Collegati con noi

Cronache

Svolta nel caso Unabomber, Dna estratto da vecchi reperti

Pubblicato

del

featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Vecchi reperti ma nuove tecniche investigative hanno permesso di estrarre il Dna di Unabomber. Un passo concreto che potrebbe contribuire a individuare il colpevole degli attentati compiuti dal 1994 al 1996 e dal 2000 al 2006 nelle province di Pordenone, Udine, Treviso e Venezia. Alcuni oggetti sono stati sottoposti a un’analisi più completa e approfondita. Si tratta di frammenti genetici emersi dall’analisi di alcuni peli rintracciati sulla bomboletta di stelle filanti inesplosa e trovata a San Vito al Tagliamento il 6 marzo del 2000. Altri sono stati individuati nell’uovo-bomba inesploso e al supermercato di Portogruaro il 31 ottobre del 2000. Ancora: tracce genetiche sul nastro isolante che era stato utilizzato per chiudere una lattina di pomodori esplosa in mano a Nadia De Ros il 6 novembre del 2000, su un tubo-bomba che l’1 novembre dello stesso anno ferì una donna di Livenza e sul nastro isolante di un tubetto di maionese inesploso trovato a Roveredo in Piano il 17 novembre del 2000. Altri rilievi sono stati effettuati sui resti delle bombe esplose al Tribunale di Pordenone il 24 marzo del 2003, sull’inginocchiatoio della chiesa di Sant’Agnese a Portogruaro e sulla scatoletta di sgombro inviata alla suore di Concordia Sagittaria l’11 marzo del 2002.

Verifiche anche su due ordigni non deflagrati: la lattina di Coca Cola trovata a Zoppola (Pordenone) il 28 ottobre del 2007 e un altro congegno individuato sotto la sella della bici a Portogruaro il 9 luglio del 2005. Oltre all’estrazione del Dna si sta procedendo alla comparazione con quello di undici indagati e ci sarebbero venti persone, non iscritte nel registro degli indagati, che si sono dette disponibili a collaborare alle indagini. L’inchiesta su Unabomber è stata riaperta di recente in seguito a quanto rilevato da un giornalista e due delle vittime che hanno chiesto e ottenuto di riesaminare alcuni reperti, dai quali avrebbero rilevato tracce interessanti, tanto da far, appunto, riaprire il corposo fascicolo. Due mesi fa anche la proroga chiesta dai periti Giampietro Lago ed Elena Pilli, quest’ultima già consulente nel caso Yara Gambirasio, e con competenze specifiche proprio nell’estrazione del Dna mitocondriale. L’esito delle perizie sarà depositato in tempo utile per l’udienza del prossimo ottobre.

Dal canto suo, il Procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo, non si scompone e si limita a dire che non c’è nulla di urgente e “nulla di nuovo al momento”. Chi invece è arrabbiato da quanto emerso è Maurizio Paniz, l’avvocato di Elvo Zornitta, l’ingegnere di Corva di Azzano Decimo (Pordenone) indagato per anni nella vicenda Unabomber, poi scagionato. “E’ inconcepibile che escano notizie e la difesa non ne sappia niente” dice esprimendo “significativi dubbi sulla conservazione dei reperti perché in questi anni le manipolazioni possono essere state molteplici e quindi non credo sia stata garantita la conservazione” integra dei reperti stessi. E infine: “Era già stato ripetutamente estratto un Dna di Unabomber, quindi non so quale ulteriore approfondimento sia stato fatto, quali nuovi accertamenti”, archivia lapidariamente il caso.

Advertisement

Cronache

Deteneva 12 kg droga, armi e munizioni, arrestato 32enne di Acerra a Lecce

Pubblicato

del

Più di dodici chili di droga, hashish, marijuana e cocaina, tre pistole pronte all’uso, centinaia di proiettili, una lanciarazzi e circa 5mila euro in contanti ritenuti il provento dello spaccio. È questo il bilancio del sequestro effettuato nel corso di una operazione messa a segno dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, che hanno arrestato un pregiudicato 32enne della zona. L’uomo, Antonio Baldassarre 32enne di Acerra (Napoli) ma residente a Lecce, aveva nascosto l’ingente quantitativo di droga e le armi all’interno di due garage nella sua disponibilità. Il nervosismo mostrato durante il controllo ha insospettito i militari. Dopo aver consegnato ai carabinieri un sacchetto contenente 2 kg e mezzo di hashish occultato sotto il sellino della moto, i militari hanno fatto scattare la perquisizione nei due garage di pertinenza dove poi è stato scoperto l’ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.

