Il segnale sarà un suono diffuso in tutte le fabbriche, per un minuto di silenzio. Così i lavoratori di quella che ora è EssilorLuxottica, un leader mondiale indiscusso, ricorderanno a due anni dalla morte il fondatore Leonardo Del Vecchio, scomparso a 87 anni il 27 luglio 2022 per le complicazioni di una polmonite. Gli eredi non hanno ancora chiuso gli accordi per l’esecuzione definitiva delle sue volontà, ma il gruppo continua a crescere sotto la guida dei manager scelti da Del Vecchio. Un gigante premiato anche dalla Borsa. Il titolo, quotato a Parigi dopo la fusione con la francese Essilor, da primavera è stabilmente sopra quota 200 euro ai massimi storici, con un aumento consolidato del 15% da inizio anno.
La capitalizzazione è oltre i 92 miliardi, con l’obiettivo dei 100 miliardi lanciato dal presidente e amministratore delegato del gigante delle montature e delle lenti, Francesco Milleri, che non è più così lontano. E quanto nato dalla fatica e dalle intuizioni di Del Vecchio ora guarda a un futuro che ormai è presente. “Per continuare a scrivere la bellissima storia di EssilorLuxottica del nostro settore, superando i suoi confini, abbiamo una visione chiara basata su driver strategici: prima di tutto l’intelligenza artificiale e ‘wearable'”, ha spiegato Milleri all’assemblea di Parigi della sua riconferma.
Il giovane Leonardo uscito dall’orfanotrofio ‘Martinitt’ di Milano non poteva immaginare tutto questo, ma lo avrebbe approvato: le innovazioni erano il suo pane quotidiano. Ha pensato invece all’assetto del gruppo per quando non ci sarebbe più stato, affidando a Milleri il comando anche della holding Delfin che, oltre al 32,5% di Essilux, detiene tra l’altro quasi il 20% di Mediobanca e il 10% di Generali, più il 2,5% di Unicredit. Un impero che vale complessivamente circa 80 miliardi, con l’eredità che però non è stata ancora accettata integralmente da tutti i figli.
La vicenda si trascina da mesi, con automatico coinvolgimento del Tribunale del capoluogo lombardo, e verte sui lasciti in azioni allo stesso Milleri e in residenze alla moglie Nicoletta Zampillo. Per accettarla alcuni beneficiari, come i figli di Del Vecchio Luca e Clemente, chiedono un cambio dello statuto di Delfin, che per ora vede il Cda composto da membri a vita, quindi scelti dallo stesso Del Vecchio e senza potere per gli eredi. Solo che questo è un passaggio complicatissimo, con equilibri molto difficili da definire e tempi comunque lunghi. L’orizzonte è quello di ritrovarsi più concretamente dopo l’estate, tentando di chiudere la partita entro l’anno. Su Mediobanca e Generali Delfin si mantiene in posizione di attesa, incassando ricchi dividendi, mentre Essilux continua a macinare utili. L’anno scorso i ricavi del gruppo italo-francese hanno superato i 25 miliardi, in aumento del 7%, con un utile netto di 2,2 miliardi, in crescita del 14%. E il numero totale dei dipendenti che detengono una partecipazione azionaria nel gruppo, distribuiti in 86 Paesi, si attesta a quasi 80mila persone.