Collegati con noi

Economia

Urso al NauticSud di Napoli: a breve legge Blue economy

Pubblicato

del

Tre date da ricordare: il 20 dicembre 2023, giornata di approvazione del Ddl sul Made in Italy che fissa l’appuntamento del 15 aprile di ogni anno per celebrare la Giornata nazionale del Made in Italy, e poi il 20 febbraio 2024, quando entrerà in vigore il finanziamento per la sostituzione di motori marini endotermici con motori ad alimentazione elettrica. Questo quanto emerso agli Stati Generali della Nautica da diporto, organizzati a Napoli da Afina, che hanno avuto, nella giornata conclusiva dei lavori, ospite il ministro Adolfo Urso.

“Il provvedimento del Ddl è esecutivo da qualche settimana – ha esordito il Ministro Urso -, e affronta i problemi generali delle imprese di eccellenza del Made in Italy. Per la nautica sono previste misure di semplificazione e accelerazione che il comparto merita. Abbiamo previsto un fondo di 3 milioni di euro per la rottamazione dei motori nautici endotermici e per l’acquisto di propulsori elettrici, valido per tutto il 2024, e quindi un incentivo significativo a passare anche alla transizione verso l’elettrico – ha detto in collegamento video il titolare del Dicastero -. La riduzione ad appena 7 giorni dei termini per il rilascio della licenza di navigazione per le imbarcazioni nuove, anziché i 70 previsti in precedenza, è altro passaggio importante che oggi ci rende più competitivi. Senza dimenticare un’altra norma che semplifica l’immatricolazione non obbligatoria dei natanti inferiori ai 10 mt, qualora i proprietari desiderino navigare oltre le 12 miglia dalla costa: anche in questo caso si evita la concorrenza di paesi dall’altra parte dell’Adriatico; e, ancora, il rilascio del documento che consente ai natanti, senza doversi immatricolare, di navigare nelle acque territoriali di altri paesi”.

Notizie che la platea degli imprenditori della nautica, riuniti ad ascoltare i lavori, plaude con piacere, primo tra tutti il presidente di Afina, Gennaro Amato: “Finalmente qualcosa si muove e siamo felici di poter interloquire anche con lei sulle problematiche della nautica dopo gli incontri con i ministri Musumeci e Santanchè. Le chiedo ufficialmente un appuntamento al suo Ministero per confrontarci su strade comuni”.

La risposta di Urso è immediata: “Certo che sì, fissiamo a breve un incontro e sono felice di avere tra i nostri partner di costruzione dei progetti per la nautica anche Afina, le nostre segreterie organizzeranno tutto quanto prima. Per la BE abbiamo una cabina di regia comune con il ministero degli Affari esteri, che si riunirà la prossima settimana. La cabina è co-presieduta dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero delle Imprese ed è possibile strutturare un’azione comune per migliorare la internazionalizzazione delle imprese e la valorizzazione del Made in Italy nel mondo e, ovviamente, me ne farò partecipe e sono certo che anche il ministro Tajani saprà rispondere al meglio. Sono consapevole di quanto sia importante il mercato globale per la nautica italiana, perché è leader nel mondo”. Il Ministro ha poi lasciato il collegamento e i lavori si sono spostati su altri temi, come quello del patentino nautico per chi guida imbarcazioni sino a 40 cavalli, oggi libero da licenze.

“Dobbiamo introdurre una proposta di legge per la patente di civiltà e sicurezza in mare – ha affermato Gennaro Amato -, un patentino che consenta con le piccole imbarcazioni anche la navigazione entro le 41 miglia dalla costa, ma che metta ordine e sicurezza in mare. Se a terra per guidare un ciclomotore di 50cc è necessario il patentino, non vedo perché a mare con un 40 cavalli, che fa velocità doppie, non si deve regolamentare l’accesso alla guida”. A cogliere l’invito è stato l’onorevole Gimmi Cangiano, delega ai trasporti e alla nautica per la commissione parlamentare, tra i relatori del convegno: “È una proposta assolutamente pertinente che raccolgo e che porterò avanti con Afina, magari realizzando una proposta di legge a quattro mani con la vostra associazione”. Ora l’attenzione si sposta sul rush finale del salone Nauticsud che affronta, dopo 7 giorni, il weekend conclusivo sino a domenica 18. Oltre 600 le imbarcazioni in mostra e 880 i brand presenti sugli oltre 53 mila metri quadrati di esposizione in Mostra d’Oltremare.

