera nella Corrida

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Gli ultimi dati di ascolto sono chiari: 535.000 telespettatori e uno share del 2,7%. La nuova avventura di Amadeus sul Nove continua a essere accidentata, con numeri che non raggiungono neppure le previsioni più prudenti. Tuttavia, nonostante i risultati preoccupanti, in Warner Bros. Discovery negano categoricamente ogni ipotesi di cancellazione o spostamento del programma. Il sostegno ad Amadeus è totale, e le riflessioni attuali sono orientate verso miglioramenti del format piuttosto che cambiamenti drastici.

I motivi della crisi e le possibili soluzioni

Uno dei problemi principali risiede nella mancata risposta del pubblico abitudinario di Rai1, che sembra poco propenso a cambiare canale. Il pubblico del Nove è infatti molto diverso da quello nazionalpopolare di Rai1, a cui Amadeus era abituato. Inoltre, il conduttore si trova di fronte a un formato che non ha la stessa forza e familiarità per gli spettatori del canale. Sanremo fa storia a sé, ma i game show non fanno parte del DNA del Nove, e questa transizione non è stata facile.

Amadeus sa di dover apportare il suo valore aggiunto al programma, ma è consapevole che il successo in televisione richiede tempo e costanza. Il conduttore rimane fiducioso, consapevole che anche in passato ha vissuto momenti difficili da cui è riuscito a risollevarsi. Nel frattempo, continua a lavorare sul programma, pensando a come renderlo più adatto al pubblico di nicchia del Nove.

Le riflessioni sulla Corrida e il futuro

Nel frattempo, Amadeus deve pensare anche al prossimo progetto: la Corrida, che dovrebbe andare in onda in prima serata a fine ottobre. Anche qui, però, sorgono delle perplessità. Il format, seppur storico e apprezzato, sembra essere più adatto al pubblico di Rai1 che a quello del Nove. Il rischio di portare un programma “datato” su una rete che punta a un pubblico diverso potrebbe rivelarsi un suicidio televisivo.

Amadeus e la decisione di lasciare la Rai

La decisione di lasciare la Rai non è stata economica. Amadeus stesso ha dichiarato che le offerte contrattuali ricevute da Rai e Warner Bros. Discovery erano simili in termini di cifre e durata, ma qualcosa di affettivo si era rotto. Il conduttore aveva bisogno di una nuova sfida, ma ora deve fare i conti con un pubblico difficile da conquistare.

Conclusioni: un futuro ancora incerto

Sebbene i numeri attuali non siano incoraggianti, Amadeus non si arrende. La sua carriera ha dimostrato che può risollevarsi da momenti difficili e che la televisione è una maratona, non una corsa veloce. Con l’arrivo della Corrida, l’attenzione sarà su come il conduttore saprà reinventarsi e adattare i suoi progetti a un pubblico diverso.

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Moretti colpito da infarto nei giorni scorsi, sta bene

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Nanni Moretti (nella foto in evidenza di Imagoeconomica) è stato colpito da un infarto nei giorni scorsi: ricoverato e poi dimesso dopo i controlli, stasera è a Roma, al cinema Nuovo Sacher, per presenziare alla proiezione del film Vittoria, diretto da Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, che ha co-prodotto. L’infarto e il ricovero hanno invece costretto il regista a dare forfait ieri a Napoli, dove doveva accompagnare il film. Al cinema Vittoria era stato mostrato un video in cui Moretti si scusava per l’assenza, raccomandando discrezione. Lorenzo Cioffi, tra i produttori del film, e i registi, avevano rassicurato il pubblico, annunciando che Moretti era stato dimesso.

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Premio Tenco 2024: Edoardo Bennato, Tullio De Piscopo e Simona Molinari tra i premiati

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Il Premio Tenco celebra i suoi 50 anni con un’edizione speciale che vede protagonisti alcuni dei più amati artisti napoletani. Tra i premiati spiccano Edoardo Bennato, Tullio De Piscopo e Simona Molinari. Il prestigioso riconoscimento, nato per celebrare la Canzone d’Autore, quest’anno conferisce il Premio alla Carriera a Bennato, che ha recentemente entusiasmato il pubblico con uno straordinario concerto all’Arena Flegrea.

Edoardo Bennato e il Premio alla Carriera

Edoardo Bennato riceverà il Premio alla Carriera, assegnato a coloro che hanno dato un contributo significativo alla Canzone d’Autore mondiale. Insieme a lui, saranno premiati anche artisti come Samuele Bersani, Mimmo Locasciullie Teresa Parodi.

Riflettendo sulla figura di Luigi Tenco, Bennato ha dichiarato: “Lo osservavo anche se da adolescente e solo attraverso gli schermi televisivi. Luigi, sempre geniale quanto imbronciato, percepiva il disagio tra i trafficanti del baraccone della musica italiota. È sempre stato nel mio cuore, come Fabrizio De Andrè, con cui c’era stima e affetto reciproco.

Tullio De Piscopo e Simona Molinari tra i protagonisti

Anche il leggendario batterista Tullio De Piscopo sarà premiato con il riconoscimento “I Suoni della Canzone”, per il suo inconfondibile contributo alla musica italiana, mentre la talentuosa Simona Molinari riceverà il premio per il miglior album di interprete grazie al suo lavoro “Hasta Siempre Mercedes”, dedicato alla leggendaria Mercedes Sosa.

Una celebrazione della musica d’autore

Con questa edizione, il Premio Tenco conferma la sua centralità nel panorama musicale italiano, celebrando non solo il talento, ma anche il contributo artistico e culturale di figure iconiche della musica. Un tributo alla tradizione, ma anche un riconoscimento al futuro della Canzone d’Autore.

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