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Nautica, comparto in crescita ma mancano le infrastrutture: gli Stati Generali al NauticSud

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Il 50° NauticSud è anche l’occasione per convocare gli Stati generali della nautica, momento indispensabile per fare il punto su un comparto florido che però a causa di carenze strutturali (porti e servizi) rischia di fare una serie di passi indietro che possono riflettersi sulla produzione e ovviamente sui posti di lavoro.

“I dati di fatturato nazionale e di esportazione estera della nautica da diporto italiana sono in netta crescita da 5 anni a questa parte. Le percentuali, nonostante il difficile biennio mondiale oramai alle spalle, indicano che il settore produttivo gode di ottima salute, spiega Gennaro Amato, presidente di AFINA, l’Associazione della filiera nautica italiana,  eppure non bisogna lasciarsi ingannare da questo lustro di successi per la cantieristica di settore. Se da un lato la produzione “ubbidisce” ad una delle più note leggi di mercato: domanda e offerta, dall’altra parte non bisogna cullarsi sugli allori. L’altra parte risponde al nome della Filiera Nautica che va ben oltre le barche e che invece- spiega Amato-  accusa notevoli ritardi legati ai servizi, alle pubbliche amministrazioni ed alle leggi vincolanti per lo sviluppo delle infrastrutture necessarie come i porti”.

Gennaro Amato, Presidente AFINA
Foto: Stefano Renna

Intervistato, Gennaro Amato ci dice come stanno le cose: “Un paradosso: se da un lato l’Italia è prima produttrice ed esportatrice nel mondo, dall’altra è il Paese nel rapporto chilometri di costa/porti da diporto con l’indice più basso dell’intero bacino del Mediterraneo. Ovviamente il problema si riverserà o, meglio esiste già, sul comparto produttivo che per ogni 10 nuove barche costruite trova disponibilità media di ormeggio ridotta a sole 6 unità, con la conseguenziale riduzione di acquisto per l’impossibilità, da parte del compratore, di trovare un Marina disponibile. Proprio su questo primario problema l’Associazione Italiana Filiera della Nautica (AFINA) ha iniziato a lavorare, ribadisce il presidente Amato, analizzando gli aspetti ancor più gravi che avrebbero colto, prima, i territori cittadini che sono bagnati dal mare con la riduzione di perdita di posti di lavoro ed economia per indotto e, poi, quelli dove si sviluppano la produzione di materie prime e accessoristica, perdendo PIL produttivo e sviluppo tecnologico. Da qui la necessità di coinvolgere le istituzioni nazionali di Governo, e Amministrazioni locali, per lavorare e cercare di invertire questo fenomeno che a breve rischia di fermare il positivo trend della prestigiosa cantieristica nautica made in Italy”.

Mergellina, il porto
Foto: Stefano Renna

Gennaro Amato con l’Afina è intanto riuscito nell’intento di mettere a sistema molte realtà: intanto “la piena disponibilità nell’amministrazione cittadina del Comune di Napoli, del Governo nazionale e ora anche dell’associazione dell’Unione Industriali di Napoli: un passo importante. La realizzazione di progetti per la costruzione dei porti, finanziati da imprenditori privati e da aziende del comparto, sotto la supervisione e la gestione istituzionale, come sta facendo l’Amministrazione comunale partenopea, è sicuramente una svolta che favorisce il sistema nautico diportistico”.
Per questo motivo Afina, in occasione del 50° anno del Nauticsud (10-18 febbraio), ha voluto organizzare a Napoli (13/16 febbraio) gli Stati Generali della Nautica da Diporto. ai quali interverranno i ministri Musumeci, Santanchè e Urso, per affrontare le questioni irrisolte della filiera nautica. Sicurezza, infrastrutture, Blue economy e diportismo turistico saranno i temi da affrontare in altrettanti convegni.

Ecco il progetto degli Stati Generali della Nautica da Diporto:

L’AFINA – Associazione Filiera Italiana della Nautica – intende sollecitare il Governo, e i Ministeri competenti, sulle necessità impellenti legate al mare e all’intera filiera produttiva che genera, per il diportismo, la Blue Economy. A tal proposito, con la realizzazione degli Stati Generali della Nautica da Diporto, previsti in occasione della 50^ edizione del Salone NauticSud a Napoli nel mese di febbraio (10-18), si intende porre l’attenzione su alcuni temi determinanti, che necessitano di adeguamenti ed aggiornamenti, legati alle Infrastrutture dei porti turistici, alla Sicurezza della navigazione, alla Ecosostenibilità del mondo marino e, non ultimo, allo sviluppo della risorsa Blue Economy legata al turismo da diporto.

