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Calcio:il Monza ‘ribalta’ la Fiorentina e vince 3-2

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Gol e spettacolo all’U-Power Stadium di Monza, tra due squadre con la mente leggera e la classifica che sorride: finisce 3-2 per i brianzoli, dopo una rimonta che premia la forza mentale della squadra di Palladino, capace di non perdere la bussola dopo che la Fiorentina è andata sul 2-0 dopo soli 13′. In avvio qualche giocata poco pulita da una parte e dall’altra, come quella che consente agli ospiti di guadagnare il primo tiro dalla bandierina. Il corner lo batte Biraghi, ma lo concretizza Kuame di testa alla prima conclusione in porta: vantaggio toscano dopo 8 minuti con Cabral che poco dopo cerca addirittura il bis con una bicicletta schermata da Izzo. Bisogna attendere poco perché il raddoppio arrivi davvero: Kouame strozza un sinistro che diventa assist per Saponara, distante da Marì come era stato Cabral in precedenza da Pessina.

A tu per tu con Di Gregorio, tocco facile in rete e doppio vantaggio. La reazione del Monza passa dalle occasioni di Caldirola e Mota, che reclama un rigore non dato, ma è al minuto 26 che i brianzoli concretizzano: altro affondo di Caprari oltre Martinez e Dodò, poi calcio su Terracciano, con la palla che sulla ribattuta sbatte su Biraghi, per l’autogol che riapre la partita. Il pari arriva su una giocata di Di Gregorio: lancio lungo del portiere, Mota sfugge a Martinez Quarta e con il destro anticipa l’uscita di Terracciano per il 2-2. Il Monza sembra mettere la freccia prima dell’intervallo: angolo di Colpani, Pessina la spedisce dentro ma la gioia del 3-2 dura però pochi istanti, perché il Var annulla per tocco di mano. Si cambia campo, non la predilezione per lo spettacolo. E già dopo 6′ il Monza si divora il tris con Colpani da buona posizione.

Non sbaglia invece al 14′ Pessina, dopo che Amrabat aveva steso Mota in area. La Fiorentina ci prova allora con un destro deviato di Sottil, dall’altra parte Castrovilli spinge vistosamente Caprari in area, ma per Sacchi non è rigore. Ci prova poi Petagna in contropiede, ben trovato da Donati, ma Milenkovic chiude. Caldirola, autore del gol vittoria di San Siro, centra il palo esterno sugli sviluppi di un corner. Nel recupero, Castrovilli si inventa una palla per Cabral: testata da due passi, ma Di Gregorio pronto. Si chiude dopo 98 minuti senza soste, ma per la Viola è già tempo di pensare alla prima delle sue due semifinali: giovedì in casa con la Cremonese per la gara che vale la finale di Coppa Italia (0-2) all’andata, poi a maggio la doppia semifinale di Conference League contro il Basilea.

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Americas Cup, Luna Rossa batte American Magic e sfiderà Ineos per accedere alla finale contro New Zealand

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Luna Rossa si è qualificata per la finale della Louis Vuitton Cup, dove affronterà Ineos Britannia.

L’equipaggio italiano del team Prada Pirelli ha ottenuto il punto decisivo contro American Magic nell’ottava regata della semifinale, chiudendo la serie con un punteggio di 5-3. Nonostante un iniziale vantaggio di 4-0, Luna Rossa ha visto un parziale recupero da parte degli statunitensi, che si sono portati sul 4-3, prima della reazione decisiva degli italiani. La finale contro Ineos Britannia si giocherà al meglio delle 13 regate a partire dal 26 settembre, e decreterà chi sfiderà Team New Zealand nell’America’s Cup, che si terrà dal 12 ottobre.

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Attesa per Juve-Napoli, per Conte è un ritorno a casa: nessuno potrà cancellare mia storia

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Ritorno nella sua storia, quella che ha scritto prima in campo e poi in panchina e che “nessuno potrà mai cancellare”. Antonio Conte ha presentato, in conferenza stampa, la sfida che il suo Napoli giocherà contro la Juventus all’Allianz Stadium sabato. Gli azzurri arrivano al match dopo il sorpasso in classifica della settimana scorsa, un +1 che ha caricato l’ambiente partenopeo per quella che è sempre stata e sempre sarà la partita. Prima di ogni ragionamento, però, Conte ha voluto ricordare Totò Schillaci con cui ha condiviso i suoi primi passi proprio alla Juventus: “A soli 59 anni ci viene a mancare una persona che per noi del Sud è stato un emblema, una persona che ce l’aveva fatta. Sono veramente molto rattristato e dispiaciuto – ha detto Conte -. Un pensiero alla famiglia per la perdita di un’ottima persona”.

Schillaci nel cuore, la Juventus nella testa: “La mia storia parla di 13 anni trascorsi alla Juve da calciatore dove sono stato capitano e abbiamo vinto tutto. Ho avuto la possibilità di fare l’allenatore e di aprire un ciclo che è durato 9 nove anni. Faccio parte della storia della Juventus e nessuno me la potrà cancellare”, ha affermato Conte che non ha poi nascosto che per lui “sarà una grande emozione” tornare in uno ‘Stadium’ pieno. La prima volta che il tecnico salentino, infatti era tornato a Torino da allenatore, ai tempi dell’Inter, quando arrivò con lo scudetto appena conquistato sul petto, gli spalti erano vuoti a causa delle restrizioni imposte dal Covid: “Ci saranno i tifosi”, ha aggiunto Conte, che ha poi evidenziato che la partita arriva in una “fase di assestamento per le squadre”. Non un match scudetto, al momento, ma una partita da “tre punti”. Un test da affrontare “in modo serio”.

Per quanto riguarda l’avversario Conte si è detto sicuro: “Siamo su due piani diversi, ma credo che entrambe abbiamo voglia di rivalsa. La Juve non si può accontentare del terzo posto dell’anno scorso, noi dell’anno scorso”. Poi un pensiero su Thiago Motta: “È stato un mio calciatore, è un ragazzo molto serio, bravo – ha affermato Conte -. A Bologna ha fatto benissimo, gli auguro il meglio, ma non nelle partite contro di noi. L’eredità che raccoglie è un’eredità pesante, perché Allegri ha scritto parecchie pagine di storia. Allenare la Juve non è mai banale, perché la richiesta è sempre la vittoria”. Quella vittoria che è il centro del lavoro quotidiano di Conte, un lavoro che quest’anno può proseguire liscio perché non ci sono coppe europee. Un vantaggio? Conte ha analizzato le due facce della medaglia: “Non giocare le coppe dà il vantaggio di poter lavorare di più e quando arrivi in un nuovo club hai bisogno di tempo per lavorare sulle tue idee. Se avessimo dovuto giocare tante partite eravamo fregati – ha affermato Conte -. Lo svantaggio è che la rosa non è competitiva come quella di una squadra costruita per fare le coppe”.

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Champions: l’Inter argina il City, 0-0 all’Etihad Stadium

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L’avventura dell’Inter nella nuova Champions League inizia con un pareggio in casa del Manchester City. All’Etihad Stadium finisce 0-0 tra sofferenza e qualche potenziale occasione non sfruttata da parte dei nerazzurri, autori comunque di una bella prestazione a livello caratteriale.

Una gara quasi tutta d’attesa e ripartenze da parte degli uomini di Simone Inzaghi, costretti a serrare le linee per arginare nel miglior modo possibile i citizens, stranamente poco freddi sotto porta in diverse situazioni molto interessanti. Dopo le fatiche d’Europa ora l’Inter sara’ attesa dal delicato derby contro il Milan in campionato. In avvio gli inglesi provano subito a portare grande pressione nella meta’ campo avversaria, cercando il varco per far male ai nerazzurri. Gli uomini di Inzaghi serrano le linee, restano in attesa e appena recuperano palla tentano un paio di discese in contropiede potenzialmente pericolose, ma sempre innocue. Al 24′ la prima vera chance per il City capita sul mancino di Savinho dopo un cross da sinistra, ma il brasiliano impatta male e indirizza sul fondo.

Una decina di minuti piu’ tardi, invece, e’ Haaland a sfiorare il palo alla sinistra di Sommer con un diagonale strozzato dal limite dell’area. La risposta interista e’ affidata prima a Thuram, che al 42′ sbaglia la mira con un destro di prima intenzione su una palla messa al centro da sinistra, poi allo scadere del primo tempo e’ Carlos Augusto ad impegnare Ederson con un mancino da posizione ravvicinata.

Nella ripresa la squadra di Guardiola torna a fare la partita e al 69′ crea una palla gol gigante per il vantaggio: Grealish e Gundogan liberano Foden al tiro dopo un bellissimo scambio nello stretto, il giovane inglese pero’ non riesce ad angolare il destro e viene bloccato da Sommer. L’Inter soffre ma resta viva, tornando a farsi vedere in avanti al 76′ ancora grazie ad una ripartenza conclusa dai neo entrati Dumfries e Mkhitaryan: l’olandese scappa a destra e mette al centro dove arriva l’armeno che calcia alto da posizione invitante. Nel finale gli inglesi premono a caccia del gol vittoria, ma le due ultime chances capitate sulla testa di Gundogan non vanno a buon fine.

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