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Cronache

Camorra e droga, assolto Giovanni Nuvoletta

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Arrestato e condannato per associazione di tipo mafioso e altri reati, Giovanni Nuvoletta, figlio di Lorenzo, ritenuto il boss dell’omonimo clan camorristico egemone dell’area di Marano di Napoli, è stato assolto oggi con formula piena dalla Corte d’Appello di Napoli. Nel giugno 2015 Giovanni Nuvoletta venne arrestato su ordine del Gip di Napoli e su richiesta della Dda partenopea (pm Maria Di Mauro). Ne è seguito un lungo percorso giudiziario, nell’ambito del quale nei confronti di Nuvoletta è stata anche disposta la confisca dei beni.

All’esito del processo di primo grado Nuvoletta – difeso dall’avvocato Alessandro Diddi – era stato assolto dal tribunale di Napoli Nord dal reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, ma condannato per il reato di traffico di sostanze stupefacenti in concorso con il clan Polverino. La corte di appello, davanti alla quale avevano impugnato la sentenza il pm e la difesa, aveva riformato la sentenza, affermando anche la responsabilità dell’imputato per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso.

Il 2 dicembre 2021, poi, la Corte di cassazione annullò la sentenza d’appello rinviando il procedimento ad altra sezione della Corte di appello di Napoli, che oggi ha definitivamente assolto Nuvoletta, difeso dall’avvocato Alessandro Diddi. “Finalmente, dopo 9 anni di traversie – il commento del legale – Giovanni Nuvoletta può guardare al suo futuro con serenità e riprendere il suo lavoro nel settore della ristorazione nel quale, prima della tormentata vicenda giudiziaria, aveva investito le sue energie lavorative”.

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Cronache

Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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Cronache

‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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