Collegati con noi

Cronache

Brigate Rosse, Renato Curcio interrogato per la morte dell’appuntato d’Alfonso ma lui si dice innocente

Pubblicato

del

Potrebbe essere arrivata la svolta definitiva nel giallo della sparatoria di Cascina Spiotta in provincia di Alessandria, dove persero la vita la brigatista Margherita ‘Mara ‘Cagol e e un appuntato dei carabinieri, Giovanni d’Alfonso. Dopo la sparatoria uno dei brigatisti del commando riuscì a scappare e a  non lasciare tracce di sè. Era il 5 giugno del 1975.

Adesso Renato Curcio, uno dei fondatori delle Brigate Rosse è indagato a Torino per la sparatoria. La notizia è stata anticipata dal Messaggero e poi confermata da fonti giudiziarie.

Il brigatista, iscritto sul registro degli indagati, è stato interrogato a Roma alla presenza del suo legale di fiducia. A far riaprire le indagini un esposto del figlio dell’appuntato ucciso, Bruno d’Alfonso. La svolta nelle indagini era arrivata nello scorso ottobre quando, a 47 anni dal conflitto a fuoco in occasione della liberazione dell’imprenditore Vittorio Vallarino Gancia, sequestrato il giorno prima, sono stati interrogati a Milano alcuni ex appartenenti alle Br.E da allora i carabinieri del Ris di Parma hanno lavorato per dare un nome al brigatista che riuscì a scappare e a fa perdere le tracce. Quello fu il primo sequestro fatto dai terroristi delle Brigate Rosse per autofinanziarsi.

Nell’interrogatorio Curcio ha risposto a tutte le domande ed ha negato ogni coinvolgimento nell’omicidio del carabiniere Giovanni D’Alfonso, poi rivolgendosi agli inquirenti ha chiesto loro di chiarire come è morta sua moglie e loro hanno risposto che non lasceranno fuori nessun aspetto di quanto è accaduto.

 

 

 

 

Advertisement

Cronache

Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

Pubblicato

del

Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

Continua a leggere

Cronache

‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

Pubblicato

del

featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

Continua a leggere

Cronache

Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

Pubblicato

del

“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto