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Economia

Manovra Economica 2024: ecco tutte le priorità e le spese da sostenere

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Il Consiglio dei Ministri si è riunito in data 16 ottobre 2023, all’interno del prestigioso Palazzo Chigi, sotto la guida della Presidente Giorgia Meloni e del Segretario, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Durante questa assemblea cruciale, è stato adottato il disegno di legge riguardante il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024, il bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026, nonché l’aggiornamento del Documento Programmatico di Bilancio (DPB).

Contesto Economico Internazionale

Il contesto economico mondiale rimane critico, caratterizzato da varie sfide. L’inflazione, l’incremento dei costi energetici, le incertezze globali dovute al conflitto russo-ucraino e alla crisi in Medio Oriente influenzano negativamente l’economia. In risposta a queste difficoltà, il governo italiano ha adottato un approccio prudente, responsabile e realistico nei confronti della manovra economica 2024.

Riduzione della Pressione Fiscale e Sostegno ai Lavoratori

Gran parte dei provvedimenti in questa manovra è finalizzata alla riduzione della pressione fiscale per sostenere i lavoratori dipendenti e i pensionati con redditi medio-bassi. Ciò riflette il governo italiano che si attiene alle regole europee, cercando di fornire un sollievo in un momento economico particolarmente delicato.

Taglio del Cuneo Fiscale

Uno degli aspetti principali del disegno di legge è il taglio del cuneo fiscale. Circa dieci miliardi di euro sono destinati al rinnovo nel 2024 del taglio del cuneo fiscale-contributivo. Questo comporta una riduzione al 7% per i redditi fino a 25.000 euro e al 6% per i redditi fino a 35.000 euro.

Rinnovo dei Contratti nella Pubblica Amministrazione

L’approvazione del disegno di legge prevede anche cinque miliardi per i rinnovi dei contratti nella pubblica amministrazione, con un ulteriore stanziamento di circa 2,5 miliardi per il personale medico sanitario.

Sanità

Sono previsti notevoli investimenti nella sanità. Si prevede uno stanziamento aggiuntivo di 3 miliardi di euro per il 2024, con una ulteriore allocazione di 4,2 miliardi a partire dal 2026. Tra le misure, spicca una indennità per i medici e il personale sanitario impegnato nella riduzione dei tempi d’attesa. Inoltre, sono previste risorse significative per potenziare l’assistenza territoriale e nuove assunzioni di personale sanitario. Per i residenti stranieri provenienti da Paesi non aderenti all’Unione europea, è possibile iscriversi nei registri per ricevere prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale versando un contributo annuale di 2.000 euro, con riduzioni per studenti stranieri o persone con permesso di soggiorno.

Sostegno alle Famiglie e alla Natalità

L’importanza delle famiglie e del tasso di natalità è sottolineata con risorse pari a 1 miliardo di euro. È confermata anche la “Carta Dedicata a Te” con una dotazione di 600 milioni di euro per il 2024, oltre a stanziamenti per mutui prima casa e il contributo straordinario per affrontare l’aumento dei costi energetici.

Altro Sostegno Economico

Altre misure importanti riguardano il canone Rai, che diminuisce da 90 a 70 euro all’anno, con una piccola integrazione per finanziare spese relative agli investimenti. La detassazione dei premi di produttività è confermata al 5% per i lavoratori con figli a carico e al 1.000 euro per tutti gli altri. Le imprese riceveranno credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali. Gli incentivi per le assunzioni di giovani e la formazione continua vengono estesi.

Ambiente e Sostenibilità

La manovra comprende anche una sezione importante sull’ambiente e la sostenibilità. Viene incrementato il bonus mobilità con uno stanziamento di 2 miliardi di euro. L’efficienza energetica e la transizione verso fonti rinnovabili sono promosse attraverso sgravi fiscali e incentivazioni per la ristrutturazione energetica delle abitazioni.

Conclusione

La manovra economica 2024 dell’Italia riflette il contesto internazionale complesso e le sfide economiche. Con un’accorta riduzione della pressione fiscale, il sostegno ai lavoratori, investimenti in sanità, famiglie e sostenibilità ambientale, il governo italiano cerca di rafforzare l’economia e il benessere dei cittadini. Le misure adottate sono improntate a un approccio prudente e responsabile, che tiene in considerazione l’attuale panorama economico globale.

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Economia

Neva punta sull’innovazione con due fondi da 500 milioni

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Neva Sgr, la società di venture capital del gruppo Intesa Sanpaolo, raggiunge gli obiettivi con un anno di anticipo e lancia due nuovi fondi con una capacità di investimento di 500 milioni di euro. La vita di Neva è “già piena di successi. Visti i risultati ottenuti, siamo convinti che sia arrivato il momento di crescere ancora”, afferma Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo. I nuovi fondi Neva II e Neva II Italia, dedicati a investimenti in società che si impegnano a fornire soluzioni di business a problemi globali, avranno una capacità raddoppiata rispetto ai 250 milioni di euro dei fondi Neva First. In quattro anni di attività “siamo diventati un punto di riferimento non solo in Italia per il venture capital dedicato all’innovazione”, spiega il presidente Luca Remmert.

Risultati ottenuti anche grazie al supporto di Intesa Sanpaolo e alla collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center. Per presentare, oltre ai due nuovi fondi, i risultati conseguiti negli ultimi quattro anni e le prospettive di crescita, la società di venture capital di Intesa Sanpaolo, ha riunito alle Officine grandi riparazioni di Torino una platea di investitori istituzionali, esperti, imprenditori e startupper da tutta Italia e da numerosi altri Paesi, Stati Uniti in testa. Per i nuovi fondi sono stati fissato importanti obiettivi. Neva II punta a una raccolta finale di circa 400 milioni di euro, da investire nelle migliori aziende emergenti altamente innovative a livello mondiale, mentre Neva II Italia prevede di raccogliere 100 milioni di euro da riservare alle realtà italiane. Entrambi i fondi concentreranno l’attenzione su società che operano principalmente nei settori delle scienze della vita, la transizione energetica, la trasformazione digitale, la produzione manifatturiera di nuova generazione e l’aerospazio.

Neva ha deciso di costruire un fondo da 500 milioni perchè “ci presentiamo come un partner robusto solido e consistente”, afferma Mario Costantini, amministratore delegato e direttore generale. In particolare con Neva II Italia “consentiremo – aggiunge – ai fondi pensione, casse di previdenza e fondazioni bancarie di poter entrare in questo mercato”. Grande soddisfazione per le attività svolte negli ultimi quattro anni. Dall’agosto del 2020, nonostante le difficoltà causate dalla pandemia nei primi due anni, Neva ha raggiunto in anticipo gli obiettivi prefissati, arrivando a investire con i suoi primi tre fondi circa 170 milioni di euro in oltre 40 società altamente innovative e in forte crescita.

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Salone nautico Genova, più spazi e mille barche per 64^ edizione

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– Ci sono tutti i grandi marchi della nautica, e anche molti nuovi, a presentare gli ultimi modelli dei più innovativi, performanti, eleganti e anche sostenibili yacht, barche a vela e imbarcazioni di ogni taglia e tipologia. Il Salone Nautico internazionale di Genova, arrivato alla 64 esima edizione aprirà i battenti domani, fino al 24 settembre, con più spazi rispetto all’edizione precedente e un “contenitore” più completo, grazie all’avanzamento dei lavori del Waterfront di levante di Genova, progettato dall’architetto Renzo Piano, anche se resta ancora un pezzo di cantiere: il nuovo ingresso nel “vecchio” Palasport ristrutturato, le barche esposte anche nel canale che circonda per intero l’isola del Padiglione Blu.

Al di là della cornice, a testimoniare l’importanza del Salone Nautico di Genova, che conferma la sua vocazione multispecialistica, dagli yacht e superyacht ai fuoribordo, la vela, la componentistica e gli accessori, ci sono i numeri della rassegna: 1.052 brand, 1.030 imbarcazioni esposte, 220 mila metri quadrati di esposizione fra terra e acqua, 100 novità con 30 première, 23 espositori esteri in più dell’anno scorso nel solo settore della produzione. E ancora, più biglietti venduti online rispetto all’anno scorso, la presenza del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini e di Nello Musumeci ministro delle Politiche del mare, a testimoniare l’importanza del settore per l’economia, più il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Il fatturato nazionale della nautica da diporto è cresciuto ancora a doppia cifra, con una corsa che continua ininterrotta da 7 anni, e conferma la leadership globale nella produzione italiana di superyacht che nel 2023 ha registrato +21% rispetto all’anno precedente detenendo il 51% degli ordini globali. Una crescita all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità, nei materiali, nelle propulsioni, nelle tecnologie, che vuole diventare una bandiera anche della manifestazione, con il Nautico che punta alla certificazione Iso 20121per l’organizzazione di eventi sostenibili. Moltissime le novità in tutti i settori.

Nel segmento degli yacht e superyacht, al Salone ci saranno fra gli altri l’Amer 120 (35,50 metri) di Amer Yachts, dotato di un sistema catalitico che riduce le emissioni, l’Exuma 35 (35,20 metri) di Maiora, dotato di una terrazza di oltre 130 metri quadrati, e il Sanlorenzo SL86A (26,60 metri) che con l’organizzazione asimmetrica del ponte ha rivoluzionato il mondo dello yachting.

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Inflazione turistica, continua la salita dei prezzi

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Se nell’estate 2024 si registrerà un record di turisti stranieri in Italia – secondo l’ultimo calcolo di Cna Turismo sono stati oltre 32 milioni -, di certo sono state evidenti anche le difficoltà degli italiani, presi nella morsa del caro-prezzi. Lo confermano anche le stime di Demoskopika che ad agosto registra un tasso di inflazione turistica in aumento dell’1,0% su base mensile e del 4,6% su base annua (da 4,1% del mese precedente).

Crescono su base tendenziale i prezzi di pacchetti vacanza (da 19,5% a 23,2%), servizi ricettivi e ristorazione (da 4,3% a 4,4%). Riprende la crescita tendenziale dei servizi di trasporto (da -2,2% a +0,4%). Stabili i servizi ricreativi e culturali (3,8%). Sul versante congiunturale si registra un incremento più che significativo per i servizi di trasporto, pari al 7,8% rispetto a luglio. Al rialzo principalmente trasporto marittimo (+33,8%) e aereo passeggeri (+16,3%). Il differenziale inflazionistico, in termini tendenziali, tra l’indice generale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) e quello turistico (Nict) cresce in modo significativo portandosi a 3,5 punti percentuali (dai 2,9 di luglio 2024).

L’inflazione turistica acquisita per il 2024 è pari al 4,9%. Tra i primi cinque sistemi regionali a registrare l’inflazione turistica più elevata si collocano Abruzzo (6,5%), Liguria (6,5%), Valle d’Aosta (5,8%), Puglia (5,6%) e Trentino Alto Adige (5,3%). Sul versante opposto la dinamica dei prezzi più contenuta si registra prevalentemente nelle seguenti regioni: Lazio (3,8%), Basilicata (3,6%), Molise (3,6%) e Sicilia (3,4%). In base alle stime di Demoskopika, infine, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo turistico (Ipcat) per l’Italia, sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo, registra a luglio un ritmo di crescita su base annua del 4,2% a fronte di un 4,6% dell’Unione Europea. Una dinamica dei prezzi del “paniere turistico” che colloca il belpaese al terzo posto preceduto soltanto da Portogallo (2,4%) e Francia (2,7%). Sul, versante opposto, a presentare, infine, un andamento dell’inflazione turistica più elevato dell’Italia le rimanenti destinazioni osservate: Polonia (6,8%), Grecia (6,8%), Paesi Bassi (6,1%), Austria (5,5%), Germania (4,9%), Svezia (4,7%) e Spagna (4,4%).

Conferma l’allarme il Codacons: il 45% degli italiani, circa 27 milioni di cittadini, secondo l’associazione, non si è concesso tra giugno e settembre una vacanza, e per la metà di questi il caro-prezzi nel settore turistico è la causa di rinuncia alle partenze. Nel 2019 la percentuale di chi rinunciava alle vacanze estive si attestava al 39%, oggi raggiunge il 45% – analizza il Codacons – e questo significa che rispetto al periodo pre-Covid è aumentato di 3,6 milioni il numero di italiani che non si concede una villeggiatura. Alla base di tale trend negativo il caro-prezzi che ha colpito il comparto turistico: non a caso più di un cittadino su due, il 55% di chi non parte, motiva tale decisione con l’impossibilità di affrontare le spese legate a una vacanza.

Ed effettivamente a parità di notti fuori casa e di beni e servizi acquistati, la spesa pro-capite di chi va in vacanza tra giugno e settembre (tra viaggio, alloggi, cibo e servizi vari) è salita in 5 anni del 26,3%, passando da una media di 950 euro del 2019 ai circa 1.200 euro del 2024, con un incremento di circa 250 euro a persona – stima il Codacons. “Tutti i numeri sul turismo confermano purtroppo i nostri allarmi circa la stangata che ha colpito le vacanze estive degli italiani – afferma il presidente Carlo Rienzi – Rincari del tutto ingiustificati dovuti unicamente alla ripresa del turismo nel nostro Paese e alla crescita delle presenze di visitatori stranieri, che hanno portato gli operatori del settore a ritoccare al rialzo i listini”.

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