I rianimatori hanno fatto tutto il possibile per salvarle la vita ma le ferite inflitte con un coltello dal marito non le hanno lasciato scampo. Aneta Danelczyk, originaria della Polonia, è morta poco dopo l’arrivo dei soccorsi, a soli 50 anni, a Taurisano, nell’appartamento della vicina di casa da cui si era rifugiata sperando di riuscire a sfuggire dalla furia omicida del 57enne Albano Galati. Lui, dopo avere ucciso la moglie con un coltello da cucina a lama lunga, e aver ferito la vicina di casa che tentava di difenderla, ha chiamato la polizia, confessando quanto aveva fatto. E’ stato ascoltato a lungo dalla pm Giorgia Villa e sottoposto a fermo. Galati e Aneta si erano conosciuti in Svizzera dove i due lavoravano e poi si erano trasferiti in Salento, a Taurisano, il paese di origine di lui. La loro relazione, però, stava per finire, si stavano per separare.
Dal loro matrimonio sono nati quattro figli (tre maschi e una femmina), uno dei quali è ancora minorenne e che vivevano tutti con i genitori. Galati di recente era rimasto senza lavoro e aveva chiesto aiuto ai servizi sociali che lo stavano seguendo. Lavorava come netturbino ma il contratto era scaduto. Secondo alcune testimonianze, avrebbe detto ad alcuni colleghi che aveva intenzione di compiere un omicidio ma la cosa non era stata presa sul serio. Chi lo conosceva non lo considerava un uomo violento. E non risulterebbero denunce per maltrattamenti. A Taurisano, paese di circa 11mila abitanti in provincia di Lecce, erano le 17.30 quando le urla disperate della vittima hanno attirato l’attenzione degli abitanti di via Corvaglia. Galati sarebbe arrivato a casa in uno stato di forte alterazione psicofisica. Dopo aver inveito contro la moglie, ha cominciato a colpirla e poi l’ha inseguita fin dentro casa della vicina per accoltellarla ancora. L’arma è stata trovata e sequestrata.
“La comunità è sconvolta – afferma la vicesindaca di Taurisano, Sonia Santoro – è una giornata triste per la nostra città. Il femminicidio è una realtà che bisogna contrastare con la cultura del rispetto della donna. Come amministrazione comunale nel nostro piccolo lo stiamo facendo. Lo abbiamo fatto anche in occasione della festa della donna con dei momenti di riflessione in cui abbiamo coinvolto tutti. Dobbiamo fare il possibile perché non accada mai più”. “Sentiamo spesso parlare in tv di queste terribili notizie ma quando accade nel tuo stesso paese, non molto distante da casa tua, senti un brivido correre lungo la schiena”, dice Anna che vive a Taurisano da 25anni. Anche sui social corrono tristezza e sgomento: “Aveva tutta la vita davanti a sé, ma cosa scatta nella testa di certi uomini, come si fa a uccidere?”, scrive Antonio su Facebook.
“Si stavano lasciando? Nessuno ha più la capacità di accettarlo”, commenta Laura, esprimendo tutto il proprio dolore per i “loro figli che ora hanno visto la propria famiglia distrutta”. Solo dal’1 gennaio al 10 marzo, secondo un’analisi del Viminale, sono state uccise 20 donne: di queste 18 sono state ammazzate in ambito familiare-affettivo e 8 dal partner o dall’ex. Lo scorso anno le donne uccise sono state 119, 97 delle quali in ambito familiare e 69 dal partner o ex. L’Istat, lo scorso 8 marzo, ha ricordato come il quarto trimestre del 2023 abbia fatto registrare un picco di chiamate al 1522 – il numero antiviolenza e stalking – mai osservato in passato. Sebbene già nei tre trimestri del 2023 il numero delle chiamate per telefono e chat al 1522 abbia registrato una crescita rispetto agli anni precedenti, solo nel quarto trimestre esso arriva a totalizzare 21.132 chiamate valide con un incremento percentuale dell’88,9% rispetto al trimestre precedente e del 113,9% rispetto allo stesso periodo del 2022 .