Una sofisticata rete di riciclaggio di denaro sporco è stata scoperta tra Napoli, Roma e Dubai, coinvolgendo un’avvocatessa e un informatico che avrebbero messo le proprie competenze al servizio di soggetti legati al clan Lo Russo. La rete operava attraverso la smaterializzazione del denaro in valuta elettronica e il rientro in Italia di capitali, talvolta sotto forma di beni di lusso come un orologio da 50.000 euro.
Sotto la guida del procuratore Nicola Gratteri, la Procura di Napoli ha eseguito una vasta operazione contro un gruppo criminale collegato a Oscar Pecorelli e al clan Bosti-Contini. Le indagini, documentate in migliaia di pagine, hanno rivelato che il riciclaggio del denaro sporco avveniva anche grazie a persone insospettabili: professionisti laureati e incensurati ben inseriti nella società.
Luca Esposito, genero di Patrizio Bosti, è uno dei principali arrestati. Considerato una “gallina dalle uova d’oro” per il clan di Secondigliano, Esposito custodiva beni per milioni di euro in una villa tra Agnano e Pozzuoli. In questa abitazione, gli inquirenti hanno trovato quattro milioni di euro in contanti e beni di valore stimato in altri cinque milioni, tra cui 44 orologi di lusso e diamanti.
Le intercettazioni hanno rivelato le relazioni di Esposito con personaggi del mondo del calcio e degli affari. Nel novembre 2021, Esposito viene intercettato mentre va a una cena con Diego Loasses, un uomo d’affari con cui discute di calcio e affari in Albania. Alla cena partecipano anche altre figure, tra cui il presidente del Verona, Maurizio Setti. Setti non è indagato e risulta estraneo alle attività criminali di Esposito.
Durante le intercettazioni, Esposito discuteva anche della possibilità di acquistare il Mantova Calcio e di affari nel settore del ferro in Albania. Parlava di società cartiere utilizzate per giustificare incassi illeciti, mostrando una capacità di navigare tra affari leciti e illeciti. Questo conferma le dichiarazioni del procuratore Gratteri sull’evoluzione dell’economia criminale che coinvolge parti della borghesia e imprenditori.
Il Gip Antonino Santoro ha evidenziato che durante la cena in piazza Vittoria, Esposito si sarebbe vantato con Setti di possedere 35 aziende attive in vari settori, descrivendole come leader di mercato. Successivamente, Esposito si sarebbe recato a Carpi per definire affari con Setti, ma il suo arresto a Roma mentre tentava di andare a Dubai ha interrotto i piani.
L’operazione della Procura di Napoli ha messo in luce una complessa rete di riciclaggio di denaro che coinvolge professionisti insospettabili e legami con il mondo del calcio e degli affari internazionali. Questo caso sottolinea l’importanza di vigilare costantemente sulle connessioni tra criminalità organizzata e settori dell’economia legale.