Tematiche che intendono coinvolgere, in altrettanti appuntamenti, il Ministero al Turismo presieduto da Daniela Garnero Santanchè, il Ministero per la Protezione civile e Politiche del mare affidato a Nello Musumeci e il Ministero Imprese e Made in Italy gestito da Adolfo Urso.

Mergellina, Napoli: foto con il drone
Foto: Stefano Renna / tecnico di ripresa: Giuseppe Ciliberti

Le INFRASTRUTTURE –  Il mercato della nautica da diporto, a dispetto della leadership produttiva internazionale, per fatturato (oltre 7 miliardi annui) e PIL italiano (3,23%), rischia nel prossimo biennio un tracollo con conseguenziali perdite di posti di lavoro e ridimensionamento della produttività a causa della scarsa offerta di posti barca nei Marina italiani.

Un recente studio commissionato da Afina ha evidenziato, nelle diverse aree geografiche italiane, un’assenza di ormeggi e servizi, e quindi di porti turistici (Marina) che passa da una contenuta mancanza al Nord ad una esponenziale nel Centro Sud del Paese. Il rapporto rileva che, per ogni 10 imbarcazioni prodotte e vendute, esiste una disponibilità di posti nei Marina che passa da 8 su 10, nelle regioni Liguria e Veneto (80% della domanda), a quella delle regioni Campania, Sicilia, Puglia, che oscilla dal 4 su 10 alle 6 su 10 (40-50% della domanda).

Questa problematica strutturale sta già condizionando, da oramai tre anni, il mercato delle vendite e, ovviamente, quello della produzione con il rallentamento del comparto produttivo, dettato dall’assenza di ormeggi. Inevitabile immaginare una ulteriore riduzione del quadro occupazionale e perdita di posti di lavoro.

La SICUREZZA IN MARE – L’esponenziale crescita del numero di imbarcazioni da diporto, costruite e vendute, degli ultimi 10 anni – tra natanti e sopra i 10 metri di lunghezza – evidenzia la necessità di un adeguamento delle regole della sicurezza in mare. I numerosi incidenti, incendi, danneggiamenti e morti, registrati negli ultimi anni, evidenziano la necessità dell’innalzamento della soglia di attenzione per coloro che sono alla guida di imbarcazioni da diporto.
Il Regio Decreto sul codice della navigazione, n. 323 del 1942, e le successive modifiche: con la legge dell’8 luglio 2003 sulle “Disposizioni per il riordino e il rilancio della nautica da diporto e del turismo nautico” e successivi interventi con D.L. n. 171 del 18.07.2005, e ultimo intervento di modifica governativa con D.L. n. 146 del 29.07.2008 – relativo, tra l’altro all’art. 24 “Uso commerciale unità da diporto” e al Titolo II con gli art. 25/26/27 e 29, relativi alla regolamentazione delle patenti nautiche cat. A-B-C e modalità di esame, risultano essere inadeguate alle necessità e al sistema nautico da diporto attuale.
L’attuale regolamentazione per l’accesso alla guida di natanti e imbarcazioni da diporto, nonché per la gestione del segmento charter, necessita di un aggiornamento restrittivo sulla concessione delle patenti nautiche, gestioni commerciali e fruizione del pianeta mare assicurando una maggiore conoscenza e capacità dei fruitori a vantaggio della sicurezza e del rispetto delle regole della navigazione.

L’ECOSOSTENIBILITÀ – La fruizione del mare, nonché il rispetto delle delicate e variabili condizioni ambientali marine, punto determinante per AFINA, che nel suo programma gestionale la pone come mission della comunicazione culturale ed educativa dell’associazione, è un concetto basilare sul quale porre basi governative chiare con regole adeguate.
Le Aree Marine Protette, istituite a suo tempo dal Ministero dell’Ambiente e della Risorsa Mare, ed affidate a gestioni territoriali legate a principi di difesa delle risorse esistenti, secondo una logica di conservazione e tutela, si sono trasformate in mere gestioni commerciali e di interessi locali con una trasformazione di queste zone marine in “cattedrali del mare”.
AFINA propone una rimodulazione di alcuni principi che consentano la fruizione delle AMP con una modalità di educazione cognitiva e comportamentale da parte dei fruitori. L’armatore diventerebbe così, oltre che fruitore interessato, anche sentinella di un bene comune, trasformando queste aree in realtà produttive, educative e formative di una nuova coscienza per l’ambiente.
L’intervento gestionale proposto da AFINA prevederebbe un passaggio dall’attuale modalità “guardiano” ad una “istruttiva” consentendo, con poche modifiche dell’attuale regolamentazione, di trasformare le AMP in veri e propri campus educazionali, per che vi accede, e in opportunità di autosostentamento economico con creazione, nei territori dove insistono, di figure professionali ad hoc.

 

La BLUE ECONOMY – Il diportismo nautico, secondo uno studio commissionato da AFINA al prestigioso studio internazionale Price Waterhouse Cooper (PWC), produce un moltiplicatore economico di 1 a 10, ovvero, per ogni euro investito si produce, per indotto, un ricavo di 10 euro. Va da sé che per i singoli territori che hanno, come le 15 regioni: Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Lazio, Toscana, Liguria, Puglia, Molise, Abruzzo, Marche, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, un affaccio sul mare la risorsa Blue Economy diventa una realtà produttiva territoriale tutta da scoprire.
Persino le regioni come Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Umbria e Trentino-Alto Adige hanno, grazie a risorse produttive interne (aziende e strutture produttive della filiera), interessi per lo sviluppo della risorsa mare.
AFINA sostiene da tempo la necessità di sviluppare questa opportunità economica sottosviluppata e sotto sfruttata per il segmento da diporto e per la sua filiera, che, invece, potrebbe rappresentare anche in chiave di posti lavoro, sviluppo culturale e turismo, una certa e garantita opportunità di sviluppo del PIL regionale e dell’intera nazione Italia.

PROGRAMMA degli STATI GENERALI

MARTEDÌ 13 ORE 15.30 – I Convegno SGN DA DIPORTO – Padiglione 10 Sala E
Porti Turistici e Aree Marine Protette – strumenti economici
di rilancio per la nautica da diporto.

Interviene il Ministro Nello Musumeci
Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare

Modera – Francesco de Core – direttore de IL Mattino
Invitati ad intervenire:
Gennaro Amato – Presidente Afina
Egidio Filetto – PWC TLS: l’analisi
Gaetano Manfredi – Sindaco di Napoli
Andrea Annunziata – Presidente ASDP Tirreno centrale
Vito Gianpaolo Augelli – Comandante Interregionale dell’Italia
Meridionale Guardia di Finanza
Matteo Lorito – Rettore Università Studi di Napoli Federico II
Gianni Lepre – economista
Maria Caputo – Consigliere Delegato Mostra d’Oltremare

MERCOLEDÌ 14 ORE 16.00 – II Convegno SGN DA DIPORTO – Padiglione 10 Sala E
Blue Economy e Turismo: leve di sviluppo territoriale.

Interviene il Ministro Daniela Santanché
Ministero del Turismo

Modera – Maria Leitner giornalista Rai
Invitati ad intervenire:
Gennaro Amato – Presidente Afina
Egidio Filetto – PWC TLS: l’analisi
Vincenzo de Luca – Presidente Regione Campania
Pietro Giuseppe Vella – Ammiraglio Ispettore Guardia Costiera
Gianni Lepre – economista
Remo Minopoli – Presidente Mostra d’Oltremare

VENERDÌ 16 ORE 12.00 – III Convegno SGN DA DIPORTO- Padiglione 10 Sala E
Le criticità delle imprese della filiera del diportismo nautico, settore leader del Mady in Italy.

Interviene il Ministro Adolfo Urso
Ministero delle Imprese e del Made in Italy

Modera – Elisabetta Migliorelli – Vicedirettore TG2 Rai
Invitati ad intervenire:
Gennaro Amato – Presidente Afina
Egidio Filetto – PWC TLS: l’analisi
Ciro Fiola – Presidente Camera di Commercio di Napoli
Salvatore Vitiello – Ammiraglio Marina Militare Comando Logistico
Girolamo Cangiano – Vicep. Commissione Parlamentare illeciti ciclo rifiuti, ambientali e agroalimentare
Gianni lepre – economista
Maria Caputo – Consigliere Delegato Mostra d’Oltremare

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Cinema

Miglior film ‘The room next door’ di Almodovar, ma ecco tutti i premi ufficiali di Venezia 81

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Con Pedro Almodovar che alza il Leone d’oro mentre la sala lo applaude fragorosamente in piedi va in archivio Venezia 81, la Mostra del cinema che quest’anno ha riportato al Lido un grande numero di star. È stata nel segno del grande regista spagnolo la cerimonia in cui le istanze per il cinema, il tema forte del fine vita, il genocidio a Gaza, l’aiuto alle donne sono stati, tra i ringraziamenti e le commozioni, l’argomento dei discorsi dei premiati.

Nella prima fila della galleria al centro si è seduto, senza percorrere il red carpet, il neo ministro della cultura Alessandro Giuli. Solo due settimane fa quella stessa poltrona era occupata da Gennaro Sangiuliano costretto da uno scandalo a dimettersi ieri. Giuli ha seguito la cerimonia, con un occhio al telefonino, avendo accanto il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco suo storico amico.

E Buttafuoco dichiarando chiusa l’81/a Mostra di Venezia, nel dare appuntamento all’82/a che si svolgerà dal 27 agosto al 6 settembre 2025, ha declamato una frase delle Epistole di Orazio “Caelum, non animum mutant qui trans mare currunt” (“Mutano non il loro animo, ma il cielo coloro che vanno per mare”) che potrebbe essere un auspicio proprio per Giuli. La presidente di giuria Isabelle Huppert, con un abito scultura bianco (la domanda in sala era: e ora come lo toglierà?), ha annunciato il premio ad Almodovar, dato all’unanimità, per il film La stanza accanto.

Il regista, al suo primo film in lingua inglese, si è emozionato, ha parlato del “miracolo” che le sue grandi attrici Julianne Moore e Tilda Swinton sono riuscite a fare ogni giorno sul set di questa storia su una donna alla fine dei suoi giorni e della sua amica scelta per accompagnarla in questo fine vita. “Ogni essere umano deve essere libero di scegliere questo momento con dignità e i governi devono prendere decisioni, fare regolamenti per aiutare le persone e rispettarle”, ha detto Almodovar. L’Italia c’è, arrivata sul palco per il secondo premio, il Leone d’argento Gran premio della giuria, con una regista tenace quanto minuta, Maura Delpero con la sua seconda opera, Vermiglio, girata quasi totalmente con attori non protagonisti, in lunghi mesi per rispettare le stagioni, e in dialetto.

Agnieszka Holland, nella giuria di Venezia 81, la abbraccia e le consegna il leone. “Questo film è stato possibile con il sostegno pubblico. Vorrei ricordare – ha detto Delpero – che senza questi fondi il film avrebbe dovuto tradire se stesso, non avrebbe avuto il dialetto che è la musica di questo film, non avrebbe avuto volti veri ma magari attori che avrebbero fatto incassare, non avrebbe potuto aspettare i ritmi della natura. È importante che ci sia dialogo tra il cinema indipendente e le istituzioni”, ha concluso la regista guardando proprio verso il palco dove era seduto il neo ministro. Non solo: Delpero ha colto l’occasione del premio nella notte dei Leoni per parlare anche di politica familiare, dal suo esempio di regista mamma, una politica di conciliazione tra lavoro e famiglia.

“Mi auguro che la società che si riproduce con i corpi delle donne senta questo problema come suo e non lasci sole le donne”, ha concluso. L’appello per il cinema è venuto dopo l’invito di Nanni Moretti ai colleghi cineasti. Sul palco ritirando il premio per il miglior restauro a Venezia Classici di Ecce Bombo (“un premio inaspettato, sproporzionato, esagerato visti i film in gara Da De Sica a Fritz Lang, ma che mi emoziona perché evidentemente riesce a parlare ancora, ai giovani di oggi”) ha detto con voce forte: “Forse dovremmo essere più reattivi nei confronti della nuova pessima legge sul cinema”. Giuli insomma dal palco di Venezia qualche avvisaglia sullo stato d’allerta del cinema l’ha avuta.

La serata, politica a parte, è stata anche tanto altro. La sorpresa Nicole Kidman che, richiamata al Lido per essere premiata con la Coppa Volpi per Babygirl ha avuto la notizia della morte della madre ed è tornata a casa, e la profusione di ringraziamenti di Vincent Lindon, Coppa Volpi per Noi e loro, alla presidente Huppert: “cosi generosa verso un attore francese ed è raro” ha detto prima di baciare uno ad uno i giurati e scherzare con autoironia sui suoi disturbi facciali “ecco i miei tic partono”.

Il più tenero? Decisamente il giovane Francesco Gheghi, migliore attore a Orizzonti per il film Familia di Francesco Costabile, che racconta una storia vera di violenza domestica e di un parricidio. Un discorso lunghissimo il suo, interrotto dalla commozione sincera, e con dediche speciali (persino al nonno in cielo) ai genitori “che mi hanno cresciuto con amore e serenità che diamo troppo per scontati”. L’exploit? Decisamente quello della regista Sarah Sarah Friedland, che con la sua opera prima Familiar Touch ha avuto tre premi importanti. Ebrea americana, Friedland ha espresso solidarietà al popolo palestinese. Stesso proclama da Scandar Copti che per Happy Holidays, che parla di due famiglie palestinesi e israeliane a confronto.

Ecco tutti i premi di Venezia 81:


VENEZIA 81

Giuria: Isabelle Huppert (Presidente), James Gray, Andrew Haigh, Agnieszka Holland, Kleber Mendonça Filho, Abderrahmane Sissako, Giuseppe Tornatore, Julia von Heinz, Zhang Ziyi.

  • Leone d’Oro per il miglior film:
    The Room Next Door di Pedro Almodóvar (Spagna)
  • Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria:
    Vermiglio di Maura Delpero (Italia, Francia, Belgio)
  • Leone d’Argento per la migliore regia:
    The Brutalist di Brady Corbet (Regno Unito)
  • Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile:
    Nicole Kidman nel film Babygirl di Halina Reijn (Stati Uniti)
  • Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile:
    Vincent Lindon nel film Jouer Avec le Feu (The Quiet Son) di Delphine Coulin e Muriel Coulin (Francia)
  • Premio per la migliore sceneggiatura:
    Murilo Hauser e Heitor Lorega per il film Ainda Estou Aqui di Walter Salles (Brasile, Francia)
  • Premio Speciale della Giuria:
    April di Dea Kulumbegashvili (Francia, Italia, Georgia)
  • Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore emergente:
    Paul Kircher nel film Leurs Enfants Après Eux (And Their Children After Them) di Ludovic Boukherma e Zoran Boukherma (Francia)

ORIZZONTI

Giuria: Debra Granik (Presidente), Ali Asgari, Soudade Kaadan, Christos Nikou, Tuva Novotny, Gábor Reisz, Valia Santella.

  • Premio Orizzonti per il miglior film:
    Anul Nou Care N-a Fost (The New Year That Never Came) di Bogdan Mureșanu (Romania, Serbia)
  • Premio Orizzonti per la migliore regia:
    Sarah Friedland per il film Familiar Touch (Stati Uniti)
  • Premio Speciale della Giuria Orizzonti:
    Hemme Nin Öldüğü Günlerden Biri (One of Those Days When Hemme Dies) di Murat Fõratoğlu (Turchia)
  • Premio Orizzonti per la migliore interpretazione femminile:
    Kathleen Chalfant nel film Familiar Touch di Sarah Friedland (Stati Uniti)
  • Premio Orizzonti per la migliore interpretazione maschile:
    Francesco Gheghi nel film Familia di Francesco Costabile (Italia)
  • Premio Orizzonti per la migliore sceneggiatura:
    Scandar Copti per il film Happy Holidays (Palestina, Germania, Francia, Italia, Qatar)
  • Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio:
    Who Loves the Sun di Arshia Shakiba (Canada)
  • Venice Short Film Nomination for the European Film Awards 2024:
    René Va Alla Guerra di Luca Ferri, Morgan Menegazzo, Mariachiara Pernisa (Italia)

LEONE DEL FUTURO – PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA “LUIGI DE LAURENTIIS”

Giuria: Gianni Canova (Presidente), Ricky D’Ambrose, Taylor Russell, Bárbara Paz, Jacob Wong.

  • Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima (Luigi De Laurentiis):
    Familiar Touch di Sarah Friedland (Stati Uniti)

ORIZZONTI EXTRA

  • Premio degli Spettatori – Armani Beauty:
    Shahed (The Witness) di Nader Saeivar (Germania, Austria)

VENEZIA CLASSICI

Giuria: Renato De Maria (Presidente), 24 studenti dei corsi di cinema delle università italiane.

  • Premio Venezia Classici per il miglior documentario sul cinema:
    Chain Reactions di Alexandre O. Philippe (Stati Uniti)
  • Premio Venezia Classici per il miglior film restaurato:
    Ecce Bombo di Nanni Moretti (Italia, 1978)

VENICE IMMERSIVE

Giuria: Celine Daemen (Presidente), Marion Burger, Adriaan Lokman.

  • Gran Premio Venice Immersive:
    Ito Meikyū di Boris Labbe’ (Francia, Lussemburgo)
  • Premio Speciale della Giuria Venice Immersive:
    Oto’s Planet di Gwenael François (Lussemburgo, Canada, Francia)
  • Premio per la Realizzazione Venice Immersive:
    Impulse: Playing with Reality di Barry Gene Murphy, May Abdalla (Regno Unito, Francia)

LEONE D’ORO ALLA CARRIERA 2024

  • Sigourney Weaver
  • Peter Weir

CARTIER GLORY TO THE FILMMAKER AWARD 2024

  • Claude Lelouch

PREMIO CAMPARI PASSION FOR FILM

  • Paola Comencini

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Giornata off per Sangiuliano, verso il rientro in Rai

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Una giornata ‘off’, lontano dal clamore delle polemiche, dallo stillicidio delle stories e degli screenshot su Instagram, dalle pressioni politiche e mediatiche: il primo giorno da ex ministro di Gennaro Sangiuliano è all’insegna della ricerca di un po’ di serenità, dopo che il ciclone Boccia ha travolto la sua carriera ma anche la sua vita privata. “Io ho bisogno di tranquillità personale, di stare accanto a mia moglie che amo”, ha sottolineato lo stesso Sangiuliano nella lettera di dimissioni alla premier Meloni, pur senza arretrare rispetto alla volontà di “agire in tutte le sedi legali contro chi mi ha procurato questo danno”. I contatti con il suo legale di fiducia Salvatore Sica, al lavoro per mettere a punto la denuncia contro l’imprenditrice di Pompei che per qualche giorno ha tenuto sotto scacco il governo, sono costanti.

Ma per il resto l’agenda è all’insegna del ‘detox’, anche dal telefonino, anche dai social dove le intestazioni degli account recitano ormai “giornalista, scrittore e docente universitario. Ex direttore del Tg2, ex ministro della Cultura”: l’ultimo post è il video di ieri sera, mentre Sangiuliano attraversa il corridoio della sede del Collegio Romano accompagnato dagli applausi dei dipendenti. Quanto al futuro, l’affaire Boccia sembra aver eroso le possibilità di una candidatura dell’ex ministro alle Regionali 2025 nel centrodestra. La prospettiva, come spiega lo stesso Sangiuliano in un colloquio con Il Messaggero, è il rientro in Rai, azienda di cui è dipendente in aspettativa non retribuita da quando, da direttore del Tg2, a ottobre 2022 ha accettato l’invito di Meloni a entrare nell’esecutivo.

“Certo che ci tornerò. Come hanno fatto Marrazzo, Badaloni e tanti altri che presero aspettativa per impegnarsi in politica. Sono un dipendente Rai a tempo indeterminato. Tornerò al mio lavoro e nell’azienda dove sono cresciuto. Ma non voglio un posto di rilievo”, sottolinea. Tra i precedenti, anche quelli di Fabrizio Del Noce (deputato per Forza Italia dal 1994 al 1996) e Michele Santoro (eurodeputato eletto nella lista Uniti per l’Ulivo nel 2004, incarico da cui si dimise nell’ottobre 2005). L’ipotesi che circola nei rumors di queste ore sarebbe quella di affidare a Sangiuliano la direzione della TgR, oggi guidata da Alessandro Casarin, che ha un mandato in scadenza a novembre ed è candidato a entrare nel nuovo cda con il sostegno della Lega.

In ballo ci sono però le ragioni di opportunità che un ex ministro vada a dirigere una testata e soprattutto la necessità che si sblocchi l’impasse sulle nomine, rimaste al palo anche per il mancato dialogo con l’opposizione, indispensabile per il voto di ratifica sul presidente. Un vertice di maggioranza potrebbe tenersi a inizio settimana, anche perché giovedì in calendario al Senato c’è il voto per i membri del Cda. Intanto martedì si riunirà l’ufficio di presidenza della Vigilanza: sul tavolo, l’intervista dell’ex ministro al Tg1 sul caso Boccia.

