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Caso De Luca non si placa, scontro Meloni-Schlein

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Lo scontro continua e passa tra Meloni-De Luca a Meloni Schlein, E non su un tema da poco visto che la premier la butta sulla “questione femminile” tradita, a suo avviso, proprio dalla leader donna del Pd. E i toni si accendono in una giornata di botta e risposta a distanza nella quale l’attacco del Governatore (“ha rivelato la sua vera identità con raffinata eleganza”) passa in secondo piano. E’ Giorgia Meloni a dar fuoco alle polveri attaccando proprio sull’identità dei dem e sul ruolo delle donne in una società maschilista: “la sinistra italiana ora si straccia le vesti perché mi sono difesa. Credo – premette – che si debba vergognare”. E poi alza il tiro sulla Schlein attaccandola frontalmente: “mi spiace che Elly Schlein abbia perso ancora l’occasione di dimostrare di essere il cambiamento che aveva promesso”.

Poi l’affondo velenoso: “continuo a tifare che Schlein tiri fuori il coraggio che la gente si attende da lei come leader e donna. In quello che è accaduto ieri c’è anche una questione femminile: De Luca non le manda a dire, il messaggio è che i bulli sono deboli, sono bravi a fare i gradassi dietro le spalle. È finito il tempo in cui le donne devono subire. Mi aspetto di sentire prima o poi anche una parola dalle femministe”. Altrettanto dura la replica della segretaria: “Meloni si rivolge a me dicendo “è finito il tempo in cui le donne devono subire”.

Come non essere d’accordo. Peccato che le donne subiscano ogni giorno le scelte del suo governo e della sua maggioranza. Come quella di far entrare gli antiabortisti nei consultori a fare pressioni violente sulle donne e le ragazze che vogliono accedere all’interruzione volontaria di gravidanza. Come i tagli che lei sta facendo sulle pensioni delle donne, sulla sanità pubblica e sul welfare che sa benissimo che vuol dire lasciare il carico di cura sulle spalle delle famiglie e soprattutto sulle spalle delle donne, frenandole nel lavoro e nell’impresa. Le donne che subiscono ogni giorno discriminazione di genere – conclude secca – non se ne fanno nulla delle sue ripicche personali”.

In mezzo rimane il governatore della Campania che ha avuto battibecchi con entrambe. De Luca torna alla carica e annuncia esternazioni sulla vicenda per venerdì prossimo, in occasione del suo tradizionale monologo su Fb. In mattinata, a margine di un convegno, aveva rimarcato di aver “appreso dai social della raffinata eleganza cui si era avvicinata al presidente della Regione che era lì per accoglierla e darle il benvenuto”. E questo, aveva aggiunto ironico, “rivela la sua vera e nuova identità e noi non possiamo che concordare”.

Poi una considerazione più politica: “l’oltraggio vero, che non è stato colto dall’opinione pubblica in Italia, quello commesso dalla Meloni contro 550 sindaci campani il 16 febbraio a Roma”.

In quella occasione, ricorda, alla manifestazione dei sindaci, i primi cittadini furono “intimiditi, controllati all’uscita dell’autostrada a Roma, sui pullman che erano diretti a piazza Santi Apostoli, spintonati, bloccati a via del Corso, offesi, oltraggiati dalla Meloni con un comunicato ufficiale. L’unico insulto che c’è stato nella vita politica di questo Paese è quel comunicato della Meloni che offendeva 550 sindaci che erano a Roma per protestare contro il blocco delle risorse e che combattevano per aprire i cantieri e creare lavoro”.

Infine, il Governatore annuncia anche la richiesta di una ‘mobilitazione straordinaria’ per i Campi Flegrei: “mi aspetto che il governo nazionale faccia il suo dovere, c’è bisogno di risorse perchè ora non c’è nulla”.

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Economia

Riforma della Pubblica Amministrazione, si diventerà dirigenti anche senza concorso?

