Non è stata una morte naturale, né un suicidio, come si pensò in un primo momento e come sarebbe stato simulato, ma l’ennesimo femminicidio: un marito ha ammazzato la moglie perché la considerava un ostacolo a vivere liberamente una relazione con un’altra donna, più giovane. Ne è convinta la Procura di Bologna che ha notificato un avviso di fine indagine per omicidio aggravato dai futili motivi e dalla relazione sentimentale al 53enne Leonardo Magri, accusato dal pm Augusto Borghini e dai carabinieri del nucleo investigativo di aver assassinato la coniuge Daniela Gaiani, 59enne, trovata morta il 5 settembre 2021 in un letto, nella loro casa di Castello d’Argile. Magri è indagato da circa due anni, a piede libero. Difeso dall’avvocato Ermanno Corso, si è sempre dichiarato innocente.
A costruire l’accusa contro di lui ci sono una serie di presunte omissioni e di dichiarazioni fatte quando è stato interrogato, ritenute non veritiere, né convincenti. Fu lui stesso a chiamare il 118, riferendo di aver trovato la moglie morta nel letto, ma non segnalò subito la presenza di una cintura in tessuto che invece poi, quando i sanitari arrivarono nell’appartamento, disse che era legata al collo della moglie, impiccata alla testiera del letto.
Quando i medici arrivarono, però, la cintura non era più lì e fu lui a mostrarla ai soccorritori. Così facendo, avrebbe tentato di sviare le indagini. Secondo gli inquirenti la donna sarebbe stata invece imbottita di farmaci (per questo si ritiene che non avrebbe avuto la forza di stringersi la cintura da sola) e presumibilmente, hanno concluso le consulenze medico legali, è stata strangolata. Il corpo, inoltre, è stato spostato dopo la morte. Il 53enne inoltre riferì che la sera prima era stato a una sagra mentre invece passò la serata insieme all’altra donna, in una diversa località. Né spiegò la natura della relazione con lei e neppure raccontò che il matrimonio era in crisi da tempo. Le indagini hanno invece accertato come il rapporto extraconiugale andasse avanti da mesi, all’insaputa della moglie e avesse pensato di lasciarla.
È stata proprio l’altra donna a riferire agli investigatori che lui non riusciva a chiudere con la moglie, mettendo a verbale: “Entrambi stavamo male per una relazione che aveva bisogno di una svolta”. Ora finalmente i familiari di Gaiani potranno celebrare il funerale della 59enne e sono in attesa che la Procura disponga il nulla osta per dissequestrare la salma.
L’auspicio, dice l’avvocato che assiste i parenti della vittima, Daniele Nicolin, è che “si possa mettere un punto a questo strazio che dura da quasi tre anni, uno stress notevolissimo per il fratello e la sorella, ma anche per i genitori. Poi vedremo che direzione prenderà, l’importante è mettere una parola di verità, arrivare a una spiegazione di quello che è successo”, aggiunge. L’indagato ha invece la possibilità di chiedere di essere nuovamente interrogato, ma difficilmente riuscirà ad evitare un difficile processo.