Da bambino, Rosolino Celesia coltivava il sogno di diventare un calciatore di successo. I suoi primi passi nel mondo dello sport li aveva compiuti frequentando la scuola calcio Ribolla, guidata dal campione Totò Schillaci. La sua giovane vita, però, ha preso una direzione diversa, trascorrendo gran parte del tempo tra i palazzoni grigi e anonimi del quartiere Cep di Palermo.
Le speranze dell’adolescenza di Rosolino erano palpabili sui suoi profili social, che narravano l’inizio di una carriera calcistica promettente. Tuttavia, il destino ha preso una svolta inaspettata. A 22 anni, Lino, come era conosciuto tra gli amici, ha appeso le scarpette al chiodo, abbandonando il campo da gioco per immergersi in un mondo pericoloso fatto di cattive amicizie.
In un video postato su TikTok, Rosolino faceva una dichiarazione cupa: “Quando hai tutti contro, hai solo due alternative: morire o uccidere”. Una profezia che ha trovato tragica conferma giovedì notte, quando la vita di Lino è giunta a una fine prematura nel bagno di una discoteca di Palermo, a pochi metri dal rione popolare del Borgo Vecchio.
Il quartiere, teatro di scontri tra bande giovanili che ricordano le drammatiche dinamiche di Gomorra, è diventato il palcoscenico di un crimine che ha scosso la comunità. Mentre la musica ancora risuonava alta in piena notte, gli spari hanno squarciato l’aria, colpendo Rosolino Celesia tre volte al torace e al collo.
I suoi amici lo hanno trasportato d’urgenza in ospedale con un’ambulanza privata, ma ogni sforzo è stato vano. La Procura, guidata da Maurizio de Lucia, ha immediatamente preso provvedimenti, arrestando due fratelli, di 17 e 22 anni. Il minorenne è accusato di omicidio, mentre l’altro di detenzione illegale di arma.
Le indagini sono in corso, e un video delle telecamere della discoteca sembra smentire la versione del 17enne. Il dramma di Rosolino Celesia si inserisce in un contesto di violenza dilagante a Palermo, con bande giovanili che si scontrano regolarmente, lasciando dietro di sé una scia di terrore e morte.
Rosolino Celesia, classe 2001, aveva iniziato la sua carriera nelle giovanili del Palermo e del Trapani, prima di essere ingaggiato dall’Under 17 del Torino. Il presidente del Torino Football Club, Urbano Cairo, ha espresso il cordoglio per la scomparsa del giovane calciatore, sottolineando il suo passato nel settore giovanile granata.
La tragica fine di Rosolino Celesia getta luce su una realtà di violenza giovanile e insicurezza che affligge la città di Palermo. L’omicidio di Lino è solo l’ultimo di una serie di episodi violenti che hanno allarmato la comunità. Cittadini e commercianti denunciano un clima di insicurezza crescente, spingendo le istituzioni a riunirsi in un vertice straordinario del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Mentre la città piange la perdita di un giovane talento e si interroga sul futuro, resta da vedere quale azione sarà intrapresa per affrontare il problema radicato di violenza tra i giovani a Palermo.