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Croazia colpita e affondata, la Spagna vola

Trionfo firmato Morata, Fabian Ruiz e Carvajal; Yamal da record

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Un primo tempo pirotecnico manda la Spagna in paradiso e getta nello sconforto la Croazia, travolta da tre gol difficili da digerire nel primo impatto con gli Europei. Due vecchie conoscenze del calcio italiano, Alvaro Morata e Fabian Ruiz, confezionano il trionfo iberico che viene completato dal solito gol, al culmine di una stagione da incorniciare, di Carvajal. Fa la sua bella figura, tra spunti geniali e qualche inevitabile ingenuita’, il baby Yamal, il piu’ giovane giocatore della storia degli Europei, con 17 anni ancora da compiere. La Croazia vista a Berlino sembra a fine ciclo, con una difesa lenta e prevedibile, Gvardiol che a sinistra pare il lontano parente del campione che da’ spettacolo nel Man City di Guardiola. A centrocampo Modric ha ancora qualche spunto d’autore, ma Brozovic e Kovacic sono troppo lenti. Le punte, al solito, sono insufficienti. Ora dovrà cercare contro Albania e Italia il riscatto per evitare un’eliminazione umiliante. Considerando però il regolamento degli Europei, con la qualificazione delle quattro migliori terze, tutto e’ ancora possibile. Dopo le nette vittorie di Germania e Svizzera contro avversarie modeste la Spagna surclassa la Croazia, in maniera ben più netta della finale di Nations League, assegnata ai rigori. Troppo brutta per essere vera la formazione di Modric, che si affloscia presto arrancando contro una Spagna fresca, impetuosa e talentuosa. I derby del Real Madrid tra Carvajal e Modric e del Manchester City tra Rodri e Gvardiol hanno un esito chiaro. In difesa con Nacho e Le Normand non si passa, il centrocampo di Rodri, Pedri e Fabian Ruiz mette in soggezione il blasonato reparto avversario. Morata, poco amato dai tifosi spagnoli, si conferma affidabile e ispirato. Il buongiorno si vede dal mattino, ed è la Spagna che preme subito contro una Croazia compassata, che si sveglia per un breve tratto del primo tempo per assopirsi maldestramente. Ci pensa Pedri ad accendere la gara al 29′ con un assist verticale che lancia Morata, in vantaggio su Sutalo, che incrocia e batte Livakovic. Due minuti e si replica: Yamal inventa per Fabian Ruiz, che in slalom mette a sedere la difesa croata e raddoppia. I croati si svegliano dal torpore ma Majer e Budimir non riescono a sfruttare due occasioni ghiotte per dimezzare le distanze. E la Spagna, spietata, va sul 3-0 al 47′: Yamal col suo sinistro vellutato crossa, Carvajal taglia al centro gabbando Pongracic. Un tempo sontuoso che manda in crisi le certezze croate. Al solito ritmo, ma con piu’ nerbo, nella ripresa provano a reagire: entrano Perisic e Pasalic mentre si ferma per infortunio Morata, ma la Spagna controlla le operazioni senza troppi problemi. Un sussulto si ha al 78′ per un errore di Unai Simon che costringe Rodri al fallo in area. Ma Petkovic, che gia’ aveva sbagliato il penalty nella finale di Nations League, si fa respingere il tiro. Sugli sviluppi dell’azione poi segna, ma l’arbitro annulla per un millimetrico fuorigioco di Perisic. Per la Croazia l’Europeo e’ gia’ in salita, la  si conferma tra le favorite, acquisendo qualche certezza in più.

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Punteggio tennistico per l’Atalanta sul Verone: 6-1

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La partita tra Atalanta e Verona, anticipo della nona giornata di Serie A a Bergamo, si è conclusa con una netta vittoria dei padroni di casa, che si sono imposti per 6-1 su un Hellas mai in grado di competere. La squadra di Gasperini, con un avvio fulminante, ha subito imposto il suo ritmo alla gara, con la Dea che dopo appena cinque minuti era già in vantaggio per 2-0. Da quel momento in poi, la partita è stata pura accademia per i nerazzurri.

