La riforma costituzionale della Giustizia approda nelle prossime ore al Consiglio dei ministri, decisa ad eliminare il rischio delle correnti interne alla magistratura con l’ipotesi prevalente del ‘sorteggio secco’ sull’elezione dei togati al Csm. Il governo si è presentato oggi al Quirinale con il dossier, quello sull’annunciato provvedimento per la separazione delle carriere dei magistrati. Intanto esulta Antonio Tajani: “Siamo finalmente in dirittura d’arrivo per la riforma. Ogni imputato avrà la possibilità di avere l’accusa e la difesa sullo stesso piano”, dice il vice premier dedicando il disegno di legge a Silvio Berlusconi, che nella sua vita politica aveva sempre rincorso questo obiettivo. A puntare il dito contro le nuove regole annunciate è invece l’Anm, il sindacato delle toghe, che ha confermato la sua contrarietà anche al recente congresso di Catania e dopo l’incontro a via Arenula con il Guardasigilli.
Al Colle il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, sono stati in queste ore ricevuti da Sergio Mattarella dopo un incontro con Ugo Zampetti, segretario generale della Presidenza della Repubblica. Al capo dello Stato è stato illustrato lo schema della riforma costituzionale, anche per recepire eventuali pareri e rilievi del presidente. Il ddl non prevede modifiche all’articolo 112 della Costituzione, ovvero quello che riguarda l’obbligatorietà dell’azione penale. Secondo le ipotesi prevalenti, sono previsti due Consigli superiori della magistratura, uno composto dai magistrati requirenti e l’altro da quelli giudicanti, con carriere separate e ben distinte, meno probabile la vecchia idea delle di un solo Csm con due sezioni.
In ogni caso a presiedere resterebbe comunque il presidente della Repubblica. Nelle ultime ore il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, aveva sottolineato gli obiettivi del provvedimento, che “non riguarda solo” la formalizzazione di “una separazione delle carriere, che dai tempi delle norme Cartabia c’è “già nei fatti”, ma anche la previsione di “due distinti Csm” che si occupano, ciascuno dei pm e dei magistrati giudicanti, provando a circoscrivere il ruolo delle correnti, un’anomalia del sistema”.
Proprio la scelta di un ‘sorteggio secco’ per la nomina dei componenti togati del Csm potrebbe rivelarsi la soluzione più netta contro eventuali influenze delle correnti sulle nomine. Al momento questa soluzione è prevalsa sull’ipotesi del ‘sorteggio mediato’, secondo cui invece i magistrati candidabili al Consiglio sorteggiati sarebbero stati poi sottoposti a successiva selezione. Sempre secondo le valutazioni in campo, vi è l’aumento del numero dei membri laici dei Consigli, almeno un quarto nominati dal Parlamento. Nella nuova riforma, come più volte annunciato anche dal Guardasigilli Nordio, “la dignità della figura dell’avvocato entra in Costituzione: avrà una menzione autonoma come elemento strutturale della giurisdizione”.
Sarà inoltre introdotta l’Alta Corte, formata da nove membri: si tratterà di un organo di tutela giurisdizionale contro i provvedimenti amministrativi assunti dai Consigli superiori della magistratura ordinaria, amministrativa e tributaria. Anche qui resta aperta però anche l’ipotesi che l’Alta Corte possa disciplinare in prima istanza e non in appello. Questo passaggio potrebbe probabilmente trovare anche il favore delle forze politiche esterne alla maggioranza.