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Esteri

Zelensky: ho un piano di pace, lo porterò a Washington

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“Un piano” per mettere fine alla guerra in Ucraina: è quello che Volodymyr Zelensky ha ribadito di volere presentare al presidente americano Joe Biden e ai candidati alla Casa Bianca, Kamala Harris e Donald Trump. La necessità di consultare Washington, ha sottolineato il presidente ucraino dal forum di Cernobbio, deriva dal fatto che “ci sono alcuni punti che dipendono dall’America”. Un’annotazione particolarmente importante in giorni in cui si fa sempre più spinosa la discussione tra Kiev e Washington sulla possibilità di utilizzare le armi fornite dagli Usa per colpire in profondità il territorio russo. Zelensky aveva già parlato del piano il 27 agosto, anniversario dell’indipendenza del suo Paese. “Noi vogliamo delle garanzie”, ha ribadito oggi. Probabilmente garanzie americane di difesa da possibili nuovi attacchi di Mosca anche dopo che sarà finito il conflitto in corso. Ma anche, pare di capire, la garanzia che gli Stati Uniti non passino sopra la testa del governo ucraino per cercare con la Russia un compromesso al ribasso.

Negli ultimi giorni Zelensky ha detto di voler spingere Mosca ai negoziati servendosi di due mezzi: il primo è l’offensiva nella regione russa di Kursk, il secondo la possibilità appunto di usare i missili forniti dagli Usa e altri Paesi Nato per colpire quegli aeroporti russi – a non più di 300 chilometri dal confine, promette – da dove partono i bombardieri per compiere raid sull’Ucraina. Sull’offensiva di Kursk, Washington non si è finora espressa chiaramente a favore o contro. Quanto all’uso dei missili contro il territorio russo, l’amministrazione americana continua ad opporre resistenza. Dopo l’incontro avuto ieri da Zelensky in Germania con i ministri della Difesa dei Paesi del Gruppo di Ramstein, quello americano Lloyd Austin si è detto contrario, sottolineando che i raid ucraini non rappresenterebbero un punto di svolta. “Non esiste una capacità che sarà di per sé decisiva in questa guerra”, ha dichiarato il capo del Pentagono.

Fonti americane ed europee citate dal Wall Street Journal hanno invece accusato l’Iran di consegnare missili balistici alla Russia, oltre ai micidiali droni kamikaze Shahed che sarebbero impiegati massicciamente da tempo nei raid di Mosca. Le fonti ritengono che la Russia abbia firmato un contratto a dicembre a Teheran per ottenere 200 vettori balistici tattici a corto raggio Fath-360 e un certo quantitativo di droni a lungo raggio Ababil. La missione permanente iraniana presso le Nazioni Unite ha smentito la notizia: “L’Iran non solo si astiene dal prendere parte a tali azioni, ma invita anche altri Paesi a cessare la fornitura di armi alle parti coinvolte nel conflitto”, si legge in un comunicato. Ma il ministero degli Esteri ucraino si è detto “profondamente preoccupato”.

“Chiediamo alla comunità internazionale di aumentare la pressione su Teheran e Mosca per proteggere la pace e la sicurezza internazionale”, ha affermato la diplomazia di Kiev in una nota. Mentre l’ambasciatore iraniano a Mosca ha annunciato che il presidente Massud Pezeshkian parteciperà il mese prossimo al vertice dei Brics a Kazan, in Russia, dove prevede di incontrare Vladimir Putin. Sul terreno, il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato che le truppe russe hanno conquistato un altro insediamento nell’est dell’Ucraina. Si tratta di Kalinovo, nella regione di Donetsk. Nella stessa regione, fonti ucraine hanno confermato un bombardamento russo sulla cittadina di Kostyantynivka con un bilancio di tre morti e tre feriti. I servizi di sicurezza ucraini (Sbu) hanno poi riferito di aver colpito con un drone un deposito di munizioni in una non meglio precisata regione russa di confine, dove è scoppiato un vasto incendio. “Ieri sera i russi hanno perso un grande deposito di munizioni e attrezzature”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Afp una fonte dello Sbu. La regione potrebbe essere quella di Voronezh, il cui governatore ha dichiarato che i detriti di un drone abbattuto hanno provocato un incendio e una serie di esplosioni. Un villaggio ha dovuto essere evacuato. Mosca ha invece affermato di avere bombardato una serie di siti in Ucraina, tra i quali “officine di produzione di componenti per missili tattici-operativi Grom-2 e veicoli aerei senza pilota Palyanitsa”.

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