Lo schieramento difensivo del Verona, con il 5-4-1 in fase di non possesso, è stato facilmente scardinato dal tridente d’attacco atalantino. Al quarto d’ora, infatti, l’Atalanta era già avanti di tre reti, grazie alle invenzioni di Lookman, assoluto protagonista del primo tempo. Il nigeriano ha chiuso la prima frazione di gioco con una doppietta, dimostrando grande ispirazione e orchestrando tutte e tre le azioni offensive iniziali: prima ha servito a rimorchio De Roon per il gol dell’1-0, poi ha orchestrato un triangolo con Retegui, che ha finalizzato di mancino per il raddoppio, e infine ha ispirato il 3-0 realizzato con un tiro a giro da De Ketelaere.

Per l’Hellas, che incassa la quinta sconfitta nelle ultime sei giornate, l’unico spunto positivo arriva con il gol della bandiera di Sarr poco prima dell’intervallo. Nella ripresa, però, Retegui chiude definitivamente la gara e rende ancora più cupa la situazione per l’allenatore Zanetti, ormai sempre più in bilico. De Roon apre le danze per il vantaggio atalantino, seguito a ruota dal raddoppio di Retegui, che tenta nuovamente la via del gol al 12’ ma manca di precisione sul cross di Zappacosta. Poco dopo, grazie a Lookman che crea l’opportunità, De Ketelaere indovina l’incrocio con un tiro a giro dall’interno dell’area.

La partita continua con l’Atalanta in pieno controllo. Lookman, irresistibile nel primo tempo, sigla il 4-0 al 29’, vincendo un contrasto con Coppola e infilando il rasoterra. Al 35’, su assist di tacco di De Ketelaere, il nigeriano sigla il 5-0 con un tiro da pochi passi, con l’aiuto di Ederson che riesce a liberarsi della marcatura di Magnani.

Il Verona cerca di rispondere, ma l’unico tentativo degno di nota di Sarr, che colpisce il palo, viene vanificato da un fuorigioco iniziale. Poco dopo arriva la sesta marcatura atalantina grazie a Retegui, che firma il suo decimo gol in campionato con un sinistro sotto l’incrocio su assist di Pasalic e De Ketelaere. I veneti, pur combattendo per onore di firma, si dimostrano incapaci di reagire, limitandosi a qualche tentativo senza concretezza.

L’ingresso di Lazovic e le successive sostituzioni di Zanetti nella ripresa non riescono a invertire il destino della partita. Il Verona sfiora il secondo gol solo nei minuti finali, con un tiro dalla distanza di Dani Silva, ma il portiere Carnesecchi è attento e blocca la conclusione.

Con questa vittoria, l’Atalanta dimostra ancora una volta la propria forza offensiva e la capacità di sfruttare al meglio le giocate dei propri uomini chiave, soprattutto Lookman e Retegui. Per il Verona, invece, si tratta di una serata da dimenticare e di un campanello d’allarme per la panchina di Zanetti, sempre più in bilico.

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Il Napoli soffre ma batte il Lecce in un Maradona in tripudio, gol vittoria di Di Lorenzo

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Napoli batte Lecce 1-0, decide Di Lorenzo nel secondo tempo dopo una partita bellissima dei Salentini nello stadio Maradona che oggi contava 51mila e passa spettatori. Continua la serie positiva degli azzurri. Napoli sempre al comando della classifica.

Antonio Conte era partito con le seconde linee, ma per avere ragione del Lecce ha dovuto inserire Kvaratskhelia, Raspadori e Politano, tenuti inizialmente in panchina. La partita non si sbloccava nonostante le poderose spallate date alla porta di Falcone. Così il tecnico azzurro ha fatto ricorso ai suoi pezzi da 90 per vincere e continuare la corsa in graduatoria. Finisce 1-0 con gol Di Lorenzo e il Napoli conserva la vetta della classifica e può godersiu in relax il derby d’Italia di domenica. Il Napoli parte subito all’assalto, colleziona tre angoli poi, al 13′, Neres lancia Ngonge, tiro radente, Falcone para a terra. Gli azzurri faticano a trovare gli spazi giusti, al 25′ Neres costringe Falcone alla parata, un minuto dopo il portiere giallorosso respinge un tiro di Ngonge, Olivera sbaglia il tap-in ma serve Di Lorenzo che mette dentro. Il gol del capitano viene annullato per fuorigioco. Poco dopo la mezz’ora cross di Neres, stacca di testa McTominay, palla alta. Subito dopo Rrahmani salva il Napoli su tiro di Banda. Partita che si accende. Al 33′ si vede anche il Lecce con una ripartenza di Krstovic per Pierotti, recuperato in angolo al momento della conclusione da Olivera.

Sul corner susseguente Baschirotto colpisce di testa, Meret vola a salvare la propria porta. Risposta piccata del Napoli sull’altro fronte con Lukaku che impegna severamente Falcone. Nel finale ancora Napoli con Ngonge: Falcone devia il pallone in angolo. Nel secondo tempo Meret deve uscire, di testa, su Krstovic lanciato a rete da un assist millimetricio di Rrahmani. Gli azzurri rispondono con un cross di Neres, sponda di Buongiorno e Lukaku che spara alto (11′). Il Napoli reclama un rigore per un contatto tra Banda e Politano (16′), il Var dice no. Gli animi si accendono mentre Banda crossa e Buongiorno mette in angolo sfiorando l’autogol. Al 28′, però, su azione d’angolo, Falcone respinge un colpo di testa di McTominay, Di Lorenzo anticipa Krstovic e mette in rete: 1-0. Meret suda freddo (34′) su tiro di Krstovic quindi l’assalto finale giallorosso che non produce altri brividi per la porta azzurra.

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Orgoglio Brignone, ‘sorpresa di quanto ho fatto’

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Trentaquattro anni e non sentirli. La vittoria nel gigante di Soelden ha aperto la Coppa del mondo di Federica Brignone, arrivata a quota 28 in carriera. La rimonta dal terzo posto dopo la prima manche al gradino più alto del podio ha trasformata la campionessa valdostana in un fiume in piena di felicità ed orgoglio, conditi da una vena di incredulità per essere tornata a domare il Rettenbach, lì dove nove anni fa aveva colto il suo primo successo. “E’ stata una sorpresa per me, perché ho fatto molta fatica all’inizio del muro. Da metà in poi mi sono detta ‘devi andare, devi andare’. Ho cercato di sciare a mio modo e mi è venuto bene. Sono molto orgogliosa di quello che fatto, ma mai mi sarei aspettata di essere davanti, ha ammesso l’azzurra”. La scorsa stagione ‘Fede’ aveva perso di due centesimi da Mikaela Shiffrin.

Oggi ha lasciata la fuoriclasse statunitense alle spalle per 1″21, costringendola alla quinta piazza dopo il miglior tempo della prima manche. “La parte di raccordo l’ho fatta molto bene, come già l’anno scorso, sono riuscita a spingere al massimo e a portare fuori una grande velocità per il traguardo. Oggi sono più forte di testa, rispetto a nove anni fa, quando ho vinto qui per la prima volta. Adesso riesco a controllare molto meglio le mie emozioni: sono riuscita a fare tutto per bene ed a sciare come volevo. Lavorare è importante, io seguo ogni dettaglio e cerco continuamente di migliorarmi” ha aggiunto Brignone. La scorsa settimana sentiva “parecchia pressione perché era tutta l’estate che stavo sciando bene, ma poi me la sono tolta ed è andata bene”.

“Lo scorso anno – ha analizzato Federica ricordando la gara di 12 mesi fa – non mi aspettavo di essere prima dopo la prima manche e l’ho pagata. Generalmente, io soffro molto la prima gara. Oggi era completamente diverso: ero veramente più serena. Ho degli obiettivi di performance per la stagione. Ma non starò a pensare a vittorie, record o Coppe. Vedremo tappa dopo tappa come andrà”.

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