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Salute

Realizzati nanorobot capaci di uccidere le cellule tumorali

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Sviluppati dei nanorobot capaci di uccidere in modo selettivo le cellule tumorali nei topi: il loro segreto è in un ‘interruttore killer’ che si attiva solo in prossimità delle cellule malate. A descriverli su Nature Nanotechnology è il gruppo di ricerca dell’Istituto Karolinska in Svezia guidato da Björn Högberg.

Uccidere una cellula tumorale lo si può fare in vari modi, la vera sfida è riuscire a farlo in modo preciso, ossia senza colpire quelle sane. Un nuovo metodo sviluppato dai ricercatori svedesi sfrutta la potenza di una macchina molecolare, una sorta di nanorobot, che quando raggiunge la superficie di una cellula riesce a distruggerla in pochi passaggi ma “se la somministrassi come farmaco – ha detto Högberg – inizierebbe a uccidere indiscriminatamente le cellule del corpo, il che non sarebbe positivo. Allora per aggirare il problema abbiamo nascosto l’arma all’interno di una nanostruttura costruita a partire da Dna”.

Si tratta di una sorta di origami realizzato usando la stessa molecola che costituisce il nostro genoma ed è in grado di aprirsi sono in determinate circostanze, ossia nei pressi delle cellule tumorali. La chiave per far aprire l’involucro di Dna e far attivare la macchina killer è il basso pH che circonda i tumori e per verificarne il funzionamento i ricercatori hanno eseguito test su topi affetti da cancro al seno in cui hanno verificato la riduzione del 70% della crescita delle cellule tumorali.

“Ora dobbiamo indagare se il metodo funziona in modelli di cancro più avanzati che assomigliano più da vicino alla vera malattia umana”, ha aggiunto Yang Wang, uno dei ricercatori del gruppo. “Prima che possa essere testato sugli esseri umani – ha concluso – bobbiamo anche comprenderne eventuali altri effetti collaterali”. Tra i prossimi passi, dichiarano gli autori, ci sarà l’obietto di rendere il nanorobot capace di riconoscere anche altre tipologie di cellule tumorali, usando come obiettivo alcune proteine specifiche delle cellule malate.

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Vaia, casi Covid in lieve aumento ma livelli sempre molto bassi

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Nel periodo di monitoraggio “l’incidenza di nuovi casi identificati e segnalati con infezione da Sars-CoV-2 in Italia è in lieve aumento, ma si attesta sempre a livelli molto bassi. L’impatto sugli ospedali è stabile e limitato”. Lo afferma il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia in merito agli ultimi dati settimanali dell’andamento Covid in Italia. “La variante JN.1, con tutti i suoi sotto-lignaggi aggiunge Vaia – si conferma predominante, in accordo con quanto osservato in altri Paesi. Continuiamo la nostra azione di monitoraggio e di lettura epidemiologica del fenomeno Covid-19 al fine di essere sempre pronti per tutte le azioni di sanità pubblica che si dovessero rendere necessarie”.

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Salute

Nel primo mese ecobonus auto per 421 milioni, il 61%

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Nel primo mese è stato utilizzato il 61% delle risorse stanziate per l’ecobonus auto usufruibile fino al 31 dicembre 2024: 421 milioni di euro. Su 118.015 prenotazioni, l’80% delle prevede una rottamazione ed i beneficiari degli incentivi sono per l’84% persone fisiche. Boom per le auto elettriche: si sono esauriti in meno di 9 ore, con 25.273 prenotazioni, gli oltre 200 milioni di euro stanziati Ad un mese dall’apertura della piattaforma Ecobonus, il 3 giugno, il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha reso noti i dati di Invitalia (che gestisce la piattaforma) ricordando che il piano 2024 “si pone un triplice obiettivo: lo svecchiamento del parco auto italiano, uno tra i più vecchi in Europa; il sostegno alla domanda delle persone con redditi più bassi e il rilancio della produzione di veicoli in Italia”. Circa il 44% delle rottamazioni ha riguardato auto da Euro 0 a Euro 3.

Oltre un quarto delle risorse, il 26,7%, è stato richiesto da soggetti con Isee inferiore a 30 mila euro. Con 155 prenotazioni, quasi tutte per auto elettriche, si è fermata a poco più di un decimo delle risorse disponibili (2,1 su 20 milioni) la domanda di incentivi per l’acquisto di veicoli non inquinanti per taxi o ncc: in questo caso la piattaforma dedicata è aperta dal 17 giugno. Mentre il cosiddetto ‘bonus retrofit’ per l’installazione di impianti di alimentazione a GPL e metano, che conta su uno stanziamento complessivo di 10 milioni. al 3 luglio, dopo soli 2 giorni dall’apertura della piattaforma dedicata, sono 1.719 le prenotazioni per un totale di 690.400 euro: di queste solo sette sono le prenotazioni per impianti a metano. Sul fronte delle auto elettriche, il 39% delle richieste ha previsto una contestuale rottamazione che, nella metà dei casi, ha riguardato auto fino a Euro 3.

