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Uccise padre violento, nuovo processo di appello per Alex Pompa

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“Annullamento della sentenza con rinvio per nuovo processo di appello”. E’ quanto deciso dai giudici della Cassazione nel procedimento che vede imputato Alex Pompa, il giovane di 22 anni che nell’aprile del 2020 uccise con alcune coltellate il padre a Collegno (To) al culmine dell’ennesima lite con il padre che si era scagliato contro la madre. I Supremi giudici, accogliendo quanto sollecitato dal procuratore generale, hanno deciso che dovrà esserci un nuovo processo di secondo grado dopo quello che nel dicembre del 2023 portò alla condanna del giovane a sei anni e due mesi e 20 giorni di reclusione da parte della Corte d’Assise d’Appello di Torino. Un verdetto, quello, che ribaltò quando stabilito in primo grado quando Pompa venne assolto dalle accuse in quanto la sua condotta, a detta dei giudici, rientrava nella legittima difesa.

Nel corso della requisitoria il Pg, chiedendo un nuovo processo, ha affermato che è “evidente” la “necessità di una motivazione rafforzata davanti ad un ribaltamento così evidente rispetto a alla prima sentenza. Il primo giudice assume come attendibili le testimonianze della madre e del fratello di Alex mentre i giudici d’appello con la sentenza hanno disposto l’invio degli atti in procura per falsa testimonianza”. L’omicidio si consumò alla fine dell’ennesima lite tra il padre e la madre di Alex. Ora il ragazzo porta il cognome della madre, Cotoia. E proprio alla protezione della mamma durante la lite si appellò sostenendo che si era trattato di legittima difesa. Trentaquattro coltellate sferrate con sei coltelli diversi che per i giudici di secondo grado non possono essere compresi nell’alveo del disperato tentativo di difendere la vita della donna.

Nelle motivazioni di quella sentenza i magistrati affermarono che i colpi furono indirizzati soprattutto alla “regione dorsale” e “ci fu una reiterazione” e ciò, sottolineano i giudici, depone “univocamente nel senso di una condotta francamente aggressiva”. La Corte d’Assise d’Appello aggiunse che i “presupposti essenziali della legittima difesa sono un’aggressione ingiusta e una reazione legittima e mentre la prima deve concretarsi nel pericolo attuale di un’offesa, la seconda deve inerire alla necessità di difendersi, alla inevitabilità del pericolo e alla proporzione tra difesa e offesa”. Una colluttazione avvenuta al termine di una giornata di tensione fra i coniugi: Maria Cotoia, cassiera in un supermarket, raccontò che il marito nel corso della giornata l’aveva contattata non meno di 101 volte sul telefonino solo perché credeva che al lavoro avesse salutato un collega.

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Problema a volo Ryanair,allarme sistema protezione fuoco

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Un problema al sistema di protezione del motore dal fuoco, evidenziato dall’accensione di una spia, è stato segnalato questa mattina dal volo Ryanair proveniente da Memmingen, in Germania, e diretto a Brindisi (FR 5129). L’allarme è rientrato in poco tempo, il velivolo è atterrato e i passeggeri sono scesi regolarmente. Giovedì scorso, invece, il motore di un altro aereo della compagnia irlandese ha preso fuoco mentre era in pista a Brindisi, in fase di rullaggio, in partenza per Torino. I 184 passeggeri sbarcarono attraverso gli scivoli d’emergenza.

La segnalazione è stata fatta oggi alle 7.20. Subito è stato attivato lo stato di allarme, con l’intervento dei Vigili del fuoco alle 7.38 quando il velivolo è atterrato. L’allarme è cessato alle 7.58. Dopo i controlli è stato deciso di far rimanere l’aeromobile a terra per ulteriori controlli. Il volo di ritorno a Memmingen previsto per le 8.35 è stato effettuato alle 16.07 dal capoluogo messapico con un altro velivolo. (

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Un 16enne con arma da guerra e un 15enne con un pugnale

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Quattro le persone armate scoperte, 5 le armi sequestrate, due i minori coinvolti. Questo il bilancio della notte di controlli dei Carabinieri in centro città e nei quartieri Vomero e Arenella. In piazzetta Carolina un gruppo di ragazzi sedeva sugli scooter posati sul cavalletto, altri sui marciapiedi a pochi passi dalla Prefettura. Uno di loro si mostrava particolarmente agitato all’arrivo di una pattuglia della compagnia Centro. I carabinieri lo hanno notato subito ed è stato il primo ad essere controllato. Appena 16 anni e in tasca una pistola calibro 7,62. Non un modello qualsiasi ma una Zastava Tokarev di fabbricazione serba, utilizzata durate le guerre jugoslave dall’esercito. Una pistola con matricola abrasa, pronta a fare fuoco, con 5 cartucce nel caricatore. Il 16enne è stato arrestato per porto di arma clandestina ed è ora nel centro dei Colli Aminei, in attesa di giudizio. Altra pistola la nascondeva un 18enne.