Advertisement

Economia

Al Nord stipendi talvolta quasi il doppio rispetto al Sud

Pubblicato

del

Dalla Lombardia alla Calabria l’Italia resta divisa in due anche negli stipendi, che al Nord sono mediamente più alti del 35% rispetto a quelli del Sud. I conti in busta paga li ha fatti la Cgia di Mestre, elaborando dati Inps e Istat: se gli occupati nelle regioni settentrionali hanno una retribuzione media giornaliera lorda di 101 euro, i colleghi meridionali ne guadagnano solo 75. Una differenza, afferma l’ufficio studi mestrino, dovuta alla maggiore produttività del lavoro al Nord, che supera del 34% il dato delle regioni meridionali. Il confronto in termini assoluti rende chiarissima questa disparità: la retribuzione media annua lorda di un lavoratore dipendente in Lombardia è pari a 28.354 euro; in Calabria ammonta a poco più della metà, 14.960 euro. Ma se nel primo caso la produttività del lavoro è pari a 45,7 euro per ora lavorata, nel secondo è di 29,7.

Squilibri retributivi che del resto, osserva la Cgia di Mestre, si riscontrano anche tra le diverse aree del Paese, quelle urbane e quelle rurali. Tema che le parti sociali hanno tentato di risolvere, dopo l’abolizione delle cosiddette gabbie salariali avvenuta nei primi anni ’70 del secolo scorso, attraverso l’impiego del contratto collettivo nazionale del lavoro. L’applicazione, però, ha prodotto solo in parte, per la Cgia, gli effetti sperati. Le disuguaglianze salariali tra le ripartizioni geografiche sono rimaste. Anche perchè nel settore privato le multinazionali, le utilities, le imprese medio-grandi, le società finanziarie/assicurative/bancarie (che tendenzialmente riconoscono ai dipendenti stipendi più elevati) sono ubicate prevalentemente nelle aree metropolitane del Nord.

A pesare inoltre è il lavoro irregolare, molto diffuso nel Mezzogiorno, che da sempre provoca un abbassamento dei salari contrattualizzati dei settori che tradizionalmente sono investiti da questa piaga sociale (agricoltura, servizi alla persona, commercio) Quanto alle città con gli stipendi più alti, spicca su tutte Milano, con 32.472 euro annui, seguita da Parma (26.861 euro), Modena (26.764 euro), Bologna (26.610), Reggio Emilia (26.100). I lavoratori dipendenti più poveri, invece, si trovano a Trapani dove percepiscono una retribuzione media lorda annua di 14.365 euro, a Cosenza (14.313 euro), Nuoro (14.206 euro). Negli ultimi posti della classifica vi sono i lavoratori dipendenti di Vibo Valentia, con una busta paga media di 12.923 euro l’anno contro una media italiana di 22.839 euro.

Continua a leggere

Economia

Assicurazioni,utili su nei 6 mesi,12 miliardi per 4 big

Pubblicato

del

Dopo un 2023 da record, continua il periodo di crescita per il settore assicurativo. Nel primo semestre del 2024 bilanci ancora nel segno più con 4 grandi protagonisti internazionali del settore, ovvero Generali e Unipol dalle radici italiane, insieme ad Allianz e Axa, che da soli hanno chiuso il periodo con oltre 12 miliardi di utili, in crescita del 4,4% rispetto ai primi 6 mesi dello scorso anno. A rilevarlo è un report dell’Ufficio Studi e Ricerche della Fisac Cgil condotto sui bilanci delle quattro grandi compagnie assicurative europee. Complessivamente, i quattro grandi gruppi hanno superato i 204 miliardi di euro di premi (Danni e Vita) con un incremento di oltre il 9% rispetto all’anno precedente.

La crescita nei Rami Danni, che hanno presentato un utile operativo tecnico di 9,1 miliardi è stata del 3%, mentre i Rami Vita hanno rilevato un utile operativo tecnico di 6,5 miliardi con un incremento più marcato del 7%. Il campione italiano, Generali e Unipol, ha registrato utili a 2,6 miliardi di euro di utili nel primo semestre, rispetto ai 2,8 miliardi registrati nei primi sei mesi dello scorso anno. La leggera diminuzione è principalmente imputabile a utili non ricorrenti e one-off di Generali lo scorso anno, in assenza dei quali l’utile normalizzato sarebbe risultato stabile a 2 miliardi di euro, mentre Unipol è passata da 517 milioni di euro al semestre 2023 a 555 milioni di euro al 30 giugno 2024, con un incremento del 7%.

