Nessuna marcia indietro sulla manovra. L’esecutivo ignora le critiche, tira dritto e anzi rilancia, annunciando che correggerà sia la legge di bilancio che il decreto anticipi con due maxiemendamento del governo. Una linea che allarma le opposizioni, con il Pd che si dice pronto alla “guerriglia parlamentare”. E che apre un nuovo fronte di scontro, oltre a quello già caldo con i sindacati, in piazza oggi nel Nord Italia per lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil, e domani a Roma per la manifestazione della Cisl. Le scelte del governo sono sbagliate, attaccano le sigle di Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, che da Torino e Brescia hanno dato voce allo sciopero delle regioni del Nord, che ha registrato – secondo i loro numeri – un’adesione del 75% alla protesta e 40 piazze piene. Lo ripeteranno sicuramente al governo martedì quando saranno a Palazzo Chigi per il confronto sulla manovra, che oggi ha avuto un primo tempo con le associazioni datoriali. Il governo, il messaggio che Giorgetti lancia anche agli industriali di Como, Lecco e Sondrio, non intende “rivedere il tiro”.
La manovra è “seria, responsabile e prudente” e “anche realista”: è facile per chi sta lontano criticare, ma “chi è ‘in sala operatoria’ deve fare il massimo possibile con il massimo realismo”, si difende il titolare del Mef. Che poi, incontrando le 26 sigle datoriali a Chigi, ricorda anche i giudizi positivi incassati dall’Ue e dalle agenzie di rating a “conferma del percorso di serietà” avviato. La riunione, convocata ufficialmente per parlare della legge di bilancio, si rivela in realtà l’occasione per rivendicare l’avvenuta promozione dell’Ue alla revisione del Pnrr integrato dal Repower Eu. 21 miliardi in più alla crescita, come una seconda manovra, sottolinea la premier Giorgia Meloni.
Al tavolo, cui partecipa quasi metà governo, si sottolinea come i decreti legislativi sul fisco, il decreto anticipi, la manovra e ora il Pnrr, siano tutti tasselli che si integrano in un’unica strategia. Ma a preoccupare le associazioni datoriali ci sono ancora tanti nodi da sciogliere. “Aspettiamo da un anno la soluzione promessa dal governo per i crediti incagliati e anche una proroga” sul superbonus per i condomini, dice la presidente dell’Ance Federica Brancaccio, che non ci sta alla narrazione secondo cui l’incentivo sia la colpa di tutti i mali di questi paese: non dimentichiamoci – aggiunge – che ha portato anche una crescita. E nei tre minuti concessi a ciascuna sigla al tavolo, sono in molti ad insistere sul tema del Superbonus. Ma gli sguardi tra la premier e il titolare del Mef non lasciano intendere possibili aperture sul tema. Confedilizia propone di abbassare le tasse sugli affitti lunghi, anziché alzare quelle sulle locazioni brevi, oltre ad accelerare sulla cedolare secca per i negozi.
Il ministro Giorgetti ascolta le richieste, ma mette le mani avanti: sappiamo i problemi che ci sono, ma voi cercate di capire la situazione. Già, racconta la premier, si sono fatti “salti mortali”, anche solo per trovare “200 milioni”. E in ogni caso, al momento non si poteva fare di più, anche perché “il quadro delle regole” non è ancora chiaro. La manovra, insomma, è più che blindata: non solo alla maggioranza è stato chiesto di non presentare emendamenti, ma ora è ufficiale che le sole modifiche che arriveranno saranno fatte con un maxiemendamento del governo, come annunciato da Giorgetti, che sul fronte delle privatizzazioni pensa anche alla valorizzazione del patrimonio fondiario. Nel maxiemendamento alla legge di bilancio, oltre all’attesa modifica sulle pensioni di statali e medici, ci sarà anche la riforma del fondo di garanzia, assicura il ministro Urso. Un maxiemendamento arriverà anche per il decreto anticipi, che dovrebbe incassare in settimana modifiche anche per le imprese delle zone alluvionate della Toscana.