Una scacciacani ma l’assenza del tappo rosso rende difficile la sua catalogazione. I carabinieri della compagnia Vomero gli hanno trovato addosso anche un coltello a serramanico, denunciato. Altro coltello nelle tasche di un 40enne. Al Vomero, invece, un ragazzo di 15 anni appena compiuti aveva bastone telescopico agganciato alla cintura. Non sapeva fosse vietato ma ciò non gli impedisce di essere denunciato. Nel bilancio dei controlli dei Carabinieri non ci sono solo armi. In centro città, i militari hanno denunciato cinque parcheggiatori abusivi e due giovani sorpresi alla guida nonostante non avessero mai conseguito la patente. 38 le contravvenzioni al codice della strada, molte nell’area pedonale di Piazza Dante.

Nei quartieri Vomero e Arenella, i militari, con la collaborazione di agenti della Guardia di Finanza, della Polizia Locale, di personale dell’ASL Napoli 1 e dell’Ispettorato del Lavoro, hanno condotto verifiche anche negli esercizi commerciali. 24 quelli ispezionati, 12 quelli sanzionati per carenze igienico sanitare. 4 attività sono state sospese, le multe pari a oltre 22mila euro. Due i negozi sanzionati per mancato pagamento di canone Rai e 5 sanzionati per mancata emissione di scontrino fiscale. In un ristorante 6 i lavoratori in nero identificati. Sospesa l’attività, oltre i 18mila euro la somma delle multe. Un 42enne e un 34enne sono stati denunciati per guida senza patente, un 23enne per evasione e un 33enne per detenzione di droga a fini di spaccio. Anche al Vomero grande attenzione al rispetto del codice della strada. 22 le persone contravvenzionate, molte per guida senza casco.

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Sparito medico del San Raffaele, la polizia: aiutateci a trovarlo

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I primi a preoccuparsi sono stati i colleghi che non lo hanno visto arrivare al lavoro dopo averlo salutato la sera prima. Poi la famiglia che lo aspettava a casa a Brescia per il fine settimana. E invece da venerdì mattina nessuno ha più notizie di Davide Piccinali, 39enne medico specializzando in cardiochirurgia all’ospedale San Raffaele di Milano. Svanito nel nulla.

“Stiamo ricevendo diverse segnalazioni da parte di persone che dicono di aver incontrato Davide, ma al momento non ci sono novità” spiega Dario, il fratello di Davide Piccinali, che in queste ore sta tenendo i rapporti con i media dopo aver sporto denuncia alla Polizia a Milano. Il medico risulta residente in via Citumno a Milano e l’appartamento dove vive in affitto è perfettamente in ordine. “Nessun segno che possa far pensare a qualcosa di strano” assicurano i familiari. In casa sono entrati i polizotti accompagnati da un paio di colleghi medici dello scomparso e dal proprietario di casa che ha fornito le chiavi. “C’erano tutti i suoi effetti personali. Giovedì ha finito il turno di lavoro in ospedale e non abbiamo più saputo nulla” ricostruisce il fratello. “I colleghi sono i primi stupiti perché ci hanno assicurato di aver visto il Davide di sempre.

Non aveva problemi sul lavoro e seppur non è una persona che si confronta molto, a noi familiari è sembrato tranquillo e sereno come sempre”. “Domenica scorsa, di ritorno da un matrimonio ad Ancona, mio fratello si era fermato a Brescia e aveva restituito l’auto a mia madre. Sarebbe dovuto tornare in città anche questo fine settimana come aveva detto via messaggio a mia mamma in settimana” ha aggiunto. Da quando, prima via social e poi attraverso siti e giornali, la notizia della scomparsa ha iniziato a circolare, alla famiglia Piccinali sono arrivate diverse segnalazioni.

“Il fatto che arrivino segnalazioni, da un autista di pullman a Milano, da un’osteria di Treviglio in particolare, ci fa sperare che si sia trattato di un allontanamento volontario, ma non sappiamo il motivo”. “L’autista di un pullman in zona Cascina Gobba ha raccontato che secondo lui mio fratello era a bordo e di ricordarlo perché era solo e con lo sguardo un po’ perso”. Secondo i familiari Davide Piccinali non aveva una relazione sentimentale e aveva come pensiero primario il lavoro in ospedale. “Fa piacere, pur in questo momento di smarrimento, che ci stiano scrivendo in privato anche dei pazienti che sono preoccupati come noi. Speriamo – conclude – che questo incubo possa finire presto e che Davide possa tornare a casa”.

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