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De Luca, Governo improbabile, troppi ministri di cerimonia

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“Non darei una medaglia al valore a questo governo, è un governo improbabile, abbiamo avuto molte operazioni di immagine. La Meloni si è presentata come elemento di novità, è intelligente, ha capacità comunicativa ma capacità di governo quasi zero. Abbiamo persone di qualità ma vedo prevalere ministri di cerimonia rispetto a quelli di sostanza”. Lo ha detto Vincenzo De Luca, alla giornata de Il Riformista in corso a Napoli. Cita Giorgetti “a suo modo ha una competenza”, Crosetto “lo considero una persona perbene ma non avrei fatto le sue dichiarazioni”, Nordio “non so che fine farà, era partito con molte buone intenzioni non so se riuscirà a portare in porto questa operazione”. “Sarà che a Napoli abbiamo spesso il ministro delle cerimonie”, aggiunge de Luca riferendosi senza citarlo a Sangiuliano, e infine chiama in causa anche Fitto “il ministro della Coesione, una parola grossa, sembra un prete spretato”.

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Marina Berlusconi: dedico a papà nomina a Cavaliere

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Anche ora che in casa Berlusconi i Cavalieri sono due e Sergio Mattarella sorride a Marina – amata primogenita di Silvio – consegnandole l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro, lei stessa mette in chiaro: “Silvio Berlusconi resterà per sempre ‘il Cavaliere'”. Arriva presto al Quirinale , accompagnata dal marito, sorride agli obiettivi dei fotografi, elegante come l’occasione richiede, in redingote nera con reverse in raso. “Dedico questo riconoscimento a mio padre, che nel 1977 ricevette lo stesso titolo”, dice abbassando lo sguardo dietro gli occhiali fumè. Il padre lo nominerà mille e mille volte mentre nella sala degli Arazzi, tra decine di Cavalieri e alfieri, Gianni Letta la accompagna con sguardo ammirato.

“La nomina a Cavaliere del lavoro è un onore grandissimo, per il quale desidero davvero esprimere tutta la mia gratitudine al Presidente Mattarella e al Consiglio dell’Ordine al Merito del Lavoro”, ringrazia l’imprenditrice prima di lasciarsi andare all’amarcord. A quel giorno in cui lei ragazzina era vicina al padre, al Colle per ricevere l’alta onorificenza sospesa ma mai revocata negli anni amari delle condanne giudiziarie. “Sono passati più di quarant’anni, ma ricordo come fosse ieri quella giornata a Roma in cui mia madre, io e mio fratello Pier Silvio lo accompagnammo alla cerimonia per questa onorificenza. Ero una bambina, e quel momento resterà per sempre nel mio cuore…”, si commuove.

Quando si sciolgono le righe del cerimoniale e le si fanno intorno cronisti, neocavalieri e invitati alla cerimonia per stringerle la mano, chiederle un selfie, ringraziarla per il suo lavoro alla guida delle aziende, il ricordare di Silvio Berlusconi fa spuntare qualche lacrima. Marina non si ritrae. Ha un sorriso e una parola gentile per tutti, fan e sconosciuti. All’uscita della Sala degli Arazzi, l’assalto del cronisti. “Lo dedico a lui, è un’emozione per me, un giorno importantissimo”, ripete mentre il cerimoniale storce il naso per i non pochi scatti dei fotografi al seguito del Presidente di Mondadori e della holding di famiglia Finivest.

Un impero da 17mila220 dipendenti con partecipazioni nel settore televisivo, editoriale, bancario e sportivo, che Marina Berlusconi (nella foto imagoeconomica in evidenza) vuole generosamente al suo fianco: “Vorrei anche aggiungere che questo titolo non è soltanto mio, appartiene anche a tutte le persone che lavorano nel Gruppo Mondadori e più in generale in Mediaset e in tutto il Gruppo Fininvest. Questo cavalierato è anche per loro e con loro desidero condividerlo, perché è un riconoscimento al loro impegno, alla loro energia, alla loro passione”. La discesa sullo scalone è al fianco del marito, Maurizio Vanadia. Poi l’ultimo stacco strappato al cerimoniale, con il cortile sullo sfondo e l’uscita, con tanto di foto ricordo accanto a Gianni Letta davanti all’ingresso. “Sergio Mattarella ha detto che l’Italia sta andando bene. È vero – si congeda dal Quirinale l’erede di Silvio – I dati dell’economia sono tutti confortanti, migliori rispetto a quelli di molti altri Paesi europei, in particolare di Francia e Germania. Credo che questo governo stia facendo davvero un buon lavoro e speriamo che si possa andare avanti così”.

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Caso banche dati, ‘bucati’ i telefoni di Giovanni Gorno Tempini

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Era entrata anche nei telefoni, tablet e pc di giornalisti che si occupano di temi economico finanziari di alcune delle più importati testate italiane, di esperti di comunicazioni o addetti alle relazioni esterne di istituzioni finanziarie italiane e pure, tra gli altri, di Giovanni Gorno Tempini, ex presidente Fiera Milano e presidente del cda di Cassa Depositi e Prestiti, l’organizzazione smantellata con gli arresti di ieri della Dda di Milano e della Dna che, dietro lo schermo della società di investigazioni private Equalize, ha profilato con accessi abusivi a banche bati strategiche parecchie migliaia di persone, in particolare del mondo economico finanziario.

Lo si legge nell’ordinanza del gip Fabrizio Filice che ha portato agli arresti domiciliari quattro persone, tra cui Carmine Gallo, l’ex super poliziotto che ha lavorato alle indagini su criminalità organizzata, sequestri di persona e sull’omicidio Gucci, e che risulta essere l’amministratore delegato della società di proprietà di Enrico Pazzali, il presidente di Fondazione Fiera indagato. In particolare sarebbero state acquisite “informazioni sui contatti dei titolari di tali sistemi e sui loro spostamenti nonché esfiltrando, mediante utilizzo delle parole chiave (…) le conversazioni WhatsApp intercorse tra loro e con terzi”. I dati raccolti illecitamente sarebbero stati poi assemblati in relazioni alterate o modificate in modo da occultare “la provenienza illecita” delle informazioni e soddisfare comunque l’interesse” dei clienti.

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Rimborsopoli Basilicata: in Appello decise sette assoluzioni

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Due ex assessori, quattro ex consiglieri regionali della Basilicata e un commercialista sono stati assolti dalla Corte d’Appello di Potenza nell’ambito dell’inchiesta “Rimborsopoli bis” sulle spese dei gruppi del Consiglio regionale lucano tra il 2009 e il 2011. In primo grado, il Tribunale di Potenza li aveva condannati, a vario titolo, per truffa, falso e peculato: le pene andavano da un massimo di cinque anni e quattro mesi di reclusione a un minimo di un anno e otto mesi. “Perché il fatto non costituisce reato”, sono stati assolti gli ex assessori Rosa Gentile e Agatino Mancusi. Assolti anche gli ex consiglieri Nicola Pagliuca, Vincenzo Ruggiero, Vincenzo Viti e Mario Venezia. Assoluzione anche per il commercialista Ascanio Emanuele Turco.

Successivamente si è appreso che per Viti, che in primo grado era stato condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione, la pena è stata rideterminata in due anni e quattro mesi di reclusione. Inoltre, per lo stesso Viti è stata revocata la pena accessoria della interdizione dei pubblici uffici.

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