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F1: Verstappen imbattibile, ma in Austria lampi Ferrari

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Max Verstappen con la Red Bull domina e vince il Gran Premio d’Austria ma la Ferrari, seconda con Charles Leclerc, c’è e mostra segni di miglioramento. E’ questo il verdetto al termine del weekend austriaco. L’olandese campione del mondo, se ce ne fosse bisogno, ha mostrato di competere ancora in un’altra categoria ed ha centrato la sua 42ma vittoria in Formula 1. Ma le “rosse”, come ha spiegato il presidente John Elkann che a sorpresa ha seguito il Gp dai box, hanno “fatto la gara più bella della stagione” ed è “positivo vedere i progressi”.

Il riferimento è alle novità apportate alla monoposto. Effettivamente le Ferrari hanno fatto un bel passo avanti rispetto a McLaren, Aston Martin e Mercedes. Sainz ha ingaggiato un bel duello, poi perso, per il terzo posto con la Red Bull di Perez ma ha dimostrato che le distanze tra le due scuderie si sono un po’ ridotte. Tre giri nel corso dei quali il ferrarista ha tenuto il messicano alle spalle con staccate al limite e due strepitosi controsorpassi prima di arrendersi alla maggiore velocità in rettilineo della monoposto dell’avversario. A rovinare la giornata dello spagnolo è arrivata però, dopo 5 ore, la decisione dei commissari di gara arrivata dopo un ricorso dell’Aston Martin sui track limits: riesaminati 1.200 casi che, ha spiegato una nota della Fia, hanno “rivelato che un certo numero di violazioni dei limiti di pista non erano state precedentemente deferite dagli Stewards per potenziali sanzioni”. Così “è stato stabilito che alcune di queste infrazioni giustificavano una sanzione che non era stata applicata in precedenza al momento della pubblicazione della classificazione provvisoria”.

A farne le spese sono stati, ordine d’arrivo alla mano, proprio Sainz, retrocesso di due posizioni e quindi ricollocato al sesto posto, e il 7 volte campione del mondo Lewis Hamilton. sceso dalla settima all’ottava posizione. Ininfluente la penalizzazione di dieci secondi inflitta a Pierre Gasly, visto che il francese mantiene comunque la nona posizione. Quanto all’altro pilota della Ferrari, Charles Leclerc, lui (come peraltro Verstappen e Perez) grossi problemi di questo tipo non ne ha avuti e ha fatto una gara senza sbavature, e non è mai stato impensierito dalla seconda Red Bull. Anzi nel primo giro, dimostrando di non avere alcun timore reverenziale, ha addirittura attaccato e cercato il sorpasso su Verstappen prima che questi prendesse il largo. Dietro al quartetto di testa è arrivato Lando Norris sulla McLaren, mentre Alonso sull’Aston Martin e Hamilton con la Mercedes non sono mai stati competitivi. Un brutto colpo per la scuderia tedesca che sperava di aver ridotto il gap con le Red Bull e, soprattutto, aver superato le Ferrari. “Nervoso? Ero semplicemente lento”, ha chiosato un Hamilton evidentemente infastidito a fine gara.

Verstappen, al di là del duello al primo giro con Leclerc, ha fatto gara a sé. E, a dimostrazione della propria superiorità e per dare un tributo alle migliaia di tifosi “arancioni” giunti in Austria per seguirlo, a due giri dal traguardo ha voluto cambiare gli penumatici per rientrare in pista e segnare il giro più veloce. “Tutto ha funzionato bene. Mi sono molto divertito. Vedere tutto quell’arancione è incredibile”, ha sottolineato Verstappen. Ma in casa Ferrari il clima è positivo. “Se c’è chi può far bene è solo uno stimolo a far meglio. Per la Ferrari è sempre stato così – ha commentato Elkann – E’ positivo vedere il nostro progresso e vedere ogni gara come si migliora. Godiamoci questo momento. E’ positivo essere sul podio, mostrare come stiamo progredendo. I nostri piloti hanno fatto una bella gara”. Per la Ferrari è il podio numero 800 che, oltre a rappresentare il miglior piazzamento stagionale, sprona tutto il team a “migliorarsi ancora” già per il prossimo Gp d’Inghilterra. Insomma, le migliorie alla monoposto hanno sortito gli effetti sperati. A riconoscerlo è lo stesso Leclerc: “Mi trovo più a mio agio con i nuovi upgrade. Silverstone e l’Austria sono i due tracciati che ci possono dare buoni risultati – spiega – Speriamo di poter sfruttare le migliorie sulla macchina e ci divertiremo di sicuro”.

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Università e ospedali plurisecolari su francobolli Italia

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Tre universita’ e cinque ospedali ”storici” italiani compariranno sui francobolli italiani. L’emissione dedicata alle università e’ stata emessa oggi e riguarda le universita’ di Napoli, Trieste e Firenze. La serie dedicata agli ospedali comparira’ invece il 24 novembre prossimo e riguardera’ ospedali di Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze. Le vignette dei francobolli (tutti validi per la posta ordinaria) mostrano per le universita’:

  • -una prospettiva della facciata principale dell’Università degli Studi di Napoli” Federico II” istituita il 5 giugno 1224 dall’Imperatore del Sacro romano Impero;
  • -su uno sfondo che riprende i colori istituzionali del centenario dell’Università degli Studi di Trieste, una rivisitazione del logo dell’anniversario che raffigura, un’illustrazione al tratto, l’edificio centrale dell’Ateneo;
  • -l’ingresso del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze che, nel 2024, celebra i 100 anni dalla sua fondazione; Per gli ospedali le vignette mostrano;
  • -ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze: il Loggiato di ingresso, progettato da Bernardo Buontalenti nel 1574, in cui è visibile l’affresco “Annunciazione” del XVII secolo attribuito al Pomarancio; -ospedale civile Santi Giovanni e Paolo di Venezia;
  • – il Portego delle Colonne della Scuola Grande di San Marco a Venezia (1485-1495);
  • -Ca’ granda ospedale maggiore policlinico di Milano: la Sala del Capitolo d’estate, edificata nel 1637 su progetto di Francesco Richini, che ospita l’archivio storico;
  • -ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma: le Corsie Sistine risalenti al XV secolo; -ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili di Napoli: la Farmacia storica degli Incurabili con i vasi in maiolica del 1747-1751.

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Giustizia, stretta sulle toghe politicizzate e sui reati informatici: il decreto del governo in arrivo

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La riforma della giustizia torna al centro del dibattito con il nuovo decreto che il governo si appresta a varare lunedì prossimo in Consiglio dei Ministri. Tra le novità principali, spiccano due misure destinate a far discutere: l’introduzione di sanzioni per i magistrati che non rispettano il dovere di astensione in casi di conflitto di interesse e una stretta sui reati informatici e sul dossieraggio illegale.

Sanzioni per le toghe politicizzate

Il decreto introduce una nuova norma che obbliga i magistrati a astenersi dal giudicare su questioni rispetto alle quali si sono già espressi pubblicamente attraverso editoriali, convegni o social network. In caso di violazione, il Consiglio Superiore della Magistratura potrà adottare sanzioni che vanno dall’ammonimento alla censura, fino alla sospensione.

Secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio, questa norma intende tutelare il principio di imparzialità della magistratura, un obiettivo che la maggioranza considera fondamentale per garantire l’equilibrio tra i poteri dello Stato.

La misura ha già suscitato polemiche tra le toghe e riacceso il dibattito sulla presunta politicizzazione della magistratura. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha espresso preoccupazione per quella che definisce un’“invasione di campo” da parte del governo.

La questione delle migrazioni e il caso Silvia Albano

La norma sulle toghe politicizzate sembra trarre origine da recenti tensioni tra il governo e alcune sezioni della magistratura, in particolare sui temi legati all’immigrazione. Emblematico il caso della giudice Silvia Albano, che aveva criticato l’accordo tra Italia e Albania sui migranti, trovandosi poi a giudicare direttamente su questa materia.

Albano, presidente di Magistratura Democratica, è stata bersaglio di critiche da parte della maggioranza per la sua posizione pubblica contro il “decreto Paesi sicuri”. La sua decisione di non convalidare il trattenimento di 12 migranti nel centro italiano in Albania ha sollevato ulteriori tensioni.

Stretta sui reati informatici e dossieraggi

Il decreto affronta anche il problema dei reati informatici, introducendo nuove misure per contrastare l’accesso abusivo ai database pubblici. Tra le novità principali:

  • Arresto in flagranza per chi viola sistemi informatici di interesse pubblico, militare o legati alla sicurezza nazionale.
  • Trasferimento delle indagini sui reati di estorsione tramite mezzi informatici alla procura Antimafia, guidata da Giovanni Melillo.

Queste misure arrivano in risposta a recenti scandali legati al dossieraggio illegale, come l’indagine della DDA di Milano sulla “centrale degli spioni” che trafugava dati sensibili da banche dati governative, coinvolgendo figure politiche di primo piano come la premier Giorgia Meloni.

Un antipasto per la riforma delle carriere

Questo decreto rappresenta solo l’inizio di un più ampio progetto di riforma delle carriere di giudici e pm che il governo sta portando avanti in Parlamento. La maggioranza intende ridefinire i rapporti tra i poteri dello Stato, nonostante le inevitabili polemiche con la magistratura.

Secondo il ministro Nordio, l’obiettivo è garantire un sistema giudiziario più equo e trasparente, ma l’ANM e altre voci critiche temono che queste misure possano indebolire l’autonomia delle toghe.

Un Natale caldissimo per la giustizia italiana

Le nuove norme, che toccano temi delicati come la gestione dell’immigrazione, i reati informatici e l’imparzialità dei magistrati, promettono di accendere il dibattito politico e giudiziario. Il governo va avanti, ma il confronto con le toghe e le associazioni di categoria si preannuncia acceso.

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Bocchino: dall’Italia verso un’internazionale conservatrice

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La vittoria elettorale della destra “avviene perché la sinistra prima è stata considerata inaffidabile per paura del comunismo, oggi è considerata inaffidabile perché si prende a cuore temi come l’immigrazione irregolare, che gli italiani non vogliono, o i diritti delle comunità LGBTQI+, che certo devono essere garantiti ma che riguardano comunque una minoranza dell’1,6% della popolazione, e perchè ha abbracciato la globalizzazione selvaggia, che è una cosa che fa paura agli italiani”.

Lo ha detto Italo Bocchino (foto imagoeconomica in evidenza) a margine della presentazione del suo libro “Perchè l’Italia è di destra” a Napoli, a cui hanno assistito anche il capo della procura partenopea Nicola Gratteri e l’ex ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, mentre sul palco sono intervenuti il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli.

“Giorgia Meloni – ha proseguito Bocchino – ha fatto da apripista in Italia, dando vita a una destra che ha stupito, perché tutti si aspettavano una destra neofascista mentre si sono trovati una destra che rappresenta un conservatorismo nazionalpopolare.

E così si resta stupiti anche dal risultato degli Stati Uniti, che un po’ ricalca quel modello, e di quello che accade in alcuni paesi europei e in Sudamerica. Quindi c’è l’ipotesi che nasca nel prossimo decennio un’internazionale conservatrice e che abbia un grandissimo peso nella politica mondiale: in questo contesto, tra i leader sicuramente ci sarà Giorgia Meloni. Immaginiamo il prossimo G7, guardate la foto del prossimo G7: ci sono Scholz e Macron zoppicanti, lo spagnolo che ha problemi in casa, il giapponese che ha problemi in casa, il canadese che ha problemi in casa e due in splendida salute che sono Giorgia Meloni e Trump. Questo è il mondo oggi”.

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