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Esteri

Gli 007 militari di Kiev e le imprese oltreconfine

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“L’intelligence ucraina è in grado di colpire in tutto il mondo”, diceva Kyrylo Budanov in un’intervista rilasciata a fine 2021 all’Ukrainian security cooperation center. Dopo l’ennesimo attentato in territorio russo, questa volta ai danni di un propagandista di nome Vladlen Tatarsk, forse bisogna cominciare a credere al capo del Gur, il servizio di intelligence militare dell’Ucraina.

I sospetti di Mosca, infatti, si sono rivolti subito contro il servizio segreto di Kiev. Se davvero fosse così, non si tratterebbe del primo, clamoroso attacco con la loro firma: in occasione dell’omicidio di Darya Dugina, figlia del filosofo ultranazionalista russo Alexander Dugin, ci fu la loro mano, come fatto trapelare anche dagli 007 statunitensi, che dichiararono la loro estraneità ai fatti infastidendosi per l’autonomia con cui avevano agito da Kiev.

Omicidi mirati e attacchi contro gli ufficiali russi, ma non solo. Il Gur sarebbe responsabile di decine di sabotaggi in territorio russo a fabbriche, impianti industriali e militari. Sulla pagina ufficiale dove raccontano la loro storia campeggia una scritta che ha il sapore di una missione universale: ‘L’Ucraina protegge il mondo’. Il servizio di intelligence della Difesa ucraina è stato modellato da Budanov da quando, nel 2020, il presidente Volodymyr Zelensky lo ha nominato capo.

Nonostante abbia appena compiuto 37 anni, essendo nato a Kiev il 4 gennaio 1986, Budanov ha già ottenuto il grado di maggior generale dopo essersi diplomato all’Odesa institute of the ground forces nel 2007 e si è già distinto sul campo. Ha combattuto contro le forze russe nella guerra scoppiata nell’Ucraina orientale nel 2014, poco dopo l’occupazione russa della penisola di Crimea, e ha partecipato ad una serie di operazioni militari speciali classificate. Mosca ha già provato a sbarazzarsi di lui dopo che, insieme ad altri agenti, cercò di mettere in atto un sabotaggio durante la visita di Vladimir Putin in Crimea, nell’agosto del 2016.

Il 4 aprile del 2019 i servizi segreti russi cercarono di assassinarlo a Kiev facendo esplodere la sua auto. Si salvò per una questione di secondi. Ci sarebbe sempre lui dietro l’esplosione del ponte della Crimea, a ottobre. I servizi ucraini nascono dalla dissoluzione di quelli sovietici, il 7 settembre 1992. L’organizzazione dell’intelligence e le attività delle forze armate ucraine erano controllate da due autorità separate con diversi livelli di comando: il ministro della Difesa e il Capo del comando generale. La situazione però non rendeva facile collaborare. Per questo, nel 1993, è iniziata la fusione tra le due agenzie e, nel 1994, è nato ufficialmente il Gur.

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Breton: von der Leyen non mi voleva, gestione dubbia

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Il francese Thierry Breton accusa Ursula von der Leyen di aver chiesto a Parigi di sostituire il suo nome nel quadro dei negoziati per la formazione della nuova Commissione Ue. Sviluppi che “testimoniano ulteriormente una governance dubbia” e che lo hanno portato alle dimissioni. “Lei ha chiesto alla Francia di ritirare il mio nome – per ragioni personali che in nessun caso lei ha discusso con me direttamente – e ha offerto alla Francia, come scambio politico, un portafoglio che sarebbe più influente. Le sarà ora proposto un altro candidato”, si legge nella lettera di dimissioni di Breton indirizzata a von der Leyen.

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Esteri

Kiev invita Onu e Croce Rossa nella zona occupata del Kursk

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Il nuovo ministro degli Esteri dell’Ucraina, Andriy Sybiha, ha invitato le Nazioni Unite e il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) a visitare la porzione della regione russa di Kursk che le truppe di Kiev occupano. “L’Ucraina è pronta a facilitarne il lavoro ed a provare che rispetta il diritto umanitario internazionale” in quel territorio russo, ha scritto Sybiha su X.

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Comore, il presidente Assoumani accoltellato: è fuori pericolo

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Il presidente delle Comore, Azali Assoumani, è “fuori pericolo” dopo essere stato ferito venerdì in un attacco con coltello da parte di un poliziotto di 24 anni che è stato trovato morto nella sua cella il giorno dopo. Lo rendono noto le autorità dello Stato africano insulare, citate dai media internazionali. L’attentato è avvenuto intorno alle 14 ora locale a Salimani Itsandra, subito a nord della capitale Moroni. “Il presidente sta bene. Non ha problemi di salute, è fuori pericolo. Gli sono stati dati alcuni punti di sutura”, ha detto ieri sera il ministro dell’Energia comoriano Aboubacar Said Anli in una conferenza stampa. Azali è stato aggredito mentre partecipava a un funerale. Il movente dell’attacco non è stato ancora determinato.

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