La polizia israeliana ha confermato ufficialmente che il corpo di Yahya Sinwar, leader di Hamas e architetto dell’attacco del 7 ottobre 2023, è stato identificato tramite un esame dell’arcata dentale, anche se sono in corso ulteriori test per confermare l’identità. Sinwar, definito da molti come una figura enigmatica e crudele, è stato responsabile della pianificazione di operazioni violente e brutali contro Israele, tra cui il massacro di oltre 1.400 israeliani durante quell’attacco.
Chi era Yahya Sinwar?
Nato a Khan Younis, una delle aree più povere di Gaza, Sinwar si era costruito una reputazione spietata già negli anni ’80, quando venne arrestato e condannato a più ergastoli per l’omicidio di tre soldati israeliani e 12 palestinesi sospettati di collaborare con Israele. Durante il suo periodo in carcere, studiò approfonditamente il nemico, imparando l’ebraico e leggendo libri sui padri fondatori di Israele, come Jabotinsky e Begin.
Rilasciato nel 2006 in seguito allo scambio di prigionieri per il soldato israeliano Gilad Shalit, Sinwar si rivelò un leader carismatico e strategico, orchestrando operazioni che resero Hamas sempre più forte, tanto da essere eletto leader dell’organizzazione per tutta Gaza nel 2017.
Un leader temuto, anche dai suoi
Il soprannome “il macellaio di Khan Yunis”, con cui era conosciuto tra i ranghi di Hamas, dimostra quanto fosse temuto, persino all’interno dell’organizzazione. Famoso per i suoi metodi violenti contro gli oppositori e le spie, Sinwar ha consolidato il suo potere grazie alla brutalità. I suoi successi, tuttavia, lo hanno reso il bersaglio principale dell’intelligence israeliana, che lo ha considerato una delle minacce più pericolose per lo Stato ebraico.
Il ruolo di Sinwar nel contesto geopolitico
L’attacco del 7 ottobre, orchestrato da Sinwar, ha sollevato speculazioni sul coinvolgimento di attori esterni, come l’Iran e, secondo alcuni esperti, persino l’influenza di Vladimir Putin, interessato a spostare l’attenzione mondiale dalla guerra in Ucraina al Medio Oriente. Il capo di stato maggiore israeliano, Herzi Halevi, aveva avvertito che “Sinwar e i suoi uomini sono già morti”, una profezia che si è infine avverata con la sua uccisione a Rafah, dopo oltre un anno di nascondigli tra i tunnel di Gaza.
La fine di Sinwar
Definito da Benyamin Netanyahu come un “piccolo Hitler”, Yahya Sinwar era diventato un nemico giurato di Israele. Ora, con la sua eliminazione, Israele può considerare una delle sue più grandi minacce neutralizzata, anche se resta incerto quale sarà l’impatto della sua morte sull’equilibrio del potere nella regione.