La Corte d’appello di Versailles ha deciso di sospendere l’asta del Pallone d’Oro di Diego Maradona e di metterlo sotto sequestro per tre mesi. Questa sentenza arriva in seguito alla richiesta dei cinque figli del campione argentino, che ne rivendicano la proprietà. La decisione è stata presa dal giudice Thomas Vasseur, che ha assegnato la custodia giudiziaria del trofeo alla società “Alliance Juris” di Versailles, con una commissione di 3000 euro da pagare dagli eredi di Maradona.
La contesa legale
Il Pallone d’Oro, attribuito a Maradona nel 1986 da France Football, Fifa e Adidas come miglior giocatore dei Mondiali, era destinato all’asta dalla casa Aguttes di Parigi. Gli eredi legittimi – Dalma, Giannina, Diego Jr, Jana Maradona Sabaine e Diego Fernando Ojeda, rappresentato dalla madre Veronica Carolina – hanno tre mesi di tempo per dimostrare la loro proprietà del trofeo. La questione centrale è dimostrare che il Pallone d’Oro appartiene a loro come eredi di Maradona.
La versione dell’antiquario
L’antiquario franco-algerino Abdelhamid Benchaieb, che ha acquisito il trofeo nel 2016, ha dichiarato di averlo acquistato durante un’asta semi-segreta a Montmartre, organizzata dalla società Tessier Sarrou. Benchaieb sostiene di aver cercato di vendere il Pallone d’Oro su eBay e attraverso la rivista “Independent of the Yonne”. Dichiarando di non essere a conoscenza del reale valore del trofeo inizialmente, ha affermato di essere il legittimo possessore in buona fede, dato che nessuno ne ha rivendicato la proprietà nei tre anni previsti dalle leggi francesi.
Il mistero del pallone d’oro
Il Pallone d’Oro di Maradona ha un passato controverso, risalente al 1989 quando fu rubato da una banca di Napoli durante una rapina del clan Misso. Dopo 35 anni, è riapparso a Parigi. La casa d’aste Aguttes sostiene che il trofeo non è mai stato inserito nel database dell’Interpol delle opere d’arte trafugate, insinuando che potrebbe non aver mai lasciato Parigi. La controversia include anche il mistero della Scarpa d’Oro di Marco van Basten, anch’essa acquistata da Benchaieb durante la stessa asta.
Le prove degli eredi
Gli avvocati dei figli di Maradona hanno presentato articoli di giornali dell’epoca che documentano la rapina e una dichiarazione dell’avvocatessa Marinella de Nigris, che accompagnò Claudia Villafane, allora moglie di Maradona, a denunciare il furto delle cassette di sicurezza. Gli eredi sostengono di non essere mai stati contattati da Benchaieb riguardo al possesso del Pallone d’Oro.
La prossima battaglia legale
La Corte d’appello ha concesso tre mesi agli eredi per avviare una causa a Parigi per il riconoscimento della proprietà del Pallone d’Oro. Durante questo periodo, il trofeo rimarrà sotto sequestro giudiziario. Gli eredi devono provare, con la copia della denuncia del furto del 1989 richiesta alla Procura di Napoli, che il trofeo fu effettivamente rubato e non ceduto da Maradona. La legge francese, che riconosce la proprietà su un oggetto posseduto e non rivendicato per tre anni, rappresenta un ostacolo significativo.
Il futuro del Pallone d’Oro di Maradona è ora nelle mani della giustizia francese. La sentenza della Corte d’appello di Versailles ha bloccato l’asta, aprendo una battaglia legale che si preannuncia complessa e controversa. Gli eredi del leggendario calciatore argentino hanno tre mesi per dimostrare la loro legittima proprietà e recuperare il trofeo simbolo di una delle più grandi carriere nella storia del calcio.