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Il Piano strutturale di bilancio, che verrà presentato ufficialmente la prossima settimana, rappresenta un passaggio cruciale per il futuro della Pubblica Amministrazione (Pa) italiana. Tra le riforme principali, il governo intende ottenere dall’Unione Europea l’estensione del percorso di aggiustamento dei conti pubblici da quattro a sette anni, riducendo così la correzione annua del deficit. In cambio, l’Italia proporrà una serie di riforme strutturali, tra cui spiccano le modifiche nella Pa, che avranno un ruolo centrale.

Carriere e digitalizzazione: i pilastri della riforma

La riforma della Pa si articolerà principalmente su due fronti: il ripensamento delle carriere e il rafforzamento delle competenze digitali. Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, è impegnato a ridisegnare un sistema di progressione professionale che, accanto al tradizionale concorso pubblico, possa basarsi anche su valutazioni personali e professionali. L’obiettivo è rendere più flessibile l’avanzamento di carriera, superando un sistema che oggi appare ingessato e troppo legato all’anzianità di servizio.

Una delle proposte chiave è quella di introdurre percorsi di carriera dedicati alle figure con competenze tecnologiche e digitali, sempre più indispensabili negli uffici pubblici. Oltre a questo, si punta a incentivare la formazione interna per migliorare l’efficienza della Pa e attrarre quei profili professionali altamente qualificati che spesso preferiscono il settore privato a causa delle limitate opportunità di crescita nel pubblico.

La sfida dei concorsi e delle rinunce

Il problema della scarsità di talenti nella Pa è emerso con forza negli ultimi anni. Nonostante il boom di candidati ai concorsi pubblici — due milioni nei primi otto mesi del 2023 — molte posizioni, soprattutto quelle che richiedono elevate competenze tecniche, restano vacanti a causa delle rinunce. I profili più qualificati, infatti, preferiscono spesso le opportunità offerte dal settore privato, che garantisce percorsi di carriera e retribuzioni più dinamiche.

Zangrillo ha sottolineato come il sistema attuale, incentrato esclusivamente sui concorsi, rischi di incentivare i candidati a concentrarsi più sullo studio che sul raggiungimento degli obiettivi professionali. L’intenzione è quindi di affiancare al concorso nuovi strumenti di avanzamento professionale, senza però violare l’articolo 97 della Costituzione, che impone il concorso per l’accesso agli impieghi pubblici. Alcuni esempi di carriera senza concorso esistono già nella Pa, come nel caso di prefetti e diplomatici, e potrebbero essere estesi ad altre figure professionali.

Valutazione dei dirigenti: un nuovo modello

Un altro aspetto centrale della riforma riguarda la valutazione dei dirigenti pubblici. Zangrillo ha proposto un modello che superi la tradizionale impostazione verticale, coinvolgendo nella valutazione non solo i superiori ma anche i pari grado, i dipendenti e persino gli utenti. Questo sistema di valutazione diffusa permetterebbe di premiare non solo la conoscenza delle normative, ma anche competenze immateriali come la capacità di valorizzare il personale, incentivare la produttività e migliorare il benessere organizzativo.

Una sfida cruciale per il futuro della Pa

La riforma della Pa è considerata essenziale non solo per migliorare l’efficienza degli uffici pubblici, ma anche per rendere il lavoro nel settore pubblico più attrattivo per i giovani talenti e per chi possiede competenze digitali avanzate. Il percorso di trasformazione, però, non sarà semplice e richiederà tempo. Tuttavia, l’obiettivo è chiaro: creare una Pubblica Amministrazione più moderna, dinamica e in grado di competere con il settore privato per attirare le migliori risorse professionali.

Con queste riforme, l’Italia spera di rafforzare la propria posizione in Europa e ottenere l’allungamento del percorso di aggiustamento dei conti, contribuendo al rilancio del Paese con un’amministrazione pubblica più efficiente e capace di rispondere alle sfide del futuro.

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Ambiente

Orsi polari affamati arrivano in Islanda su lastre di ghiaccio, la minaccia del cambiamento climatico

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Non siamo ancora di fronte a una “famosa invasione degli orsi bianchi in Islanda”, ma l’apprensione cresce tra gli abitanti dell’isola. Un giovane esemplare di orso polare, probabilmente spinto dalla fame e dalla progressiva scomparsa del suo habitat naturale, è giunto sulle coste islandesi, dopo aver percorso circa mille chilometri su una lastra di ghiaccio staccatasi dai ghiacciai della Groenlandia, una delle tante conseguenze visibili del cambiamento climatico.