L’utile di Allianz migliora del 13,9% passando dai 4,6 miliardi di euro del 2023 ai 5,3 miliardi del 2024, mentre Axa conferma sostanzialmente l’utile del primo semestre dell’anno passato, pari a 4,1 miliardi di euro, a 4,2 miliardi nel 2024. Il settore assicurativo, conclude lo studio, si è quindi confermato nel complesso ancora una volta molto solido e, come riporta la Fisac Cgil con indici di solvibilità in deciso incremento. Gli ottimi risultati del comparto vengono evidenziato dalla ricerca della Fisc Cgil anche nell’ottica dei prossimi rinnovi di contratto: “Ancora una volta registriamo risultati estremamente positivi sul fronte della redditività e della solidità del settore assicurativo. Risultati raggiunti grazie all’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori del settore che meritano un significativo riconoscimento, a partire dai prossimi rinnovi contrattuali, di primo e secondo livello”, dice la segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito. (

Continua a leggere

Ambiente

L’Italia pensa al nucleare, 50 miliardi l’impatto sul Pil

Pubblicato

del

Il tema del nucleare di ultima generazione irrompe al forum Teha di Cernobbio con con gli imprenditori e operatori del settore che chiedono di “fare presto” per evitare di perdere l’opportunità per gli investimenti. Una tecnologia che porterebbe benefici alla crescita economica del Paese un impatto sul Pil di 50,3 miliardi al 2050. La posizione del governo non si fa attendere con il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che annuncia l’arrivo “entro fine anno” di un “disegno di legge, che conterrà la normativa primaria e dove saranno previsti i soggetti regolatori”.

L’Italia, di fatto, rientrerebbe nel nucleare. Da Villa d’Este, sul lago di Como, sono Edison e Ansaldo Nucleare ad illustrare l’impatto dell’atomo sulla decarbonizzazione energetica e sull’economia italiana. Il nucleare di ultima generazione, secondo una analisi illustrata a Cernobbio, può abilitare al 2050 un mercato potenziale fino a 46 miliardi di euro, con un valore aggiunto attivabile pari a 14,8 miliardi di euro. Ma c’è di più perché considerando anche i benefici indiretti e dell’indotto, sarà possibile creare oltre 117.000 nuovi posti di lavoro. Il nuovo nucleare non è soltanto una “risorsa preziosa per raggiungere gli obbiettivi di transizione energetica ma costituisce una vera e propria occasione di rilancio industriale per il Paese”, spiega Nicola Monti, amministratore delegato di Edison.

“L’Italia ha l’occasione – aggiunge – di essere protagonista, se da subito viene definito un piano industriale di medio-lungo periodo”. Sui tempi è il ministro Pichetto a fissare dei punti fermi. Per fine anno arriverà “l’analisi complessiva sul nucleare e su ciò che bisognerà introdurre come norma primaria che deve trasformarsi in disegno di legge”. I tempi li detterà il “parlamento, ma auspico che nel corso del 2025 che si possa chiudere quello che è il processo di valutazione normativa”. E sull’ipotesi di un nuovo referendum, “non faccio il mago di conseguenza la libertà di raccogliere firme e fare i referendum c’è”. In passato gli italiani si sono espressi su una “tecnologia di 60 anni fa, quella di prima e seconda generazione”, prosegue il ministro, ribandendo che “guardiamo al nuovo nucleare, che non prevede la costruzione di grandi centrali.

Pensiamo invece ai agli Small modular reactor e agli Advanced modular reactor”. In Italia c’è grande fermento tra i principali protagonisti del settore dell’energia per essere pronti ad affrontare la sfida del nuovo nucleare. Da mesi, infatti, sono stati siglati numerosi accordi di programma finalizzati allo ricerca ed allo sviluppo della tecnologia nucleare. Tra le ultime intese, ma solo in ordine di tempo, c’è quella tra Edison, Federacciai e Ansaldo Energia per decarbonizzare le acciaierie italiane. Per l’Italia si riapre una nuova “riflessione sul ruolo benefico che le nuove tecnologie nucleari disponibili o in via di sviluppo possono giocare nel mix energetico italiano”, spiega Daniela Gentile, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare. Il nucleare di nuova generazione conta attualmente, a livello globale, oltre 80 progetti in via di sviluppo.

Nello sviluppo del nuovo nucleare, secondo l’analisi di Edison, Ansaldo Nucleare e Teha, l’Italia può contare su competenze lungo quasi tutta la catena di fornitura e su un sistema della ricerca all’avanguardia. Lo studio, inoltre, ha identificato 70 aziende italiane specializzate nel settore dell’energia nucleare che confermano una “forte resilienza di questo comparto a tre decenni dall’abbandono della produzione in Italia”. Il valore strettamente legato all’ambito nucleare generato dalle aziende di questa filiera si attesta nel 2022 a 457 milioni di euro, con circa 2.800 occupati sostenuti, e l’Italia che si posiziona quindicesima a livello globale e settimana in Ue-27 per export di reattori nucleari e componenti tra il 2018 e il 2022.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto