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Cronache

Volevano truccare pure il concorso magistrati, 2 indagati su denuncia del Ministero della Giustizia

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Un tentativo di truccare l’ultimo concorso che si è svolto in magistratura ordinaria. E’ quanto scoperto dai magistrati di piazzale Clodio, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi. Una vicenda che risale ad alcune settimane fa ma che è stata resa nota oggi dal capo dei pm di Roma nel corso di un convegno alla Corte dei Conti. In base a quanto riferito dal magistrato nel corso di una delle prove scritte è stato messo in atto un tentativo di alterare la regolarità della selezione. “Hanno tentato di rendere riconoscibile il tema in una delle tre discipline – ha affermato Lo Voi – informando uno dei commissari del concorso del segno identificativo dello scritto. E’ una vicenda di cui parlo in quanto non più coperta dal segreto investigativo”. Sulla vicenda, fonti del ministero della Giustizia hanno precisato che “il tentativo di rendere riconoscibili gli elaborati di un candidato dell’ultimo concorso in magistratura è stato scoperto nel settembre scorso e denunciato dalla commissione esaminatrice e dagli organi di vigilanza del ministero della Giustizia, che hanno attivato il Csm e mandato gli atti alla Procura di Roma”.

Le stesse fonti sottolineano poi che sottolineando che il commissario coinvolto è stato subito sostituito e, una volta individuati, gli elaborati sono stati annullati e inviati alla Procura. Durante il suo intervento il capo dei pm di Roma ha spiegato che “per un errore questo messaggio con il segno identificativo è stato trasmesso sul telefono di un altro commissario”. Un errore materiale, l’invio ad un indirizzo sbagliato. Il commissario si è quindi insospettito ed ha subito capito che intorno a quella prova scritta stava accadendo qualcosa di strano, di illecito.

“Il commissario di esame – ha aggiunto il procuratore della Capitale – ha denunciato quanto avvenuto e nel giro di pochi giorni abbiamo identificato i protagonisti avviando un procedimento penale. Abbiamo cercato i profili penali e se non avessimo avuto il reato di tentato abuso d’ufficio un fatto come questo che a me appare grave, non avremmo potuto fare assolutamente nulla”. Nell’indagine avviata a piazzale Clodio sono state iscritte nel registro due persone: un professore universitario nella qualità di commissario e uno dei candidati. Per i due è scattato il giudizio immediato da parte dei pm della Capitale che consente di portare il procedimento davanti al tribunale saltando l’udienza preliminare. Parlando al convegno, che riguardava l’applicazione del reato di abuso di ufficio, Lo Voi ha snocciolato anche i dati relativi alla fattispecie prevista dall’articolo 323 del codice penale. A Roma nel 2019 sono stati 29 i casi contestati, 16 casi nel 2020, 9 casi nel 2021 e 10 casi nel 2022. ”Com’è che la paura della firma viene sempre dopo e mai prima? Non viene quando qualcuno si candida quando cerca appoggi per avere un incarico pubblico. La paura può colpire tutti ma è necessaria cautela e scrupolo”, ha concluso Lo Voi.

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Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

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Dati rubati: oggi a Milano l’interrogatorio di Del Vecchio jr

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E’ stato fissato per oggi pomeriggio un interrogatorio, davanti ai pm, di Leonardo Maria Del Vecchio (foto Imagoeconomica in evidenza) – 29 anni e uno dei figli del patron di Luxottica morto nel 2022 – indagato nell’inchiesta milanese sui presunti dossieraggi illegali per concorso in accessi abusivi a sistema informatico. L’interrogatorio, da quanto si è saputo, è stato richiesto dallo stesso Del Vecchio per difendersi dalle accuse e chiarire. L’audizione si terrà, da quanto si è appreso, non al Palazzo di Giustizia milanese ma in un altro luogo, una caserma degli investigatori.

“Dalle imputazioni preliminari e dall’esito negativo della perquisizione, il dottor Del Vecchio sembrerebbe essere piuttosto persona offesa. Altri, infatti, sarebbero eventualmente i responsabili di quanto ipotizzato dagli inquirenti”, aveva già spiegato l’avvocato Maria Emanuela Mascalchi, che aveva parlato della “infondatezza delle accuse ipotizzate a proprio carico”.

Stando agli atti dell’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, del pm della Dda Francesco De Tommasi e del collega della Dna Antonello Ardituro, Nunzio Samuele Calamucci, hacker arrestato, uno dei presunti capi dell’associazione per delinquere di Equalize e che avrebbe creato dossier con dati riservati prelevati in modo illecito, avrebbe realizzato anche un falso “atto informatico pubblico” per “offuscare l’immagine di Claudio Del Vecchio, fratello di Leonardo”.

Calamucci avrebbe creato, in particolare, un finto “rapporto” della Polizia di New York con cui “si dava atto” falsamente “di un controllo eseguito in quella città” nei confronti del fratello di Leonardo. Nel falso report, redatto all’apparenza nel 2018, si segnalava che era “in compagnia” di una persona “registrata” per “crimini sessuali” dal Dipartimento di Giustizia americano.

Il gruppo di hacker, poi, avrebbe dovuto inserire nell’estate 2023, secondo l’accusa per conto di Leonardo Maria Del Vecchio, un “captatore informatico” sul cellulare della fidanzata e modella Jessica Serfaty, ma non ci riuscì malgrado diversi tentativi di inoculare “il trojan”. A quel punto, sarebbero stati creati falsi messaggi tra lei e “un illusionista di fama mondiale”.

Tra gli indagati anche il collaboratore dell’imprenditore, Marco Talarico. Secondo le indagini, le ricerche di informazioni di Del Vecchio jr, richieste al gruppo di Equalize attraverso i suoi collaboratori, si sarebbero inserite nella contesa in corso sull’eredità di famiglia. Nel procedimento milanese una nomina come persona offesa è stata depositata nei giorni scorsi da Claudio Del Vecchio.

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Detenuto suicida a Poggioreale, aveva 28 anni

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Caso di suicidio nel carcere di Poggioreale, a Napoli, dove si è tolto la vita un uomo di 28 anni originario della provincia partenopea. È il quarto suicidio dall’inizio dell’anno a Poggioreale, l’undicesimo in tutta la regione. Sono 81 in tutta Italia, con il carcere di Prato e quello di Poggioreale al primo posto per numero di detenuti che si sono tolti la vita.

“Il sistema penitenziario – spiega il garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Samuele Ciambriello – è sull’orlo del baratro, una strage continua ma la politica tace ed è assente. Nessun argine da provvedimenti governativi o parlamentari, solo populismo mediatico e penale anche contro la dignità delle persone detenute, dei diversamente liberi.

Celle sovraffollate e tensione alle stelle, condizioni difficili che favoriscono atti di autolesionismo, scioperi della fame, scioperi sanitari. Nessun commento pubblico sui suicidi di Stato, che interrogano anche l’opinione pubblica. Ci sono omissioni di Stato, questi suicidi e gli atti di autolesionismo e le proteste rilevano un quadro inquietante che è sotto gli occhi di tutti. Indignarsi non basta più”. “Dall’inizio dell’anno ad oggi – prosegue Ciambriello – sono 1842 i tentativi di suicidio, 11503 gli atti di autolesionismo. Tra gli 81 detenuti che si sono suicidati l’età media è di 40 anni, tra questi 8 avevano un’età compresa tra i 18 e 25 anni”.

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