Il 61,7% delle prenotazioni è stato effettuato da persone fisiche; di queste, il 25,9% è relativo a soggetti con basso Isee, per un valore di bonus pari al 35,6% del totale. te delle prenotazioni di vetture elettriche fatte da persone giuridiche, si segnala che il 90% ha riguardato le imprese di autonoleggio. Le persone giuridiche che hanno usufruito degli incentivi per auto elettriche sono al 90% imprese di autonoleggio. Il ministero riporta anche i dati sulle immatricolazioni sottolineando che “a giugno 2024 il mercato auto italiano è ripartito con un rialzo a doppia cifra (+15% rispetto a giugno 2023) sulla spinta del nuovo ecobonus”. Nella top 10 dei modelli più venduti nel mese – elaborata dall’associazione dell’industria automobilistica, Anfia – compaiono Fiat Panda, Dacia Sandero, Citroen C3, Lancia Ypsilon, Jeep Avenger, Fiat 500, Renault Clio, Toyota Yaris Cross, Tesla Model 3 e Toyota Yaris.

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Svelata l’origine dell’emicrania, colpisce 1 italiano su 4

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È stata finalmente svelata l’origine, finora avvolta nel mistero, dell’emicrania, una patologia che colpisce 1 italiano su 4 e le donne il triplo degli uomini: la causa sta in una via di segnalazione del cervello finora sconosciuta, che mette in contatto alcune proteine con i nervi sensoriali responsabili della percezione del dolore. La scoperta, pubblicata sulla rivista Science, apre la strada a nuovi trattamenti validi anche per altre tipologie di mal di testa, come quello provocato dal ciclo mestruale. I ricercatori guidati dall’Università di Copenaghen hanno condotto lo studio sui topi, ma i dati indicano che il meccanismo dovrebbe essere lo stesso anche negli esseri umani. L’emicrania è la forma di mal di testa più comune.

Si presenta con un dolore acuto o pulsante solitamente in un solo lato della testa, con sintomi molto variabili da soggetto a soggetto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha inquadrata come la seconda patologia più disabilitante per il genere umano e la terza più frequente. La Legge italiana 81/2020, infatti, prevede il riconoscimento della cefalea primaria (il gruppo del quale fanno parte anche le varie forme di emicrania) come malattia sociale invalidante, ma il primo decreto legislativo per consentirne l’attuazione è stato emanato solo nel 2023.

Secondo i dati della Società Italiana di Neurologia, colpisce il 14,4% della popolazione mondiale, con una prevalenza 3 volte maggiore nelle donne. In Italia ne soffre il 25% circa degli individui, percentuale che sale quasi al 33% se si considera solo il sesso femminile. Gli autori dello studio guidato da Martin Kaag Rasmussen hanno scoperto che, durante un attacco di emicrania, il cervello produce delle proteine che raggiungono un’area alla base del cranio, una sorta di porta di accesso al sistema nervoso periferico che mette in comunicazione il cervello con il resto del corpo. Da qui, le proteine sono quindi libere di attivare i nervi sensoriali che segnalano il dolore, provocando il mal di testa.

I risultati spiegano anche perché l’emicrania colpisce di solito un solo lato della testa, un altro quesito rimasto finora senza risposta: le proteine non si diffondono in tutto il cervello, ma colpiscono per lo più il sistema sensoriale del lato nel quale sono state prodotte. I ricercatori hanno esaminato oltre 1.400 proteine presenti nel liquido cerebrospinale durante le emicranie indotte nei topi: l’11% delle molecole hanno mostrato variazioni durante gli attacchi e, di queste, solo 12 sono in grado di attivare i nervi sensoriali. Questo gruppo include anche una proteina chiamata Cgrp, già nota per il suo legame con l’emicrania e utilizzata nei trattamenti esistenti, ma le altre non erano mai state associate a questa patologia e potrebbero quindi portare a nuove cure. “Il prossimo passo per noi sarà identificare la proteina con il maggiore potenziale – dice Rasmussen – e procederemo con test sugli esseri umani per determinare se l’esposizione a queste sostanze scatena effettivamente l’emicrania”.

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