Continua a leggere

Cronache

Uccide la moglie e si presenta ai carabinieri

Pubblicato

del

Femminicidio a Sestri Levante questa mattina. Un uomo di 74 anni, Giampaolo Bregante, ha sparato alla moglie, Cristina Marini. Dopo l’omicidio si è presentato dai carabinieri e ha confessato. Secondo le prime informazioni l’uomo ha detto di avere ucciso la moglie per “porre fine alla sua depressione e visto che la moglie si rifiutava di prendere le medicine per le cure”. Sul posto sono arrivati i medici del 118 e i carabinieri del nucleo investigativo. I militari sono coordinati dal pm Stefano Puppo.

Comandante di lungo corso, Giampaolo Brigante è conosciuto come una persona tranquilla, amante del mare. Ieri era con alcuni suoi amici a giocare a pinnacolo, come tutti i giorni. “Amava raccontare le sue avventure per mare sui traghetti – raccontano gli amici – Era preoccupato solo per la depressione della moglie ma non faceva trapelare nulla”. Il primo ad accorrere sul luogo dell’omicidio è stato il figlio Righel avvisato dal padre dopo che aveva sparato alla moglie, assieme ai carabinieri che avevano ricevuto la telefonata da parte dell’omicida. Il corpo di Cristina Marini si trovava riverso in cucina. Giampaolo Bregante è stato quindi condotto nella caserma di via Val di Canepa a disposizione del magistrato di turno.

Continua a leggere

Cronache

San Gennaro fa il miracolo e il Cardinale chiede giustizia sociale per Napoli

Pubblicato

del

Questa mattina, alle 10 in punto, il miracolo di San Gennaro si è ripetuto nel Duomo di Napoli, portando con sé un profondo significato religioso e sociale. Come da tradizione, l’annuncio della liquefazione del sangue del santo Patrono è stato dato dall’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, ai fedeli che gremivano la cattedrale. Il sangue, contenuto nella famosa ampolla, era già sciolto al momento in cui è stato portato sull’altare maggiore, trasportato dai seminaristi. La celebrazione eucaristica, come sempre, ha attirato numerosi fedeli e personalità illustri, tra cui il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il governatore Vincenzo De Luca, il principe Carlo di Borbone, il principe Emanuele Filiberto di Savoia e l’attrice Marisa Laurito.

La tradizione del miracolo di San Gennaro, atteso tre volte l’anno – il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre – è un momento di grande devozione per i napoletani, che vedono in questo evento un segno di protezione e speranza.

Durante la sua omelia, l’arcivescovo Battaglia ha collegato il miracolo del sangue con la sofferenza e le difficoltà vissute dalla città. “Questo sangue si mescola sempre con il sangue dei poveri, degli ultimi, con il sangue versato a causa della violenza e del degrado sociale”, ha dichiarato, ricordando tragedie recenti come il crollo di Scampia e l’esplosione di Forcella. Con queste parole, Battaglia ha voluto sottolineare la necessità di una risposta collettiva e solidale alle sfide che Napoli affronta quotidianamente.

L’arcivescovo ha proseguito il suo discorso ponendo l’accento sull’importanza di affrontare le emergenze sociali come opportunità per costruire un futuro di giustizia e pace. Ha menzionato l’emergenza educativa e abitativa come priorità che richiedono interventi immediati, ma che al tempo stesso offrono la possibilità di disegnare una nuova traiettoria per la città. “Occorre avere il coraggio di superare la logica della competizione ad oltranza per abbracciare quella della cooperazione”, ha esortato Battaglia, invitando la comunità a riscoprire il valore della solidarietà e della cura reciproca.

Napoli, città dalle profonde contraddizioni ma anche dalle grandi risorse umane, è stata al centro di un appello accorato a ripartire da quei gesti semplici ma fondamentali che la sorreggono ogni giorno: “Ricorda sempre di custodire con tutto te stessa e ripartire ogni giorno dalle poche cose che contano”, ha detto Battaglia, invitando i napoletani a non voltare mai lo sguardo di fronte alla sofferenza altrui e a lottare per una città più giusta e pacifica.

Il miracolo di San Gennaro, dunque, non è solo un evento religioso, ma un invito a riscoprire la dimensione della solidarietà, della cooperazione e della speranza, elementi essenziali per costruire una Napoli migliore e più equa. Concludendo, l’arcivescovo ha invocato la protezione del santo Patrono affinché il segno del suo sangue “ravvivi sempre in noi il desiderio di realizzare per la nostra terra e per il mondo intero il sogno di Dio”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto