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Biden in Normandia: Putin come Hitler, va fermato

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I sussurri degli eroi che hanno dato la vita per difendere la democrazia contro il regime nazista chiamano a raccolta gli Stati Uniti e i loro alleati per difendere, ancora una volta, la “democrazia in Ucraina e nel resto del mondo”. Sullo sfondo delle spiagge della Normandia che hanno visto morire oltre 4 mila soldati alleati, di cui la metà americani, Joe Biden ha pronunciato forse il suo discorso più potente finora paragonando la minaccia di Vladimir Putin a quella di Adolf Hitler ed ergendosi ad unico leader del mondo libero in grado di sconfiggerlo.

“Siamo qui non solo per onorare coloro che hanno mostrato un coraggio così straordinario quel giorno, il 6 giugno 1944, ma per ascoltare l’eco delle loro voci. Per ascoltarli. Ci stanno chiamando e ci chiedono di rimanere fedeli a ciò che rappresenta l’America”, ha dichiarato il commander-in-chief nello stesso luogo nel quale nel 1984 l’allora presidente Ronald Reagan pronunciò il suo discorso più celebre, in cima alla scogliera scalata dagli Army Rangers per mettere le mani sulle munizioni con le quali i tedeschi avrebbero potuto attaccare le truppe alleata sulle spiagge di Omaha e Utah.

Molti analisti in questi giorni hanno paragonato i due presidenti in questo momento della loro vita, entrambi sul viale del tramonto ed entrambi a caccia della rielezione. Due interventi iconici sull’eroismo e il patriottismo di quei soldati dai quali l’ex attore prima e Biden adesso hanno sperato di ricevere un po’ di luce sulla strada verso la Casa Bianca. Poco prima di salire a Pointe de Hoc, il presidente aveva incontrato Volodymyr Zelensky a Parigi e per la prima volta si era scusato in pubblico dello stallo di sei mesi al Congresso degli aiuti militari all’Ucraina. “Mi scuso per quelle settimane in cui non sapevate cosa stava accadendo sul fronte dell’assistenza”, ha detto al leader di Kiev ribadendo il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina.

“Siamo impegnati fino in fondo al vostro fianco”. Zelensky ha ringraziato Biden per il “supporto significativo” da parte degli Stati Uniti e ha paragonato lo sforzo americano alla lotta contro Hitler, ottanta anni fa. Anche il commander-in-chief, nel suo discorso, ha citato il Fuhrer paragonandolo a Putin e sottolineando che i veterani americani della Seconda Guerra Mondiale avrebbero voluto che gli Stati Uniti oggi fermassero l’aggressione del leader del Cremlino. Grazie al coraggio dei soldati sbarcati in Normandia, ha detto il presidente americano, “la guerra è cambiata. Si sono opposti all’aggressione di Hitler. C’è qualcuno che dubita che loro avrebbero voluto che l’America si opponesse a Putin oggi in Europa?”, ha chiesto.

“Hanno combattuto per sconfiggere un’ideologia basata sull’odio negli anni ’30 e ’40”, ha aggiunto. “Qualcuno dubita che non smuoverebbero mari e monti per sconfiggere le ideologie basate sull’odio di oggi?”. Biden non ha mai nominato Trump ma il contrasto che ha voluto delineare nel suo intervento è chiaro, anche in vista del G7 in Italia la prossima settimana: mentre il presidente guida un’alleanza internazionale contro l’aggressione russa in Europa, Trump alla Casa Bianca è stato sul punto di ritirarsi dalla Nato ed è stato più amichevole nei confronti di Mosca che verso i tradizionali alleati europei. Ed era ovvio il riferimento al tycoon quando, verso la fine del suo discorso, ha detto: “Quando parliamo di democrazia americana, parliamo spesso di ideali di vita, di libertà, di ricerca della felicità. Ciò di cui non parliamo è quanto sia difficile… L’istinto più naturale è quello di andarsene, di essere egoisti, di imporre la nostra volontà agli altri per prendere il potere”.

Concludendo poi di non voler credere che “la grandezza dell’America appartiene al passato”.

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Breton: von der Leyen non mi voleva, gestione dubbia

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Il francese Thierry Breton accusa Ursula von der Leyen di aver chiesto a Parigi di sostituire il suo nome nel quadro dei negoziati per la formazione della nuova Commissione Ue. Sviluppi che “testimoniano ulteriormente una governance dubbia” e che lo hanno portato alle dimissioni. “Lei ha chiesto alla Francia di ritirare il mio nome – per ragioni personali che in nessun caso lei ha discusso con me direttamente – e ha offerto alla Francia, come scambio politico, un portafoglio che sarebbe più influente. Le sarà ora proposto un altro candidato”, si legge nella lettera di dimissioni di Breton indirizzata a von der Leyen.

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Kiev invita Onu e Croce Rossa nella zona occupata del Kursk

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Il nuovo ministro degli Esteri dell’Ucraina, Andriy Sybiha, ha invitato le Nazioni Unite e il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) a visitare la porzione della regione russa di Kursk che le truppe di Kiev occupano. “L’Ucraina è pronta a facilitarne il lavoro ed a provare che rispetta il diritto umanitario internazionale” in quel territorio russo, ha scritto Sybiha su X.

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Esteri

Comore, il presidente Assoumani accoltellato: è fuori pericolo

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Il presidente delle Comore, Azali Assoumani, è “fuori pericolo” dopo essere stato ferito venerdì in un attacco con coltello da parte di un poliziotto di 24 anni che è stato trovato morto nella sua cella il giorno dopo. Lo rendono noto le autorità dello Stato africano insulare, citate dai media internazionali. L’attentato è avvenuto intorno alle 14 ora locale a Salimani Itsandra, subito a nord della capitale Moroni. “Il presidente sta bene. Non ha problemi di salute, è fuori pericolo. Gli sono stati dati alcuni punti di sutura”, ha detto ieri sera il ministro dell’Energia comoriano Aboubacar Said Anli in una conferenza stampa. Azali è stato aggredito mentre partecipava a un funerale. Il movente dell’attacco non è stato ancora determinato.

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