Il suo arrivo nel villaggio di Hofdastrond, nell’estremità nord-occidentale dell’Islanda, ha destato allarme tra i residenti. L’orso, un esemplare giovane del peso compreso tra 150 e 200 kg, affamato e spaesato, si è avvicinato a una casa, attratto dall’odore del cibo nei rifiuti. Una signora anziana lo ha avvistato dalla finestra e, spaventata, si è barricata dentro casa, chiamando aiuto. L’intervento dell’Agenzia islandese per l’ambiente è stato rapido e decisivo: l’animale, considerato una minaccia per la popolazione, è stato abbattuto dai tiratori scelti della polizia. Il capo della polizia dei Fiordi occidentali, Helgi Jensson, ha spiegato che, nonostante il dispiacere per l’azione, la decisione è stata necessaria per proteggere gli abitanti.

L’orso polare è una specie a rischio estinzione, e la sua uccisione suscita inevitabilmente riflessioni più ampie. A differenza della poetica “invasione degli orsi in Sicilia” narrata da Dino Buzzati, questa vicenda non ha un lieto fine. L’orso non ritorna al suo ambiente, né si sottrae al mondo umano: la sua vita termina lontano dall’Artico, vittima di una situazione ecologica in rapido deterioramento.

Questo episodio evidenzia una realtà ormai incontrovertibile: lo scioglimento dei ghiacciai sta riducendo drasticamente l’habitat degli orsi polari. Sebbene non siano nativi dell’Islanda, è sempre più frequente che alcuni esemplari raggiungano le sue coste galleggiando sui banchi di ghiaccio provenienti dalla Groenlandia. L’ultimo avvistamento di un orso polare sull’isola risaliva al 2016, ma questo fenomeno rischia di intensificarsi con l’aggravarsi del riscaldamento globale, che colpisce in particolare le regioni polari.

Nelle ultime settimane, la costa settentrionale dell’Islanda ha visto un aumento di iceberg provenienti dall’estremo Nord, segnale preoccupante del continuo scioglimento del ghiaccio. Secondo uno studio del Wildlife Society Bulletin pubblicato nel 2017, la perdita di ghiaccio marino sta spingendo sempre più orsi affamati verso la terraferma in cerca di cibo, aumentando il rischio di incontri potenzialmente pericolosi con gli esseri umani. Dei 73 attacchi di orsi polari registrati tra il 1870 e il 2014, ben 15 sono avvenuti negli ultimi cinque anni di quel periodo.

Il corpo dell’orso abbattuto è stato trasferito all’Istituto islandese di storia naturale, dove sarà sottoposto a una serie di analisi, tra cui lo studio del suo stato nutrizionale. Questi esami potrebbero fornire preziose informazioni sulla salute dell’animale e sul suo difficile percorso verso la terraferma, offrendo un ulteriore sguardo sulle drammatiche conseguenze che il cambiamento climatico sta avendo sulla fauna artica.

In conclusione, la tragica vicenda di Hofdastrond solleva una questione cruciale: se il riscaldamento globale continuerà a erodere l’habitat degli orsi polari, dovremo forse prepararci a nuovi e sempre più frequenti “incontri” tra umani e animali spinti a vagare lontano dalle loro terre per sopravvivere.

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Cultura

Federica Manzon vince il Premio Campiello con 101 voti

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Federica Manzon con Alma (Feltrinelli) ha vinto con 101 voti la 62/ma edizione del Premio Campiello. I voti espressi sono stati 287 su 300 votanti della Giuria Popolare di Lettori Anonimi.

Al secondo posto Antonio Franchini con ‘Il fuoco che ti porti dentro’ (Marsilio), 78 voti. Al terzo Emanuele Trevi con ‘La casa del Mago’ (Ponte alle Grazie), 66 voti, al quarto Michele Mari con ‘Locus Desperatus’ (Einaudi), 33 voti. Ultimo Vanni Santoni con ‘Dilaga ovunque’ (Laterza), 6 voti.

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