Dai certificati Covid alle esenzioni, dalla consultazione dei referti alle prenotazioni e pagamento di visite ed esami alla scelta del medico. E’ quello che si può fare grazie al Fascicolo sanitario elettronico (Fse), che contiene la storia sanitaria di un paziente ed entro dicembre diventerà operativo su tutto il territorio nazionale. “Avrà una ricaduta importante sulla vita quotidiana dei cittadini”, ha detto nei giorni scorsi il ministro della Salute, Orazio Schillaci. Ma attualmente solo il 41% degli utenti lo ha utilizzato e le regioni che offrono più servizi in Italia sono la Toscana e l’Emilia Romagna, secondo i dati dell’Osservatorio Sanità Digitale della School of Management del Politecnico di Milano.
“E’ un’opportunità far conoscere ai cittadini questo strumento – ha affermato Chiara Sgarbossa, Direttrice dell’Osservatorio riguardo la campagna informativa delle ultime settimane ‘Fascicolo Sanitario Elettronico. Sicuri della nostra salute’ – Ha permesso di comunicare a tutta la popolazione italiana i vantaggi collegati alla raccolta e alla disponibilità dei dati sulla salute”. Dall’analisi dell’Osservatorio emerge che all’inizio del 2024 la percentuale di cittadini che ha effettuato almeno un accesso al Fse per sé o per altri è pari al 41%, seppur in aumento rispetto al 2023 (35%).
E solo una parte dei medici specialisti e dei medici di medicina generale (rispettivamente il 35% e il 48% secondo i dati dell’Osservatorio) ha effettuato accessi al Fascicolo sanitario elettronico dei propri pazienti nell’ultimo anno. Dai dati del monitoraggio disponibile sul sito monitopen.fse.salute.gov.it, spiega l’Osservatorio, si evince poi che i servizi più diffusi sono quelli legati all’accesso ai certificati Covid (95% delle Regioni), alle esenzioni (81%) e alla prenotazione e pagamento di visite ed esami (76%). Le regioni che offrono una maggiore quantità di servizi sono l’Emilia-Romagna e la Toscana (23 servizi) seguite da Lazio (22), Piemonte (21), Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento (18 servizi ciascuna).
“Grazie agli investimenti del Pnrr per lo sviluppo del Fse 2.0 pari a 1,38 miliardi di euro sarà fondamentale uniformare la disponibilità di servizi e documenti tra le diverse regioni così da permettere a tutti i cittadini di avere un unico punto di accesso alle informazioni riguardanti la propria salute”, sottolinea l’Osservatorio. “Secondo i professionisti che lo hanno utilizzato – ha sottolineato Sgarbossa – lo strumento riduce il tempo necessario per reperire le informazioni, semplifica la lettura dei documenti scambiati, fornisce informazioni critiche per la gestione del paziente in situazioni di emergenza e permette di prendere decisioni più personalizzate e basate sull’intera storia clinica del paziente”.
Il Fse porta con sè anche un dibattito sulla privacy: fino al 30 giugno è possibile infatti opporsi alla condivisione dei dati sanitari precedenti al maggio 2020 con vari enti della Pubblica amministrazione. Nei giorni scorsi il Garante Privacy ha notificato a 18 Regioni e alle Province autonome di Bolzano e Trento l’avvio di procedimenti correttivi e sanzionatori per le violazioni riscontrate nell’attuazione della nuova disciplina sul Fse 2.0, introdotta con il decreto del ministero della Salute del 7 settembre 2023.