Il Procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, figura chiave nella lotta contro il traffico di droga, ha portato alla luce l’importanza dell’Ecuador nel complesso scacchiere del narcotraffico internazionale. Per oltre due decenni, Gratteri ha anticipato i suoi colleghi nel comprendere la dimensione globale del traffico di cocaina, aprendo canali diretti con gli investigatori sudamericani e intessendo rapporti cruciali.
L’Ecuador, terzo Paese al mondo per sequestri di cocaina dopo Colombia e Stati Uniti, ha attirato l’attenzione dei cartelli messicani, delle gang albanesi e persino della ‘ndrangheta, la camorra di Napoli e la mafia siciliana. Il Paese, strategicamente situato tra Colombia e Perù, funge da crocevia cruciale per la spedizione di ingenti partite di cocaina destinate al Nord America e all’Europa.
Il recente caos e la rivolta armata in Ecuador sono attribuiti a un cambiamento di strategia da parte delle autorità, evidenziato dall’intenzione di estradare detenuti stranieri e trasferire i boss del narcotraffico nelle carceri di massima sicurezza. Questa svolta ha suscitato timori tra i boss locali, temendo un aumento della collaborazione con gli Stati Uniti e il rischio di estradizione.
Gratteri spiega che l’Ecuador è diventato il fulcro di immensi transiti di cocaina, con 700 tonnellate all’anno, principalmente dai porti di Guayaquil e San Pablo de Manta. Il paese è diventato una vera e propria polveriera narcos-dipendente, coinvolgendo vari attori criminali internazionali.
La criminalità organizzata in Ecuador è rappresentata principalmente dai cartelli Choneros e Lobos, legati rispettivamente ai cartelli messicani di Sinaloa e Jalisco. Questi gruppi gestiscono patrimoni enormi grazie alla cocaina raffinata localmente e spedita in Nord America ed Europa.
Il procuratore Gratteri avverte che l’America Latina è una polveriera, con cartelli della droga che possono corrompere ogni strato della società. L’attuale minaccia di azioni più drastiche, come l’estradizione dei detenuti stranieri, riflette la paura dei boss locali che l’Ecuador possa aprirsi alla collaborazione con gli americani, aumentando il rischio di estradizione negli Stati Uniti.
Questi eventi mettono in luce l’importanza cruciale dell’Ecuador nel contesto mondiale del narcotraffico e la sua connessione con la criminalità italiana, che vede nella ‘ndrangheta il principale interlocutore dei narcotrafficanti ecuadoriani. Cosa Nostra, la mafia siciliana, è anch’essa sullo sfondo, con segnali di una possibile ripresa dei vecchi rapporti nel traffico di cocaina in Sicilia. La situazione rimane complessa e richiede una cooperazione internazionale efficace per affrontare le sfide del narcotraffico globale.