Collegati con noi

Cronache

Mafia: condanne per 2 secoli di carcere a boss clan Palermo

Pubblicato

del

Regge in appello, pur con qualche sconto di pena, la sentenza di primo grado contro il clan mafioso del Borgo Vecchio di Palermo. La corte ha condannato complessivamente a quasi due secoli di carcere boss, gregari ed estortori. A 16 anni e 10 mesi è stato condannato Jari Ingarao, a 8 Danilo Ingarao, a 7 anni e 4 mesi Gabriele Ingarao, a 2 anni Francesco Paolo Cinà e Vincenzo Marino, a un anno e 4 mesi Giacomo Bologna, Davide Di Salvo e Gianluca Alteri, a 13 anni e 5 mesi in continuazione con una precedente condanna Girolamo Monti, a 10 anni e 4 mesi, sempre in continuazione Giuseppe Gambino, a 13 anni e 4 mesi Salvatore Guarino. La “famiglia” gestiva affari ed estorsioni nel quartiere e imponeva anche la scaletta delle canzoni suonate nelle feste rionali attraverso l’imprenditore Salvatore Buongiorno che è stato condannato a 6 anni e 8 mesi.

Paolo Alongi ha avuto 6 anni e 8 mesi, Giovanni Bronzino 8 anni e 4 mesi, Domenico Canfarotta 8 anni, Giuseppe D’Angelo 2 anni e 4 mesi, Marcello D’India 8 anni e 4 mesi, Antonino Fortunato 6 anni e 8 mesi, Salvatore Guarino 20 anni in continuazione con una precedente condanna. Giuseppe Lo Vetere è stato condannato a 7 anni e 6 mesi, Pietro Matranga a 5 anni, 3 mesi, Francesco Mezzatesta a 2 anni e 4 mesi, Emanuel Sciortino a 7 anni e 4 mesi, Vincenzo Vullo a 4 anni e 8 mesi, Emanuel Sciortino a 7 anni e 4 mesi, Giovanni Zimmardi a 13 anni e sei mesi. Confermati i risarcimenti concessi ad Addiopizzo, al Centro Studi Pio La Torre, al Comune di Palermo, a Sicindustria, al Coordinamento antiracket, a Solidaria, a Confcommercio, Sos Impresa, alla Federazione antiracket, allo Sportello di solidarietà e ad alcuni commercianti vittime del racket.

L’inchiesta, che portò a 20 arresti, accertò anche i legami tra il cantante neomelodico Niko Pandetta e il capomafia Jari Ingarao che riceveva le visite del musicista mentre era ai domiciliari. Ingarao, re del traffico di droga, lo voleva a tutti i costi sul palco del rione durante la festa patronale. Il clan controllava il comitato organizzatore e decideva chi dovesse esibirsi, oltre a mettere insieme i soldi per l’ingaggio attraverso le estorsioni. All’indagine collaborarono molte vittime del racket: su 20 estorsioni scoperte dai carabinieri del Comando Provinciale, 14 furono denunciate spontaneamente dalle vittime.

E cinque vennero confermate dai commercianti chiamati a testimoniare in caserma. Una novità assoluta per un quartiere come il Borgo Vecchio allora controllato dal capomafia Angelo Monti. Le intercettazioni dimostrarono inoltre come molti estortori fossero sempre più riottosi a chiedere il denaro e preferissero altre attività criminali ritenute più sicure e redditizie come le rapine temendo le denunce. “In questa salumeria ci puoi andare. Questo pagava! Mentre da quest’altro no, questo è sbirro”, diceva uno dei fermati. Infine gli inquirenti svelarono l’esistenza di un fiorente traffico di droga gestito dal nipote del boss Monti, Jari Ingarao, che dagli arresti domiciliari curava tutta la filiera del business: dall’approvvigionamento in Campania, alla rete dei pusher che controllavano le piazze di spaccio.

Advertisement

Cronache

Morta Amelia Cortese Ardias, il cordoglio di Bassolino

Pubblicato

del

“La scomparsa della Cortese Ardias mi rattrista davvero. Amelia è stata una esponente liberale di primo piano, una donna delle istituzioni ed impegnata nella vita culturale e sociale”. Lo afferma in una nota Antonio Bassolino. “Mio padre – aggiunge l’ex sindaco di Napoli – era amico del marito. Le ho voluto molto bene e tra di noi vi sono sempre stati sentimenti di stima ed affetto. Un abbraccio ai familiari”.

Continua a leggere

Cronache

Torna il maltempo, allerta arancione in sei regioni

Pubblicato

del

Torma il maltempo e domani sarà allerta arancione in sei regioni e gialla in nove. Piogge e temporali, dalla serata di oggi, cadranno sulle regioni di Nord-Ovest e la Toscana, poi la perturbazione si estenderà nella giornata di domani al Nord-Est e in parte al Centro. Il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

I temporali da stasera riguarderanno la Liguria e poi, dalle prime ore di domani, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana, successivamente Lombardia, Veneto e, dal pomeriggio, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria e Lazio. Possibili anche locali grandinate e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per la giornata di domani allerta arancione per rischio temporali e idrogeologico su buona parte di Toscana, Emilia-Romagna Liguria, Veneto e Lombardia e su tutto il Friuli Venezia Giulia. Allerta gialla su resto di Toscana, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, oltre che su Umbria e parte di Sardegna, Marche e Piemonte.

Continua a leggere

Cronache

A cento anni gli rinnovano la patente a Ravenna

Pubblicato

del

Ha compiuto cento anni e ogni pomeriggio, insieme alla moglie Tebe, di quattro anni più giovane di lui, da Ravenna va al mare nella vicina Lido Adriano, guidando la sua auto. Potrà continuare a farlo ancora, perché Luciano Gulmini, che il 23 agosto ha festeggiato il fatidico traguardo del secolo di vita, nei giorni scorsi si è infatti visto rinnovare anche la patente per due anni, fino al 2026. Gulmini, ex dipendente di Cgil e Pci, qualche giorno prima è andato all’Aci, dove dopo l’esame della vista, dell’udito, un breve colloquio e una visita che ha certificato la sua abilità psico-fisica a guidare la macchina, si è visto infatti prorogare la validità della patente.

Guida una Lancia Y, comprata trent’anni fa, ma in perfetto stato. Che è il mezzo, appunto, che durante la stagione estiva porta i due coniugi ravennati al bagno Alessandro di Lido Adriano dove li aspettano i loro amici. Gulmini, come ha raccontato all’edizione ravennate del Resto del Carlino, è un guidatore esperto: per molti anni, insieme alla moglie, ha girato l’Europa, prima in Lambretta, poi sempre in macchina. La prima patente l’ha presa ormai 75 anni fa, per poter guidare una Lambretta, con la quale lui e la moglie hanno fatto vacanze anche fuori dai confini italiani. Nei primi anni Sessanta è arrivata la prima macchina, una Fiat 500 che li ha accompagnati in numerosi viaggi in tenda.

“Soprattutto – ha raccontato Luciano – nella ex Jugoslavia, dove all’epoca c’era il presidente Tito. L’abbiamo visitata per parecchi anni, siamo andati a Spalato, Dubrovnik, Mostar, Sarajevo, ma anche in tanti piccoli paesini, a contatto con la cultura degli altri. Ci è sempre piaciuto viaggiare, incontrare gente, lo abbiamo sempre fatto almeno per un mese all’anno”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto