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Koulibaly lascia il Chelsea e va in arabia: ha firmato con l’Al Hilal

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Dall’azzurro del Napoli al blu del Chelsea e di nuovo all’azzurro: quello dell’Al Hilal, club saudita che sta facendo una campagna acquisti monstre. Così Kalidou Koulibaly, KK, ex difensore del Napoli lascia il Chelsea dopo una sola stagione e firma un contratto triennale con l’Al Hilal. Cifre molto alte, impossibili per il nostro campionato e pure per quello inglese, ben più ricco. Secondo indiscrezioni il club arabo avrebbe offerto al calciatore un contratto di tre anni a circa 30 milioni netti a stagione. Davvero difficile se non impossibile dire di no.

La presentazione di Koulibaly e la firma con l’Al Hilal

In unpost pubblicato sui sociale del calciatore e della squadra il video delle squadre inc ui Koulibaly ha giocato e il claim: “Continueremo a fare la storia insieme”. Per lui non era stato un anno facile, il Chelse non si è neppure avvicinato alla zona Champions e così son venute meno le motivazioni. Oltre Koulibaly l’Al Hilal ha acquistato Ruben Neves e starebbe per prendere anche  Mehdi Taremi, capocannoniere dell’ultimo campionato di Primeira Liga.

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Le ore folli del One Direction Liam Payne prima di precipitare dall’albergo di Buenos Aires

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Sesso, droga e alcol. Una follia da girone dantesco ha accompagnato le ultime ore di vita della pop star britannica Liam James Payne, ex membro del gruppo One Direction, precipitato dal terzo piano dell’hotel Casa Sur, nel quartiere di Palermo, a Buenos Aires. E mentre negli Stati Uniti sui social infuriano indignazione e polemiche per la decisione del sito di gossip Tmz di pubblicare le foto del corpo privo di vita della star, emerge che la compagna, Kate Cassidy, l’aveva lasciato solo nella capitale argentina. Forse il motivo scatenante del delirio psichedelico del musicista di 31 anni, che solo poche ore prima di morire aveva pubblicato sul suo profilo Snapchat foto in compagnia dell’influencer.

Riavvolgendo il film della giornata di furore fino al suo epilogo più tragico, in un mosaico di rivelazioni degli inquirenti ai media argentini, emerge che prima della caduta di Payne dal balcone della sua suite Deluxe, dalla lobby dell’albergo era partita una richiesta di intervento al numero dell’Emergenza integrata 911. “Un ospite imbottito di droga sta distruggendo la camera”, dice la voce di un uomo alla centralinista. Ma all’arrivo degli agenti della stazione di polizia 14B al 6092 di Costa Rica, la star è già al suolo priva di vita, nel cortile interno dell’hotel. Payne presentava “lesioni gravissime incompatibili con la vita”, secondo il medico di guardia Alberto Crescenti.

“Non c’era alcuna possibilità di rianimazione”. Una diagnosi confermata dagli esiti dell’autopsia, che indica “politrumatismi” con “emorragia interna e esterna” e una morte istantanea. Poco prima, nella sua stanza, l’ex One Directiion aveva scatenato il pandemonio. Tra le immagini pubblicate sui portali, si vede un televisore con lo schermo in frantumi. Accanto una coppa di champagne mezza vuota. Una scrivania coperta dai resti di una candela, un accendino, la scatola di una saponetta, una mezza lattina bruciata, e polvere bianca che potrebbe essere cocaina. Altri resti di candele e fogli di alluminio sono stati trovati nel bagno. E poi blister di medicinali, tra cui il tranquillante Clonazepam, e pillole energizzanti.

A vendergli la droga, secondo il programma argentino Mañanísima, è stato un impiegato dell’hotel, già identificato dalla polizia. Prima ancora, il musicista aveva bevuto, come testimonia anche una bottiglia di whisky trovata nella stanza. Un altro impiegato del Casa Sur, ha raccontato che Payne aveva voluto “due prostitute” con cui aveva avuto una discussione “perché non le voleva pagare”. La polizia cercherà ora di stabilire se la morte di Payne sia stata accidentale o se si sia trattato di un suicidio. Nel frattempo molti dei suoi fan si sono riuniti davanti all’albergo a Buenos Aires, lasciando fiori, messaggi e foto.

E il cordoglio si è riversato sui social. Un tributo è arrivato anche dal premier britannico, Keir Starmer, che ha ricordato la boy band come una delle più importanti della storia. Poche ore prima di morire, il cantante aveva postato su Snapchat una serie di foto e video con la sua ragazza, l’influencer Kate Cassidy, che proprio oggi ha fatto sapere di averlo abbandonato per tornare negli Usa. Insieme erano arrivati in Argentina per assistere ad uno spettacolo di un altro ex One Direction, Niall Horan, l’ex compagno di band di Payne, ma nei giorni scorsi aveva deciso di tornare a casa in Florida. Su TikTok ha scritto che non voleva più “restare in quel posto”.

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Economia

Slitta collocamento di Poste, titolo fa record in Borsa

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Slitta a data da destinarsi la seconda offerta di azioni, pari al 14%, di Poste Italiane, originariamente prevista per il 21 ottobre. “Poste Italiane comunica di aver avviato, congiuntamente al Mef, il procedimento presso la Consob per l’approvazione del prospetto relativo all’offerta di azioni da parte dello stesso Mef, a seguito dell’approvazione del Dpcm del 17 settembre scorso”. Ma “tale procedimento è stato temporaneamente interrotto in pendenza delle decisioni e delle valutazioni in corso riguardo alle modalità e ai tempi dell’offerta”, ha spiegato il gruppo, guidato da Matteo Del Fante.

Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha subito rassicurato: “Nessun problema. Ci sono piccole cose tecniche, ma le mettiamo a posto”, ha detto ai cronisti, entrando nell’Aula di Palazzo Madama per il question time. Sulla notizia della sospensione del collocamento, il titolo di Poste fa un boom in Borsa, chiudendo al massimo storico di 13,375 euro, in rialzo del 3%, con un picco durante la seduta a 13,455 euro. In un anno il valore delle azioni di Poste Italiane è aumentato di circa il 35%. Secondo le indiscrezioni la vendita della seconda tranche di azioni di Poste dovrebbe avvenire nella seconda metà del mese prossimo, dopo il cda del 6 novembre per l’approvazione dei risultati dei primi 9 mesi.

La premier, Giorgia Meloni, ha spiegato alla Camera qualche giorno fa che il governo ragiona “della cessione di una quota abbastanza minoritaria, dedicata esclusivamente ai retailer, i piccoli risparmiatori italiani e ai dipendenti di Poste”. Infatti “Poste in ogni caso deve rimanere nelle mani degli italiani, non intendiamo svendere niente dei gioielli di famiglia”, ha sottolineato la Presidente del Consiglio. L’operazione dovrebbe portare circa 2,5 miliardi nelle casse dello Stato, che manterrà il controllo, tra Mef e Cdp, con una quota che non scenderà sotto il 50%. Per il collocamento il Mef si affiderà ai consulenti Ubs Europe per la parte finanziaria e a White & Case Europe Llp per la parte legale, così come prevede il Dpcm per l’alienazione di una quota della partecipazione di Poste Italiane. Mentre il Gruppo non avrà un proprio advisor, come confermato da Del Fante.

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Sanità, sfida sui numeri tra Meloni e Schlein

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La manovra non è ancora approdata in Parlamento ma è già guerra dei numeri tra maggioranza e opposizione sul fronte della sanità. La premier Giorgia Meloni apre la giornata biasimando le “mistificazioni” su questo fronte e rivendicando, dati alla mano, un “record storico” con l’aumento del Fondo sanitario nazionale salito a 136,48 miliardi nel 2025 e 140,6 miliardi nel 2026. Ma la segretaria Dem Elly Schlein va allo scontro proprio attaccandosi a quei numeri e sottolineando come il calcolo non vada fatto tanto “sui dati assoluti” ma guardando alla percentuale sul Pil, scesa di mezzo punto rispetto al 2010. “La percentuale più bassa – dice Schlein – degli ultimi 15 anni”. Non manca chi dalla maggioranza ironizza: “Se il Pil fosse a zero allora non andrebbero stanziati fondi?”.

Ma tant’è. Anche Giuseppe Conte va all’attacco: il record lo racconti “ai 4,5 milioni di italiani che non si possono curare”. Critiche che arrivano anche dal presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta che invita Meloni a lasciare i record al mondo sportivo e cita il Dpb che prevede “860 milioni in più nel 2025”. Lo scontro, insomma, resta aperto mentre la Camera è in attesa dell’arrivo della manovra in linea con i tempi previsti per legge (ma in realtà da sempre poco rispettati) all’inizio della prossima settimana plausibilmente – secondo fonti di maggioranza – non prima di martedì quando è prevista anche una conferenza stampa della premier per presentare le misure. Il testo, secondo quanto viene riferito, in giornata non era ancora approdato al Quirinale mentre il decreto fiscale, che prevede, tra l’altro, il rifinanziamento dell’Ape sociale e fondi per gli straordinari delle forze di polizia, dovrebbe essere pubblicato a stretto giro in Gazzetta e il suo esame potrebbe partire da Palazzo Madama. Proprio al Senato, intanto, il ministro Giancarlo Giorgetti è intervenuto al question time rivendicando le scelte fatte.

“A questa manovra – ha detto il titolare del Mef – si può contestare qualsiasi cosa, ma non che vada contro i poveri Cristi”. E anche per quanto riguarda il ‘sacrificio’ chiesto a banche e assicurazioni Giorgetti ha sottolineato: “Va bene così, guardate lo spread”. Parole di certo non casuali anche in vista dei primi giudizi delle agenzie di rating sull’Italia. S&P Global Ratings e Fitch si esprimeranno domani in serata a mercati chiusi. Per quanto riguarda il contributo degli istituti di credito, tra l’altro, il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, parla di “sacrificio sopportabile”. Perchè, osserva, di questo si tratta visto che “rinviare dei crediti di imposta è un sacrificio, la convenienza è a scontarli subito”. Si tratta invece di una mera partita di giro secondo le opposizioni: “Nella manovra – dice Nicola Fratoianni – nessuna nuova tassa per banche ed assicurazioni ma viene chiesto un semplice prestito”.

“La prossima manovra – dice Iv con Silvia Fregolent – non la pagheranno le banche, ma i cittadini che già pagano le tasse, saranno i single, i nonni, le famiglie con figli adulti”. In attesa delle carte, in ogni caso, lo scontro è già aperto e si consumerà ancora di più quando con la manovra in Parlamento si scateneranno gli ‘appetiti’ dei partiti. Nella maggioranza se la linea degli ‘emendamenti zero’ che ci fu lo scorso anno viene al momento esclusa è comunque in atto una moral suasion per limitare o comunque concordare le richieste. Tra quelle dell’opposizione c’è certamente quella del congedo paritario. Sul fronte dei neo-genitori, oltre alla Card bebè di mille euro, un primo passo in avanti è stato fatto con l’allungamento di un mese del congedo all’80%. Ma le opposizioni, Pd in primis, lo chiedono di 5 mesi paritario e non trasferibile. Un punto sul quale Elly Schlein in passato ha fatto sapere di non aver trovato una preclusione da parte della premier. “Vediamo che proposta ci fanno – dice in proposito il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon – e siamo pronti a vagliarla. Non siamo contrari”.

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