Precisa che lui non ha insultato proprio nessuno e che quell’offesa rivolta a Giorgia Meloni altro non era che una battuta. Il giorno dopo aver guidato i sindaci a Roma per manifestare contro l’autonomia differenziata, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, oggi ha raccolto attorno a se il dissenso del mondo della cultura, dell’arte, dello spettacolo. Un’altra manifestazione di protesta, questa volta a Napoli, per chiedere che il Governo sblocchi i fondi di sviluppo e coesione. E per mettere in chiaro che lui, in questa lotta per i fondi per il Sud, non si fermerà mai. A meno che “qualcuno non mi spari in testa”.
De Luca, dunque, non indietreggia né di fronte all’assenza di confronto con il Governo (“ieri gli esponenti del governo Meloni-Badoglio erano tutti in fuga”), né di fronte alle critiche ricevute dopo aver insultato pesantemente la presidente del Consiglio. Piuttosto rilancia. “L’unico insulto ieri lo ha rivolto la Meloni a chi è andato a manifestare, perché in un Paese democratico non decide la Meloni chi e quando deve manifestare”, ha esordito dal palco del teatro Sannazaro di Napoli, gremito. E poi: “Ho parlato ieri a piazza Santi Apostoli per un’ora e nessuno ha offeso nessuno. Hanno mandato in giro un fuori onda mentre ero a Montecitorio a bere un bicchiere d’acqua. Bisogna stare attenti, era una cosa detta a mezza voce. Oggi i titoli principali sono l’insulto di De Luca alla Meloni, siamo alla follia. Siamo in un Paese malato di conformismo e opportunismo e in cui l’opinione pubblica sembra aver perso la ragione critica. Ci si è ridotti a un titolo su una battuta”.
“Chi governa non può monopolizzare le risorse per ricattare i cittadini, ci sono delle regole fondamentali in una vita democratica. Il potere è rispettare i diversi ruoli istituzionali – ha ribadito De Luca – Lo scontro che abbiamo con il Governo non è fra maggioranza e opposizione, fra Nord e Sud ma è per il carattere della democrazia: in Italia stiamo perdendo le regole fondamentali”. Le polemiche non si placano. In campo i sindacati di polizia come il Siap che parla di comportamento esemplare ieri delle forze dell’ordine e il Siulp che accusa De Luca di atteggiamento inaccettabile, mentre il senatore Antonio Iannone, di Fratelli d’Italia, annuncia un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Ad ascoltare oggi De Luca, in platea, tanti artisti ed anche ideatori di eventi, come Marisa Laurito, Patrizio Rispo, Ruggero Cappuccio, il patron del Giffoni, Claudio Gubitosi. “Siamo qui oggi per testimoniare che questi fondi di sviluppo e coesione sono un nostro diritto – ha detto Laurito – li dobbiamo avere perché sono necessari per far vivere le moltissime famiglie che lavorano nelle piccole e medie imprese del mondo della cultura. Non sono una carità, ma un diritto e dunque ce li devono dare”. Realtà culturali che senza i fondi rischiano di sparire. Claudio Gubitosi, questo rischio, lo paventa da giorni anche per il suo Giffoni Film Festival. “Siamo qui per chiedere il diritto a continuare – ha affermato il patron Gubitosi – noi oggi non siamo qui per De Luca, ma con De Luca, con il nostro presidente che sta facendo una battaglia democratica e civile in cui chiede al Governo di avere quello che deve avere. Quella della cultura campana è una grande industria e Giffoni è una realtà conosciuta a livello internazionale e quello che si fa è patrimonio dell’Italia e del mondo”.